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La Valle del Douro in Portogallo: dove le Vigne sembrano danzare

Il viaggio è un momento di crescita interiore e di apertura al mondo. Ammirando la bellezza di ciò che ci circonda si realizza un cambiamento intimo che ci fa comprendere che la nostra prospettiva non è l’unica possibile. Quando stai percorrendo una delle zone vitivinicole più belle al mondo, la Valle del Douro, nell’interno del Portogallo, un fiume di emozioni ti scorre nella mente. Hai spesso voglia di fermarti, parcheggiare la macchina sul bordo di quella strada piccola e scoscesa, osservare e fissare nella mente quel paesaggio straordinario. La passione per il vino spesso ti porta in luoghi dove hai la percezione di ammirare un miracolo dell’uomo e della natura, dove, quasi sempre, sono riusciti a coesistere e fondersi in un prodigio di bellezza.

La Valle del Douro è una delle più antiche regioni vinicole al mondo, patrimonio dell’UNESCO. Il fiume ha iniziato l’opera scavando valli profonde, mentre l’uomo ha trasformato le colline di scisto in terreni coltivabili e vi ha piantato le vigne, verdi d’estate e color rosso fuoco d’autunno. Con un sapere trasmesso di generazione in generazione, gli uomini hanno inclinato i terrazzamenti in modo che i raggi del sole bagnino le viti e diano all’uva il calore di cui il vino ha bisogno. Dal prodotto della terra e dal lavoro dell’uomo sono nati un vino e paesaggi inconfondibili.

L’area è senz’altro famosa per la produzione di uve che danno origine al Porto, vino conosciuto e popolare in tutto il mondo. Ma esiste una produzione vivace e rinomata di cantine che producono vini rossi e bianchi di tutto rispetto, poco conosciuti in Italia in quanto non importati direttamente.

Percorrendo la strada panoramica che si inoltra nella valle, i terrazzamenti che cingono sinuosi i pendii degradanti verso il letto del fiume sembrano sculture naturali fuse armoniosamente con il territorio. Abbiamo viaggiato dalla Borgogna alla Toscana, dalle Langhe alle colline dell’Alsazia, ma raramente un territorio ci ha emozionato come questo.

La Valle del Douro in Portogallo: dove le Vigne sembrano danzare

Sebbene non esista un sistema di classificazione per le vecchie viti, possiamo considerare “vecchie” quelle che superano i 45 anni di età. Per il paesaggio vinicolo del Douro, un vigneto con vecchie viti è considerato un insieme di vitigni molto denso e diversificato. I vini prodotti da vecchie vigne sono un viaggio nel passato: ne risultano oltre 20 varietà di uva diverse, come i vini Olgas Bianco e Rosso e i Canivéis. Un vigneto situato a un’altitudine di 700 m, ad esempio, ha un punteggio sfavorevole per la produzione di vino Porto, ma è ideale per la produzione di vini bianchi con molta acidità e freschezza, come nel caso del Maçanita Bianco.

I vini rossi del Douro sono concentrati e ben strutturati, ricchi di colore e aromi, e si prestano bene all’invecchiamento. Ciò è dovuto a terreni poveri, ridotta disponibilità idrica, inverni molto rigidi ed estati con temperature moderatamente elevate, che favoriscono una buona maturazione. I terreni prevalentemente scistosi contribuiscono a queste caratteristiche: durante il giorno lo scisto trattiene il calore e lo rilascia gradualmente durante la notte, riducendo così le escursioni termiche giornaliere in estate.

I vitigni della Valle del Douro sono molto diversificati, con circa 70 varietà rosse ufficiali e 50 varietà bianche. Attualmente, le varietà rosse più coltivate sono Tinta Roriz, Touriga Franca, Touriga Nacional, Tinta Amarela, Tinta Barroca e Tinto Cão. Le varietà bianche più richieste per le nuove piantagioni sono Viosinho, Gouveio, Códega, Donzelinho e Malvasia Fina.

I vini del Douro sono estremamente diversificati, grazie al numero di vitigni, all’orientamento e all’esposizione, alla pendenza, al terreno e al clima. Durante la loro degustazione si trovano note sorprendenti e inusuali.

La Valle del Douro in Portogallo: dove le Vigne sembrano danzare

Seguendo incantati la strada che si snoda tra colline e vigneti, arriviamo alla Cantina Maçanita.

Joana e António Maçanita sono vignaioli anticonformisti, audaci e irrequieti. La loro cantina produce vini eleganti con una particolare attenzione alla freschezza e alla mineralità, caratteristiche riscontrabili in tutte le loro etichette. António Maçanita è winemaker, enologo e consulente, con varie cantine e progetti attivi, dalle Azzorre al Douro.

La cantina appare piccola e abbarbicata sui colli, tutto molto semplice e mirato alla sostanza. La degustazione avviene su un terrazzo con vista sul fiume e sulle vigne. Qualche salume, pane e noci per accompagnare i vini.

I vini dei fratelli Maçanita sono creati a quattro mani; alcuni di essi, pur essendo frutto di un lavoro condiviso, riflettono le preferenze, le manie o le visioni personali di ciascuno dei due.

Iniziamo con il Touriga Nacional en Rosé. Il Touriga Nacional è il vitigno d’eccellenza e qui si presenta in tutto il suo splendore floreale e aromatico: colore rosa chiaro, sentori di ciliegia e fragole mature. Al palato è sorprendentemente strutturato e fresco.

Il Gouveio Estremo è un vitigno bianco coltivato a 700 m di altitudine. Il Gouveio da Joaninha è un vino di colore giallo paglierino con sfumature verdognole che esprime la varietà nella sua versione più pura, valorizzando frutto e mineralità. In bocca risulta teso, con grande profondità.

As Olgas Bianco, da uve Carlão, Cima Corgo. Vigneti con 90-110 anni di età, dimenticati nel tempo e recuperati dalla cantina. Al naso giallo citrino, fresco e minerale, con alcune note di crema. L’attacco è denso, ricco, sostenuto da una buona acidità.

Canivéis è un gruppo di appezzamenti situati nella parrocchia di Carlão, dove i terreni passano dallo scisto al granito. Questo vigneto comprende oltre 17 vitigni, di età tra gli 80 e i 92 anni, a 520 m di altitudine. Da qui nasce Os Canivéis Tinto, vino rosso dal colore rubino-violaceo chiaro, aperto, con note di frutta fresca e cioccolato fondente. Al palato è cremoso, con tannini decisi e lunghi.

Touriga Nacional Letra A: i vigneti con classificazione “A” sono quelli con le migliori potenzialità per la produzione di Vini de Douro; mostrano una maturazione superiore delle uve e sono generalmente situati più vicino al fiume, dove si ottengono maggiore concentrazione e potenza. Affinato 18 mesi in botti di rovere francese, è un vino dal colore rubino-violaceo intenso, con un aroma concentrato di frutti scuri combinati a sottili note erbacee e floreali. Al palato, la frutta matura concentrata contrasta con tannini potenti ma ben rotondi, per un finale persistente.

A Laranja do Norte, da uve Baixo Corgo: nasce dall’ultima spremitura, il succo più concentrato, e si presenta con un colore dorato. Aroma di buccia d’arancia con sentori di nido d’ape. Fresco e intenso. Questo lo abbiamo portato nella valigia a casa. Peccato aver viaggiato in aereo.

I vini dei fratelli Maçanita sono stati sorprendenti: è stato come entrare in un jazz club ed uscirne storditi da un concerto sperimentale. I terreni di scisto e granito donano ai loro prodotti un sentore chiamato “smoke“, leggermente affumicato. L’assaggio risulta un’esperienza quasi mistica, poetica, che risveglia i sensi della ricerca e della diversità. Ogni calice racconta una storia, ogni sorso è un verso di una poesia scritta dalla natura.

António Maçanita
Maçanita Vinhos, Lda.

Quinta Senhora do Carmo
5085-207 Covas do Douro
Phone: (+351) 915 292 751 / 913 582 457


Ripartiamo per la seconda cantina, sappiamo già che sarà più tradizionale e che ci sorprenderà di meno. Perché di più, nello stesso giorno, non sarebbe possibile.

Dalla parte opposta della valle, attraversando il fiume, entriamo da un portone elegante e ci inerpichiamo su per una lunga strada collinare che ci porta alla cantina Quinta do Pôpa.

La Valle del Douro in Portogallo: dove le Vigne sembrano danzare

Quinta do Pôpa si trova a Cima Corgo, nobile sottoregione del Douro, dove l’incidenza delle precipitazioni è inferiore, il che consente la produzione di vini più concentrati, opulenti ed eleganti, con un maggiore potenziale di invecchiamento e fattori di terroir ben precisi: vigneti più vecchi, con una posizione più efficiente, altitudine ed esposizione in termini di insolazione e venti.

Per quanto riguarda il terreno, quello di Quinta do Pôpa è composto da scisto, molto ricco di sostanze nutritive e con utili proprietà di ritenzione idrica. Gli interstizi dei pezzi laminati di scisto trattengono una certa quantità di umidità, sufficiente a permettere alla vite di sopravvivere nelle condizioni aride che prevalgono durante la maggior parte dell’estate.

Nella magnifica terrazza con vista sul fiume e sulle vigne, proseguiamo con la nostra seconda degustazione della giornata. I vini risultano curiosi e imprevedibili. Ci hanno stupito meno di quelli della precedente cantina, ma era prevedibile.

Pôpa Black Edition
Vino rosso con una dolcezza discreta, tannini ben marcati e sentori di spezie che donano complessità. Note di frutta rossa, di terra e fieno. In bocca è deciso, di buon corpo, acidità fresca e integrata con un finale secco.

Quinta do Pôpa VV
Vino rosso derivato da un vecchio vigneto piantato nel 1932, con più di 21 varietà di uva. In bocca dimostra una componente di freschezza con note di complessità e finezza ben definite. Risulta persistente, con note di bacche rosse sotto spirito.

Quinta do Pôpa Vintage Port 2017
Equilibrato e fresco, di ottima struttura, frutto intenso, espressivo e purissimo. Il suo elemento distintivo rispetto ai Porto tradizionali è la bassa dolcezza. Ottimo per accompagnare dolci, da servire come antipasto o durante una conversazione. Si consiglia di berlo fresco.

Quinta do Pôpa
E.N. 222 – Adorigo, Tabuaço
5120-011, Portogallo


Dopo l’ultima visita torniamo verso Oporto, passando tra i filari che si inseguono all’orizzonte, come un racconto scritto dal vento; rocce che riflettono l’argento del fiume e la doratura del tramonto. Proseguiamo lungo la strada tra dighe e insenature, tra la leggerezza dell’estate e la memoria dell’inverno; una sensazione di essere toccati da qualcosa di antico, ma incredibilmente presente.

Il viaggio finisce dove tutto è cominciato, ma le sensazioni restano come una ferita dolce che non sanguina, solo profuma. Hai portato con te un pezzo di questa terra: la sua curiosità, la sua lingua selvaggia, la sua capacità di trasformare l’ordinario in un miracolo di paesaggio e di gusto.

Se dovessi raccontarlo a chi non c’è mai stato, diresti che in questa valle il vino non è una bevanda: è una promessa che la natura continua a sussurrarti, una poesia da bere con tanto cuore e poco tempo da perdere.

Alla salute e “à la prochaine“.

Ezio Pelizzi Fiolini
Ezio Pelizzi Fiolini
Vive nella provincia di Torino. Progettista di case per lavoro, musicista per diletto, da sempre appassionato di enogastronomia. Diplomato sommelier all’AIS di Torino nel 2006, ama girovagare per le campagne di ogni parte del mondo con l’ambizione e la curiosità di trovare il Santo Graal dei vini. E come vuole la migliore delle tradizioni, sta ancora cercando.

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