Il Comune di Brescia, in collaborazione con la Fondazione Brescia Musei e il Festival della Pace, presenta la mostra personale dell’artista, curatore e attivista sudanese Khalid Albaih, intitolata La stagione della migrazione a Nord. Curata da Elettra Stamboulis, l’esposizione sarà aperta al pubblico dall’8 novembre 2024 al 23 febbraio 2025 negli spazi del Museo di Santa Giulia.
La mostra si inserisce nel percorso avviato nel 2019 da Fondazione Brescia Musei, che invita artisti internazionali a riflettere sul contemporaneo attraverso le loro opere. L’iniziativa esplora il legame tra arte e diritti umani, ponendo l’attenzione su artisti dissidenti spesso esclusi dai circuiti ufficiali ma influenti in ambienti alternativi e online, grazie alle loro prospettive critiche e immaginative sul presente e sul futuro.
La stagione della migrazione a Nord è parte del Festival della Pace di Brescia e rappresenta la quinta tappa di un percorso di ricerca che ha già ospitato le personali di artisti come Zehra Doğan (Avremo anche giorni migliori, 2019), Badiucao (La Cina non è vicina, 2021), Victoria Lomasko (The Last Soviet Artist, 2022) e la collettiva del 2023 dedicata a diverse artiste iraniane.
Il titolo della mostra riprende il celebre romanzo di Altayib Salih, una pietra miliare della letteratura postcoloniale sudanese. La narrazione del romanzo fa da filo conduttore all’intera esposizione, che traccia la carriera di Albaih, presentando per la prima volta una critica organica del suo lavoro da artista dissidente ed esule. L’allestimento include opere già esposte a New York e Copenaghen, adattate per dialogare con il contesto bresciano attraverso installazioni site-specific.

Al centro della ricerca di Albaih, ospite del programma ICORN a Copenaghen e fellow negli Stati Uniti con l’associazione Artists at Risk, vi è l’esplorazione delle dinamiche della migrazione verso il Nord. L’artista riflette sull’idea di “casa“, sul confronto con l’altro e sulla visione dell’Africa da parte dell’Occidente, non più inteso come semplice luogo geografico ma come concetto ideologico. Ogni viaggio lascia un segno nella memoria e questa tensione emerge in tutte le sue opere.
Il suo lavoro, incentrato sul disegno, si distingue per chiarezza e immediatezza. Le sue illustrazioni, pubblicate per la prima volta online sotto lo pseudonimo “Khartoon”, combinano satira e critica sociale, diventando rapidamente virali. Nel 2016, Albaih ha partecipato al progetto The Story of Civil Rights is Unfinished, viaggiando attraverso gli Stati Uniti per osservare le reazioni della popolazione nei confronti degli stranieri. Nel 2019, l’Istituto di Cultura Tedesca a Khartoum gli ha commissionato un progetto collettivo, sfociato in un libro d’arte sulla storia del Sudan, realizzato insieme a trenta artisti locali.
Nel 2020, il suo progetto online When The World Closed ha creato spazi virtuali per artisti impossibilitati a esporre fisicamente durante la pandemia. Successivamente, nel 2022, ha partecipato a Documenta a Kassel con l’installazione sonora The Walls Have Ears, dedicata ai richiedenti asilo in Danimarca.
La ricerca di Albaih, attualmente residente a Oslo, intreccia arte, attivismo e curatela, coinvolgendo una vasta rete di collaborazioni, inclusa quella con l’Accademia di Belle Arti di Brescia e la Scuola di Fumetto, che partecipano attivamente alla mostra. L’esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato da Skira, che per la prima volta presenta il lavoro dell’artista in italiano.
Khalid Albaih
La stagione della migrazione a Nord
A cura di Elettra Stamboulis
8 novembre 2024 – 23 febbraio 2025
Museo di Santa Giulia
Brescia