Nel 1963 la famiglia Pighin acquistò un ampio terreno da una nobile casata friulana, dando inizio a una trasformazione significativa nel panorama vitivinicolo del Friuli. Grazie alla conduzione familiare, l’azienda ha potuto esercitare un controllo attento sull’intera filiera produttiva, mantenendo viva una passione che si è tramandata di generazione in generazione. Questi aspetti sono stati fondamentali per lo sviluppo e il costante progresso della produzione vinicola della Pighin.
Uno dei pilastri del successo dell’azienda è rappresentato dal Pinot Grigio, coltivato nei fertili terreni del Friuli Grave D.O.C. Questo vino, emblematico non solo per la cantina, è divenuto un simbolo della viticoltura friulana su scala internazionale. Le caratteristiche organolettiche equilibrate, le note fruttate e la grande versatilità rendono il Pinot Grigio ideale per numerosi abbinamenti gastronomici. Questo vino ha inoltre contribuito in maniera decisiva all’espansione internazionale della Pighin, che oggi produce più del 50% della sua produzione totale per i mercati di alta gamma, sia nazionali che internazionali.
In questa intervista, Roberto Pighin ci offre una visione approfondita dell’evoluzione dell’azienda, raccontando come il Pinot Grigio Friuli Grave D.O.C. abbia avuto un ruolo centrale nel plasmare l’identità della cantina.
Come descriveresti l’evoluzione della vostra azienda negli ultimi sessant’anni e quale ruolo ha giocato il Pinot Grigio in questa evoluzione?
La nostra azienda venne acquisita dalla famiglia nel 1963, passando dalle mani dei Conti Agricola, una nobile casata friulana. Questi possedevano un esteso podere di 200 ettari situato nel cuore della prestigiosa zona di produzione del Friuli Grave, gestito in regime di mezzadria fin dalla metà del XVII secolo. Questo passaggio ha confermato la secolare tradizione vitivinicola che caratterizza la nostra realtà aziendale.
Con l’arrivo della nostra famiglia, si è innescato un processo di profonda trasformazione, sostenuto da continui e sostanziali investimenti volti a massimizzare il valore agronomico ed enologico dell’azienda, che continua ancora oggi.
Sul fronte produttivo, ci siamo sempre prefissati l’obiettivo di realizzare vini di alta qualità e affidabilità, in grado di competere con le migliori produzioni a livello globale. Tra questi spicca il Pinot Grigio, che grazie al nostro terroir ha trovato una sorta di cittadinanza storica, come testimoniato anche dalle bottiglie datate 1935 conservate nel nostro archivio, risalenti ai tempi dei nostri predecessori.
Il Pinot Grigio, con le sue note organolettiche fruttate, persistenti, equilibrate e con una grande versatilità negli abbinamenti culinari, ha giocato un ruolo cruciale nell’aprirsi ai mercati internazionali, ottenendo un notevole successo tra i consumatori. Oggi, il nostro Pinot Grigio è considerato uno dei più apprezzati della regione Friuli nel segmento premium, sia sul mercato nazionale che internazionale, rappresentando oltre il 50% della nostra produzione totale.
La vostra, oltre a essere una cantina storica del panorama friulano, è una delle aziende più significative in regione sia dal punto di vista dell’estensione che della produzione annua. La gestione, tuttavia, è sempre rimasta nelle mani della vostra famiglia: quali sono, per una realtà vitivinicola come la vostra, i vantaggi di una gestione familiare?
Essere un’azienda a gestione familiare costituisce per noi un duplice punto di forza. Dal punto di vista umano rappresenta un valore inestimabile, in quanto la conduzione dell’azienda è nelle mani della nostra famiglia da tre generazioni, garanzia di continuità e di presenza costante da parte di coloro che hanno fondato e dato vita a questa appassionante e sfidante realtà imprenditoriale. La nostra è una passione di famiglia ispirata da sempre ad un valore molto preciso: difendere la più alta qualità del vino.
Da qui discende quello che per me rappresenta il secondo vantaggio di essere un’azienda familiare. Sotto il profilo tecnico, infatti, il fatto di essere dei produttori che possono vinificare uve di nostra produzione ci consente di avere il controllo totale dell’intera filiera, dalla terra alla tavola. Questo elemento è per noi garanzia di quella costanza qualitativa che le bottiglie firmate Pighin rappresentano da sempre per il consumatore, nella piena consapevolezza che stiamo lavorando con un prodotto della natura e come tale dobbiamo accettare le sue leggi a volte imprevedibili.
Come si pone la vostra azienda nei confronti di un tema importante come quello della sostenibilità?
Crediamo da sempre nella sostenibilità tanto che l’azienda ha 7 ettari convertiti completamente a biologico che sono stati piantati da barbatelle resistenti, ossia vitigni frutto di uno scrupoloso programma di incrocio tra fiori della vite (non incroci ogm) e selezione di viti di nuova generazione resistenti a peronospora e oidio, che permettono di ridurre i trattamenti contribuendo nel tempo alla salubrità e alla sostenibilità ambientale.
A garanzia della nostra produzione in campagna, dal 2007 siamo inoltre certificati GLOBALGAP e dal 2016 anche certificati SQNPI, il sistema nazionale di qualità della produzione integrata. In campagna usiamo quindi prodotti mirati e non inquinanti. Su questo siamo stati tra i primi produttori in Regione ad adottare il sistema di irrorazione che prevede il recupero della nebulizzazione in eccesso, consentendo di risparmiare oltre il 40% del prodotto in fase di trattamento.
La storica azienda agricola Pighin si trova nel Friuli-Venezia Giulia, una delle aree vinicole più importanti d’Italia. Le sue tenute si estendono in due dei principali terroir D.O.C., il Friuli Grave e il Collio. Le cantine, autonome, vantano vigneti che producono vini di qualità eccellente. L’anfiteatro naturale di Spessa di Capriva, con i suoi terreni marnosi, è ideale per vini bianchi eleganti e minerali, mentre i terreni di ciottoli di Risano danno vita a vini freschi e aromatici.