Martedì 24 ottobre, presso lo Scalo Vallino a Torino, si è tenuta l’inaugurazione di ‘Post-Umano‘, una mostra d’arte che, nell’ambito del programma Diffusissima 2023, ridefinisce la nostra comprensione dell’essere umano e della sua relazione con il mondo circostante.
“Post-Umano” è il seguito ideale di “Post Human”, una mostra curata nel 1992 da Jeffrey Deitch e ospitata al Castello di Rivoli, il primo museo di arte contemporanea in Italia. Questa nuova esposizione ci spinge a riflettere sulla direzione in cui sta andando l’umanità. Cosa vogliamo diventare? Come possiamo immaginare il nostro futuro?
Il concetto di “Post-Umano” indica un’inesplorata era dell’evoluzione umana, in cui l’umanità si riconnette con il mondo naturale e tecnologico, sperimentando una nuova “Ulteriorità“, un nuovo livello di consapevolezza. Questa mostra porta avanti questa ambiziosa visione a Torino, la città d’adozione dell’artista Simone Sensi, esplorando il passato, il presente e il futuro dell’umanità attraverso l’arte e la tecnologia.
La mostra presenta una serie di artisti, ognuno dei quali offre una prospettiva unica sull’Ulteriorità.
Federico Clapis, ci porta in un mondo digitale e distopico, enfatizzando l’interazione tra l’umanità e la tecnologia. La sua visione esplora le condizioni più intime dell’animo umano.
Una delle opere principali è la collezione “Future Relics“, che include una serie di video digitali curati da Federico Clapis. Questi video ci invitano a immaginare una realtà in cui la creazione, intesa come atto di nascita, si fonde con la tecnologia.
L’opera intitolata “Mom & Dad” è un lavoro artistico che solleva domande fondamentali: come desideriamo evolverci? Come vogliamo definire il nostro futuro? L’opera ci offre una rappresentazione infantile ma cruda di madre e padre che si dissolvono in un disegno, provocando interrogativi sui futuri possibili e su come vogliamo affrontarli. Ci spinge a riflettere sulla difesa della nostra unicità e sulla possibilità di diventare “Ulteriorità” anziché restare invisibili nel passaggio verso il futuro.
Matteo Lucca, scultore, esplora la vita e la materia, il reale e l’irreale, l’organico e l’inorganico, portando gli spettatori in un mondo di ambiguità e incertezza.
Francesco Niccoli, ci offre una visione materica dell’Ulteriorità. La sua opera è una fusione di elementi, che abbraccia sia forme umane che vegetali, mescolandoli in una sorta di liquido primordiale. Questo intricato intreccio di simboli esoterici ci ricorda la nostra fragilità e unicità, spingendoci a riflettere sul nostro ruolo in questa nuova era dell’umanità.
Mitch Laurenzana, artista phygital, introduce il suo concetto di Ulteriorità attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, dando vita agli “(in)HUMAN”, esseri-entità che immaginano di confondersi tra noi, assumendo sembianze umane. Il progetto “(in)HUMAN” di Laurenzana è una creazione complessa in cui invita il pubblico a immergersi in un mondo onirico ma al contempo plausibile. Immagina esseri capaci di assumere sembianze umane e di incarnare solo l’anima umana stessa. Che cosa potrebbero ispirarsi se la loro percezione fosse limitata all’essenza delle nostre emozioni? Si trasformerebbero in una manifestazione di tutto ciò che comunichiamo attraverso le nostre emozioni, comprese le nostre incertezze, le preoccupazioni, e l’egoismo celato dietro l’altruismo.
Gli “(in)HUMAN” sono il risultato di un processo creativo alimentato dall’intelligenza artificiale, che opera combinando un vasto archivio di immagini, seguite da istruzioni testuali fornite da Laurenzana. Questo processo si basa su OpenAI DALL-E 2 e Stable Diffusion e rappresenta un potenziale senza fine per la creazione di cultura e conoscenza. Laurenzana ci offre un metodo avanzato più che una ricerca artistica perfetta, trasmettendo un messaggio che risveglia la nostra consapevolezza. Gli occhi degli “(in)HUMAN” brillano della scintilla di questo straordinario processo sperimentale.
Martina Fontana, artista multidisciplinare, ci fa riflettere sulla relazione tra l’essere umano e l’animale. Attraverso la sua opera “REGINAE,” Fontana crea un mondo di emozioni e relazioni che sfidano i confini fisici e mentali. Le sue sculture, gigantesche celle reali, ci immergono in un’atmosfera di incertezza, facendoci domandare se stiamo osservando un processo appena concluso o in atto. I bozzoli, dalle dimensioni umane, sembrano pronti a ospitare nuove vite di api regine, le cui nascite daranno vita a nuove comunità.
Ogni individuo è chiamato a uscire dall’isolamento e contribuire, attraverso le proprie azioni, alla costruzione di un nuovo modello di società. Quest’opera è il risultato di un processo rituale al femminile, in cui gruppi di donne hanno assemblato ogni singolo elemento per creare questi incubatori di nuova vita, un processo che può essere ammirato in un video proiettato.
La scelta dei materiali utilizzati abbraccia l’idea di sostenibilità, sia materiale che concettuale. Con quest’opera, Martina Fontana esplora l’essenza dell’Ulteriorità, quella parte di noi che non si degrada ma si trasforma, fondendosi con altre forme di vita fino a diventarne parte integrante. In questo caso, l’interspecie si realizza attraverso la simbiosi tra l’uomo e il superorganismo delle api, con le opere pensate per accogliere il corpo umano.
Un’altra opera in mostra è “1262”, che ci porta nell’intimità del ciclo vitale del baco da seta. L’artista ha curato personalmente il loro ciclo di vita, giorno dopo giorno, osservando con attenzione il loro processo di trasformazione. Martina ha scelto poi di utilizzare un laboratorio per filare a mano la seta raccolta da questi bachi. L’opera si trasforma in una riflessione sulle aspettative della vita e ci ricorda l’importanza di accettare il lento scorrere del tempo, di arrendersi e accettare il processo di rimodellamento della nostra identità.
Lawrence Mastaf è un artista che opera al confine tra il mondo visivo e teatrale. Le sue installazioni e performance artistiche sono strutturate attentamente, enfatizzando il movimento, l’ordine e il caos. Mastaf utilizza la fisica e la tecnologia come punto di partenza o ispirazione, creando installazioni coinvolgenti. Per “Post-Umano”, Mastaf ha preparato una performance denominata “Shrink1995”, in programma sabato 4 novembre. Questa performance, rappresentativa della strana natura del mondo contemporaneo, coinvolge diversi performer sospesi verticalmente all’interno di due grandi fogli di plastica trasparente. Mentre un dispositivo aspira l’aria tra di loro, i corpi dei performer si muovono lentamente da una posizione quasi embrionale a una che ricorda una crocifissione, concludendosi gradualmente in una serie di micro-pieghe.
“Shrink1995” diventa così una potente metafora del nostro modo di vivere contemporaneo, un riflesso delle sfide e delle contraddizioni che affrontiamo. Rappresenta l’umanità contemporanea che si sente spesso impacchettata, chiusa in una posizione fetale in cerca di sicurezza, lontana dall’interesse per ciò che accade nel mondo esterno. La performance solleva interrogativi profondi sulla nostra connessione con il mondo e sulla necessità di risvegliare le nostre coscienze dalla nostra autoreferenzialità.
Lo Scalo Vallino, un edificio storico risalente alla fine del XIX secolo, prende il nome dall’ex-scalo ferroviario. Per anni, la struttura è stata trascurata e soggetta a vandalismo. Solo dopo il 2014, la Società BIESSE INVESTMENT COMPANY SRL, uno dei partner di DIFFUSISSIMA®, ha intrapreso il recupero di questo edificio storico, trasformandolo in un luogo di rilevanza culturale e artistica.
La mostra “Post-Umano – l’Ulteriorità” è aperta al pubblico dal 22 ottobre al 15 novembre 2023.
Gli orari di apertura sono i seguenti:
Dal lunedì al giovedì: 14:00 – 20:00
Venerdì, sabato e domenica: 10:00 – 22:00
L’ingresso è gratuito.