“Il Prosecco italiano non ha nulla da invidiare allo Champagne: dovrebbero avere lo stesso prezzo“, afferma Sandro Bottega, proprietario di Bottega Spa, in una lunga intervista rilasciata alla famosissima rivista internazionale The Drink Business. La principale testata europea sul commercio delle bevande ha dedicato un ampio spazio all’azienda di Bibano (Tv), riportando, nell’ultimo numero di giugno, le considerazioni di uno specialista delle bollicine come Sandro Bottega.
“Champagne meglio del Prosecco? E perché? Innanzitutto, il Prosecco è uno dei vini più rari al mondo. Se infatti si guarda alle dimensioni della zona di produzione, esso proviene da un’area più piccola (se si separano DOC e DOCG): 8.000 ettari sono coltivati per il Prosecco Superiore e 28.000 per il Prosecco DOC, mentre 34.000 ettari sono coltivati nello Champagne e 32.000 per il Cava“, ha dichiarato l’imprenditore veneto. Inoltre, il prezzo più alto che i consumatori trovano sugli scaffali quando comprano lo Champagne dovrebbe essere una conseguenza inevitabile dei costi di produzione maggiori rispetto a quelli del Prosecco.
Come afferma Bottega, “È molto più costoso coltivare nel Prosecco che nello Champagne, perché le colline sono molto più ripide. E anche il costo di lavorazione per ettaro è notevolmente più alto: 11.000 euro nel Prosecco Superiore (1,10 euro per chilogrammo di uva), contro 7.500 euro nello Champagne (0,75 euro per chilogrammo di uva)”. Gli ingredienti del Prosecco, inoltre, sono simili a quelli del competitor francese, anzi “I principali parametri di alcol, zucchero, estratto secco e acidità – spiega l’imprenditore veneto – sono gli stessi se confrontiamo le uve del Prosecco e quelle dello Champagne. Inoltre, anche il costo dei materiali – bottiglia e tappo – è identico“.
Un altro tema ricorrente quando si parla dei pregi dello Champagne è il suo invecchiamento. L’esperienza di Bottega Spa, azienda che negli ultimi anni ha realizzato numerose degustazioni verticali delle sue bottiglie più pregiate, insegna, come afferma Bottega, che “Tutte le espressioni di alta qualità del vino possono invecchiare per almeno 10 anni, compreso il Prosecco. Nelle nostre degustazioni, tutti hanno convenuto che il Prosecco può invecchiare anche più a lungo dello Champagne. Uno dei criteri chiave che influisce sul potenziale di invecchiamento è la durata della fermentazione, che l’azienda Bottega Spa ha sperimentato, ad esempio, nel suo progetto Gold Premium. All’estremità inferiore della gamma di queste bottiglie di Prosecco c’è il Gold Cru, un extra brut al prezzo di 29 euro che ha fermentato per quattro-cinque mesi, in realtà un po’ più a lungo del previsto perché l’etichetta non era pronta. Il Gold Extra Brut (36 euro) ha fermentato per almeno sei mesi, mentre il Gold Diamond (49 euro), il Black Stardust (89 euro) e il Gold Stardust (180 euro) hanno tutti fermentato per almeno nove mesi. Credo che nessuno abbia mai fatto un Prosecco di qualità come questo“.
Le differenze con lo Champagne sono dunque sempre meno. Quello che serve oggi potrebbe essere un cambio di mentalità, uno scatto che convinca definitivamente i consumatori di bollicine in Italia e non solo. “Oggi i consumatori associano ancora il Prosecco a un’effervescenza economica e allegra. Convincerli a sborsare più di 150 sterline per una bottiglia potrebbe sembrare una strategia insolita, ma io ho la convinzione che basterebbe educare a cosa e come bere. E non sono neanche convinto che la Generazione Z rifiuti a prescindere l’alcol. Quello che dobbiamo fare è insegnare ai giovani a bere in modo responsabile; a non bere esageratamente il venerdì e nel weekend. Uno dei nostri obiettivi è proprio quello di investire nei social network e negli altri media per cercare di responsabilizzare i giovani“, ha concluso Sandro Bottega, omonimo dell’azienda di Bibano (Treviso), tra i principali produttori di Prosecco, vini e distillati in Italia.