Si sono concluse con successo le quattro giornate di “After Harvest“, gli appuntamenti che hanno infiammato Agliano Terme il 4, l’11, il 18 e il 25 ottobre 2025. Un progetto nato dalla sinergia tra l’Associazione Barbera Agliano, l’Enoteca BAart, i produttori, i ristoranti del territorio e la Scuola Alberghiera AFP Colline Astigiane, a rappresentare l’intera filiera del gusto.
Un’esperienza che è andata ben oltre la classica degustazione, trasformandosi in un vero e proprio viaggio nel cuore della viticoltura locale. Un percorso tra alcune delle cantine più rappresentative della zona per scoprire l’anima del vino dentro ogni bottiglia.
Prima di immergerci nel racconto dell’evento, è doveroso qualche spunto per orientarsi tra le diverse espressioni della Regina incontrastata di questo territorio: la Barbera. Questo vitigno, generoso e vigoroso, viene declinato in tre principali interpretazioni, ciascuna con una propria identità precisa.
La Barbera d’Asti DOCG, spesso vinificata in acciaio, è il volto più giovane e immediato: fresco, fruttato e vivace, perfetto per il consumo quotidiano.
Salendo di livello, la Barbera d’Asti Superiore DOCG deve sottostare a norme più severe, tra cui un affinamento obbligatorio di almeno quattordici mesi, di cui parte in legno. Questo processo regala al vino maggiore struttura, complessità aromatica e potenziale di invecchiamento.
In vetta alla piramide qualitativa si trova il Nizza DOCG, un cru d’eccellenza prodotto esclusivamente in un’area ristretta e selezionatissima. Caratterizzato da un affinamento minimo di diciotto mesi, il Nizza è un vino di grande corpo, intensità e straordinaria eleganza, capace di evolvere per molti anni in bottiglia.
Questa ricchezza di stili è profondamente influenzata dalla diversità dei terreni su cui nascono i vigneti di Agliano e dintorni. Qui predominano sedimenti calcareo-argillosi (o marne) che donano alla Barbera la sua tipica struttura acida, garantendo freschezza e longevità. Accanto a questi si trovano suoli più sabbiosi, ricchi di fossili, che conferiscono al vino un profilo più aromatico, con tannini più setosi e un’impronta di mineralità.
After Harvest ha messo al centro una comunità unita, capace di raccontare la propria identità attraverso vino, cucina e ospitalità. Un intreccio di passione, radici e visione, da gustare fino all’ultimo sorso.
4 ottobre – Castino, Filippa e Cascina del Rosone
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Castino
Affondando le sue radici in un passato centenario, Castino unisce qualità del terroir e precisione tecnica. I vigneti su terreni calcareo-argillosi danno vita a Barbera e Grignolino di grande carattere. In cantina si vinifica in acciaio per preservare la freschezza fruttata, mentre per alcuni cru si ricorre al legno. L’azienda ha avviato un restyling delle etichette che si concluderà con l’uscita di un Nizza Riserva. Chicca: un Metodo Classico 72 mesi da Pinot Nero prodotto in pochissime bottiglie. -
Filippa
Una cantina a conduzione familiare che interpreta il territorio con passione. I vigneti, ben esposti e su suoli ricchi di calcare, sono dedicati principalmente alla Barbera, ma anche a Chardonnay e Cortese. Vinificazioni tradizionali, fermentazioni naturali e affinamenti che esaltano eleganza e bevibilità. -
Cascina del Rosone
Produzione biologica, interventi minimi in cantina, lieviti indigeni e affinamenti in botti usate per lasciare protagoniste le uve. In corso anche sperimentazioni in anfora.



11 ottobre – Bianco Angelo e Figlio, Poderi Rosso Giovanni e Cocito Dario
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Bianco Angelo e Figlio
Piccoli appezzamenti e attenzione alla qualità. Terreni argillosi e sabbiosi che favoriscono vini eleganti e minerali. Vinificazioni studiate su misura per ogni vitigno. Dalla Barbera Classica più fresca al Nizza più strutturato. -
Poderi Rosso Giovanni
Passione assoluta per la Barbera in molte declinazioni. Terreni ricchi di fossili e calcare che donano struttura e equilibrio. Tradizione e sperimentazione vanno a braccetto. Da citare il Nizza Riserva “Gioco dell’Oca“, con veste grafica ispirata al primo ristorante piemontese di New York. -
Cocito Dario
Artigianalità allo stato puro. Vigneti senza chimica, fermentazioni spontanee, vini che raccontano il terroir. Barbera e Viognier in interpretazioni fresche o più strutturate. Da segnalare lo Chardonnay “60 Vendemmie“, solo in annate eccellenti.



18 ottobre – Serra Domenico, Fratelli Pavia e Silvia Castagnero
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Serra Domenico
Vigneti in posizioni d’eccellenza. Barbera, Freisa e Grignolino affinati in acciaio, legno grande e cemento. Ritorna dopo il 2018 il Ciresa, vino dolce da appassimento di uve Barbera, grazie all’annata 2025 favorevole. -
Fratelli Pavia
Colonna storica del territorio. Grignolino fresco e speziato, Barbera generosa e affidabile. Terreni marnosi e sabbiosi. Da provare la Barbera Chinata e il vino aromatizzato Na’ Stisa. -
Silvia Castagnero
Viticoltura biologica e cura sensibile nella vinificazione. Barbera e Cortese prevalentemente in acciaio, vini fragranti e di facile beva. Interessante la birra artigianale Edfil.



25 ottobre – Alciati, Tre Acini e Bosco Galli
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Alciati
Gestione familiare e visione moderna. Affinamenti variabili tra acciaio e barrique per vini complessi ma equilibrati. Da sottolineare il Metodo Classico “Fons Rosé“, in prevalenza da uve Barbera. -
Tre Acini
Vini biologici e cura attenta alla biodiversità (anche nidi per uccelli tra i filari). Focus su Barbera e Dolcetto. Terreni ricchi di scheletro che donano mineralità. Tecniche miste tra moderno e tradizionale. -
Bosco Galli
Vigneti eroici e vecchie vigne: potenza e concentrazione in Grignolino e Barbera, con lunghe macerazioni e affinamenti importanti. Curioso il Metodo Ancestrale “Origine” di Moscato col fondo.



In ogni tappa, l’eccellenza dei vini si è unita ai piatti del ristorante Al Gatto Verde, dell’agriturismo La Geppina e della AFP Colline Astigiane, per abbinamenti che hanno esaltato sia la Barbera sia i sapori locali.





