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Dal 1° luglio al 15 settembre 2024 torna il Carpionato del Mondo: la sfida golosa dell’estate piemontese

Dal 1° luglio al 15 settembre 2024, torna il Carpionato del Mondo, un’iniziativa ideata dall’Associazione Astigiani per celebrare il carpione, un piatto tipico della tradizione culinaria estiva piemontese.

Oltre 50 locali tra ristoranti, agriturismi, gastronomie e Pro Loco saranno coinvolti in questa sfida gastronomica, proponendo il carpione in diverse varianti. I partecipanti potranno collezionare i timbri sui loro “lasciapassare“, raccontando un viaggio attraverso la storia e le diverse interpretazioni di questo piatto antico.

Per carpione si intende un tipo di marinatura con aglio, aceto, cipolle e salvia. In questo “bagnetto” riposano ortaggi, uova, carni o pesci, prima fritti o bolliti, per almeno una notte prima di essere gustati rigorosamente freddi. L’origine del carpione risale probabilmente al Medioevo, con tracce già tra i Romani, e rispondeva alla necessità di conservare gli alimenti quando i frigoriferi erano ancora di là da venire, rendendolo un piatto della tradizione contadina estiva.

Il Carpionato del mondo punta a rilanciare l’uso dell’agro, delle marinature e del classico aceto di vino piemontese.

Carpionato Del Mondo

Dove si gioca il Carpionato?
Una cinquantina di locali, con la stessa vitalità e fantasia del Bagna Cauda Day, partecipano a questa iniziativa. Tra questi, ristoranti, agriturismi, gastronomie e Pro loco come quelle di Casabianca e Quattordio che hanno giocato in anteprima. Dal 1° luglio al 15 settembre, questi locali proporranno il carpione in diverse modalità. L’elenco aggiornato è disponibile sul sito www.carpionatodelmondo.it.

Ogni locale aderente ha ricevuto dall’Associazione Astigiani una fornitura di libretti-lasciapassare edizione ’24, da regalare ai carpionisti. Il lasciapassare contiene il racconto del contesto storico del carpione nel mondo con interventi e citazioni letterarie, includendo un simpatico testo di Bruno Gambarotta che descrive con ricetta la sua “tinca cinematografica”, l’excursus storico gastronomico di Gianluigi Bera, la ricerca sull’agro nel mondo di Paola Gho e Giovanni Ruffa, i consigli da dietologi di Giorgio e Caterina Calabrese, il racconto di Rocco Moliterni e la testimonianza di Franco Testore. Nelle due pagine centrali c’è lo spazio per i timbri che certificano il passaggio del carpionista: ogni locale ha un timbro personalizzato.

Premi ai carpionisti più assidui con il gioco dei timbri
Al termine del Carpionato, chi avrà raccolto più timbri di locali diversi e li presenterà o ne manderà la foto ad Astigiani, avrà diritto a cene gratis per due persone, raggiunti i 5 timbri. Chi raggiungerà 8 timbri riceverà altri gustosi premi in natura e servizi, mentre chi arriverà a 12 timbri otterrà il titolo di “carpione del mondo”!

Il Carpionato del Mondo è una festa solidale
L’Associazione Astigiani, come già avvenuto lo scorso anno con il versamento di 3.000 euro al Consorzio della Piadina Romagnola a favore di un’azienda agricola alluvionata romagnola, si impegna a destinare anche quest’anno una parte degli utili dell’evento all’Associazione Astro-Pulmino amico di Asti, a sostegno dei malati oncologici.

Gli alleati del Carpionato del mondo 2024 includono il Consorzio dell’Asti, lo storico acetificio Reale Varvello di La Loggia, la torroneria Davide Barbero che rilancia il liquore del Diavolo Rosso, e l’Associazione per il Patrimonio Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.

Molti modi per dire “carpione” nelle cucine del mondo
Una precisazione etimologica è necessaria per motivare la diffusione di questa preparazione. Lo storico Franco Cardini pone all’origine il termine castigliano escabeche, proveniente dal persiano sikbaj. Sembra però che la tradizione culinaria araba non abbia recepito questo termine, mentre ha avuto grande fortuna negli idiomi della penisola iberica (escabeche) e italica (scapece). In questi paesi, e in quelli sotto l’influenza spagnola e portoghese, si trovano piatti “in agro”, il cui comune denominatore, a parte l’aceto e i variabili aromi aggiunti (aglio, cipolla, salvia, rosmarino, mentuccia, zafferano), è la frittura dell’alimento base.

In Liguria c’è lo scabeccio, con piccoli pesci come le acciughe; al Centro-Sud predomina la/lo scapece, dalla molisana (a base di pezzi di pesce) a quella gallipolina, particolare per l’uso del pangrattato e dello zafferano, passando per la scapece di zucchine (Campania), e per lo scapece trapanese (con le parti meno pregiate del tonno). In Sardegna, sia per il pesce sia per le olive, si fa su scabecciu, mentre a Orbetello lo scaveccio prevede l’anguilla a tranci. In Piemonte e in Veneto le parole cambiano: da un lato il carpione, dall’altro il saor, buono per marinare le sarde e alcuni ortaggi.

Nella cucina spagnola e portoghese è abituale trovare piatti “escabechados”: cozze, sardine, tonno, baccalà e alcune carni bianche come il pollo e le quaglie. Anche la Francia è toccata, con le provenzali sardine (o sgombri) en escabeche.

Gli escabeche sono diffusissimi in Centro e Sud America: Argentina e Bolivia (con le carni), Perù, Cuba, Giamaica (con il pesce), Cile (con la cipolla fresca).

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