Prima tappa del tour di Coldiretti Torino, a Carema, al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta, dove la viticoltura è parte del paesaggio e della vita quotidiana. Tra terrazze di pietra e pergolati sospesi, il Nebbiolo assume un carattere inconfondibile: nasce un vino di montagna che racconta il lavoro, la fatica e il legame con la roccia.
Fondata nel 1960, la Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema riunisce oggi circa 75 viticoltori che coltivano complessivamente 16 ettari di vigneti terrazzati. La cooperativa è il punto di riferimento di una comunità che, da oltre sessant’anni, custodisce e rinnova una delle espressioni più rappresentative della viticoltura di montagna piemontese.
Le vigne sono coltivate con il sistema della topia: pergolati in legno di castagno sostenuti dai tradizionali pilun, colonne di pietra che accumulano il calore del sole durante il giorno e lo rilasciano di notte. I muretti a secco, costruiti pietra su pietra, trattengono il terreno e regolano il drenaggio, modellando un paesaggio agricolo di rara bellezza.
Il cambiamento climatico sta però modificando questi equilibri. Temperature più miti e maturazioni più regolari favoriscono vini armoniosi, ma l’aumento degli eventi estremi impone nuove strategie di gestione e salvaguardia del suolo. È una sfida che i viticoltori di Carema affrontano con competenza e dedizione, forti di una tradizione che si evolve senza smarrire le proprie radici.
Il territorio è riconosciuto come Presidio Slow Food, a conferma del suo valore culturale e ambientale. Il Carema DOC, prodotto da Nebbiolo nel suo biotipo locale picotener, si distingue per eleganza e profondità: profumi di rosa appassita e spezie delicate, un corpo fine e minerale che restituisce la pietra e la luce della montagna.
Con la tappa di Carema, Coldiretti Torino inaugura un percorso dedicato ai territori vitivinicoli di montagna, dove la conoscenza del passato incontra le sfide del clima e la resilienza diventa chiave di futuro.





















