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Produzione Vinicola Italiana 2024: Un’Analisi Completa di Assoenologi, UIV e ISMEA

L’annuale appuntamento con le previsioni vendemmiali è un momento significativo per il settore vitivinicolo, in quanto offre a imprese, amministrazioni, tecnici e operatori commerciali una visione dettagliata della situazione del vigneto Italia, includendo anche l’analisi del mercato.

L’indagine, svolta grazie alla collaborazione tra Assoenologi, Unione Italiana Vini (UIV) e ISMEA, con il supporto dell’ufficio competente del Masaf e delle Regioni, garantisce da anni stime accurate grazie all’armonizzazione delle metodologie adottate.

Anche quest’anno la vendemmia è stata preceduta da un clima di incertezza, causato dai problemi climatici strutturali che hanno ridimensionato le ottimistiche aspettative primaverili. L’indagine condotta nella prima metà di settembre indica una ripresa produttiva rispetto alla scarsa vendemmia del 2023, ma senza il rimbalzo previsto nei mesi precedenti. Le difficoltà dello scorso anno, come la violenta peronospora e le gelate, hanno influenzato lo sviluppo vegetativo di quest’anno. I 41 milioni di ettolitri stimati (+7%) si mantengono sotto la media degli ultimi anni, ma sono sufficienti a superare la Francia, che ha registrato un calo produttivo del 18%, riconquistando così il primato mondiale. Tuttavia, la complessità della situazione attuale rende questa una magra consolazione per il settore.

La stagione è stata caratterizzata da eccessive piogge nel Centro-Nord, particolarmente in primavera. Queste, se da un lato hanno rigenerato le risorse idriche, dall’altro hanno causato preoccupazioni per la gestione delle malattie delle piante. Al Centro-Sud, i violenti temporali di agosto non hanno compensato la carenza idrica protrattasi per mesi, spingendo i viticoltori ad anticipare le operazioni di vendemmia, che quest’anno si prevede essere più lunga del solito. Le condizioni climatiche delle prossime settimane saranno cruciali per la maturazione ottimale delle uve, specialmente quelle tardive, e potrebbero influenzare positivamente le stime attuali.

La variabilità territoriale e climatica continua a rendere complesso stimare le produzioni, con risultati disomogenei anche all’interno di una stessa area. Tuttavia, in generale, si osserva una tenuta delle produzioni nel Nord, una ripresa nel Centro e un incremento contenuto nel Sud.

Scendendo nel dettaglio, si registrano alcune differenze significative. Nel Nord-Ovest, il Piemonte mostra una buona ripresa, mentre la Lombardia, la Valle d’Aosta e la Liguria registrano flessioni, con quest’ultima in lieve calo. Nel Nord-Est, si osserva una moderata crescita in Emilia-Romagna (condizionata dagli eventi alluvionali), mentre il Trentino-Alto Adige segna una flessione, e il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia rimangono stabili.

La situazione è più omogenea al Centro, con recuperi significativi rispetto alla produzione limitata del 2023. Al Sud, l’incremento è particolarmente evidente in Abruzzo e Molise, seguito da Basilicata e Campania, mentre Puglia e Calabria mostrano una crescita più contenuta. Al contrario, Sicilia e Sardegna sono state fortemente penalizzate dalla siccità.

Nel complesso, nonostante le difficoltà climatiche, si prevede un’annata di buona qualità.

Previsioni Vendemmiali 2024 Ortigia Castelletti Frescobaldi Cotarella Proietti
Previsioni Vendemmiali 2024 Ortigia Castelletti Frescobaldi Cotarella Proietti

Produzione di vino e mosto in Italia (in migliaia di ettolitri)

Le stime di produzione per il 2024 indicano una ripresa rispetto all’annata precedente. In particolare:

  • Piemonte: 2.607 (+10%)
  • Valle d’Aosta: 15 (-20%)
  • Lombardia: 840 (-30%)
  • Trentino-Alto Adige: 1.313 (-12,4%)
  • Veneto: 11.073 (0%)
  • Friuli-Venezia Giulia: 1.598 (0%)
  • Liguria: 46 (-3%)
  • Emilia-Romagna: 7.106 (+7%)
  • Toscana: 2.294 (+30%)
  • Umbria: 355 (+30%)
  • Marche: 648 (+25%)
  • Lazio: 564 (+30%)
  • Abruzzo: 2.072 (+85%)
  • Molise: 127 (+100%)
  • Campania: 480 (+30%)
  • Puglia: 7.038 (+18%)
  • Basilicata: 45 (+30%)
  • Calabria: 92 (+10%)
  • Sicilia: 2.340 (-16%)
  • Sardegna: 347 (-20%)

Nel complesso, la produzione italiana si attesta su 41 milioni di ettolitri, con una crescita del 7,1% rispetto al 2023, ma inferiore alla media degli anni precedenti.

Andamento climatico e vegetativo

L’annata viticola è iniziata con temperature sopra la media, tra ottobre 2023 e febbraio 2024, con picchi di 3 gradi superiori rispetto alla norma. Questo ha comportato un clima generalmente mite e l’assenza di gelate significative, con un abbondante accumulo di riserve idriche nelle regioni del Centro-Nord. Nelle regioni del Centro-Sud, tuttavia, le riserve idriche sono rimaste parzialmente inadeguate.

La primavera 2024, in particolare da marzo a maggio, è stata caratterizzata da piogge frequenti nel Centro-Nord, sollevando preoccupazioni per la gestione delle malattie delle piante. Tra giugno e agosto, le condizioni climatiche sono migliorate, con fasi di bel tempo interrotte da brevi perturbazioni che hanno portato piogge intense in alcune aree. Al Sud, le sporadiche piogge di agosto non sono riuscite a compensare la siccità prolungata.

L’anticipo del germogliamento e della fioritura ha portato a uno sviluppo vegetativo vigoroso nelle regioni centrali e settentrionali, ma ha anche aumentato i rischi legati alle malattie fungine, come la peronospora. Nonostante i danni localizzati, la gestione fitosanitaria si è dimostrata più efficace rispetto al 2023.

Le condizioni climatiche hanno variato notevolmente da regione a regione, influenzando anche i tempi di raccolta. Al Sud, la siccità ha provocato un anticipo della vendemmia, mentre al Centro e al Nord si è verificato un anticipo per le varietà precoci e un ritorno alle medie stagionali per quelle tardive. Le varietà più tardive hanno mostrato una maturazione fenolica completa, un aspetto positivo per la qualità delle uve.

La vendemmia ha preso il via in Sicilia il 18 luglio, seguita dalla Puglia e dall’Abruzzo. Successivamente, la raccolta è iniziata nelle regioni del Centro-Nord per le basi spumanti, con Franciacorta, Oltrepò Pavese e Romagna in prima linea. Il raccolto si è concluso in ottobre, con le ultime varietà tardive in Valtellina, Alto Adige e sulle pendici dell’Etna.

Le piogge abbondanti in alcune regioni e la carenza idrica in altre hanno determinato rese disomogenee, ma si osservano segnali di qualità in molte zone, con una maturazione ottimale delle uve nel Centro-Sud. Nelle regioni settentrionali, le escursioni termiche hanno favorito lo sviluppo di un buon potenziale aromatico, che rappresenta un punto di forza della vendemmia 2024.

Mercato e commercio con l’estero

La nuova campagna vitivinicola si è aperta con diverse incertezze per il futuro del settore, che spaziano dai cambiamenti nei modelli di consumo alla lotta contro il cambiamento climatico. Mentre si valutano le strategie di medio e lungo termine, si analizzano anche gli esiti della scorsa campagna, caratterizzata da una delle produzioni più scarse degli ultimi decenni.

Analizzando i prezzi, l’indice Ismea per la campagna 2023/2024 ha registrato un aumento generale dell’11%, con significative differenze tra i segmenti. I vini da tavola hanno mostrato un incremento del 42%, con performance migliori per i rossi rispetto ai bianchi, mentre le IGT hanno registrato una crescita più modesta del 4%. Diversa la situazione per i vini DOP, che hanno mostrato un trend negativo, in particolare per i bianchi. La frammentazione del mercato vinicolo è sempre più evidente: non si può più parlare di un singolo mercato del vino, ma di mercati dei vini, ognuno con proprie dinamiche e andamenti specifici.

La campagna 2024 si è aperta con una lieve flessione delle quotazioni rispetto alla chiusura di luglio, ma è ancora presto per delineare una tendenza precisa. Anche sul fronte delle uve c’è molta incertezza. Un aspetto cruciale per comprendere l’andamento del mercato sarà l’analisi delle scorte: dai dati di Cantina Italia, emerge che, a fine luglio, le giacenze di vino erano del 14% inferiori rispetto a quelle dello stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di una produzione ridotta di oltre il 20%. Questo indica una difficoltà nel mercato interno nell’assorbire il prodotto con regolarità, evidenziata da un calo dei consumi familiari rispetto ai primi otto mesi dell’anno precedente.

Anche l’export, pur mostrando segnali positivi, non è riuscito a bilanciare completamente le perdite del mercato interno. Secondo Ismea, nel primo semestre del 2024, l’export ha mostrato una crescita del 2,4% in volume e del 3,2% in valore rispetto al 2023, ma i dati primaverili hanno smorzato gli entusiasmi, con un calo rispetto al trend di inizio anno, quando l’incremento si attestava intorno al 6-7%. Gli spumanti continuano a trainare l’export, con un incremento dell’11% in volume e del 7% in valore. Al contrario, le vendite di vino sfuso e bag-in-box sono diminuite rispettivamente del 6% e del 5%.

Tra i principali mercati di esportazione, si segnala una leggera ripresa negli Stati Uniti e nel Regno Unito, mentre si registra un rallentamento in Canada, Francia e Svizzera.

Dettaglio regionale

  • Piemonte (+10%): La campagna 2024 è stata segnata da condizioni climatiche complesse, con piogge frequenti e temperature fresche. Queste condizioni hanno ritardato la maturazione delle uve e aumentato l’incidenza di malattie fungine, come la peronospora e l’oidio. La raccolta è iniziata con l’Erbaluce a settembre e si è conclusa con il Nebbiolo in ottobre. Nel Monferrato, la Barbera ha subito danni significativi a causa della peronospora, con notevoli perdite per le aziende biologiche. La produzione complessiva è stata fortemente influenzata dalla capacità di gestione delle malattie, con risultati variabili a seconda delle aree e delle varietà.
  • Valle d’Aosta (-20%): Una stagione piovosa e fredda ha ritardato le fasi vegetative della vite, con conseguenze negative sulla produzione a causa di problemi come la colatura e l’acinellatura. Le malattie fungine hanno compromesso lo stato sanitario dei vigneti, portando a un calo produttivo. La vendemmia ha registrato un ritardo di 8-10 giorni rispetto al 2023.
  • Lombardia (-30%): L’annata è stata condizionata da un clima avverso e da attacchi di peronospora, con un ritardo nella maturazione di circa una settimana. In Franciacorta, la vendemmia è iniziata in ritardo, con un calo significativo della produzione. Nell’Oltrepò Pavese, le grandinate e la peronospora hanno ridotto la quantità di uve raccolte, ma la qualità delle uve rimaste è stata buona.
  • Trentino-Alto Adige (-12%): L’inverno caldo ha anticipato di dieci giorni il germogliamento delle viti, esponendole al rischio di gelate tardive. Le piogge durante la fioritura hanno causato problemi come la filatura e l’acinellatura, oltre a un aumento delle malattie fungine, con danni maggiori per i produttori biologici. Tuttavia, le temperature estive hanno riportato equilibrio nel processo di maturazione.
  • Veneto (=): La stagione vitivinicola 2024 è stata caratterizzata da una primavera estremamente piovosa, una delle più intense degli ultimi trent’anni. Questo ha comportato un ritardo nelle fasi iniziali di sviluppo delle viti, richiedendo una maggiore attenzione nella gestione delle patologie, soprattutto la peronospora. Tuttavia, le temperature estive stabili hanno permesso di recuperare parte del ritardo accumulato. La vendemmia è iniziata nell’ultima settimana di agosto con le varietà precoci come il Pinot Grigio e il Pinot Nero, mentre le uve a bacca nera sono state raccolte nella seconda metà di settembre. Nonostante le difficoltà, la qualità delle uve è risultata promettente, in particolare per i vini bianchi.
  • Friuli-Venezia Giulia (=): Dopo una primavera fredda e piovosa, le temperature si sono stabilizzate solo a luglio, ma eventi di grandine in alcune zone hanno ridotto le aspettative produttive. Il Pinot Grigio, varietà di riferimento della regione, ha mantenuto una buona qualità, anche se le rese sono leggermente inferiori rispetto alla media a causa di un apporto idrico insufficiente nella fase finale della stagione. La vendemmia del Pinot Grigio è iniziata a fine agosto.
  • Liguria (-3%): La primavera fredda e umida ha causato ritardi nella maturazione delle uve bianche, come il Vermentino e il Pigato, raccolte ai primi di settembre, in ritardo rispetto agli anni precedenti. Le varietà a bacca rossa, invece, hanno mostrato una maturazione anticipata, con la vendemmia che è iniziata negli ultimi giorni di settembre. Nonostante le difficoltà climatiche, la produzione è stata solo lievemente inferiore rispetto all’anno precedente.
  • Emilia-Romagna (+7%): Un inverno particolarmente caldo ha favorito un germogliamento anticipato, ma un improvviso calo delle temperature a fine aprile ha rallentato lo sviluppo vegetativo, causando anomalie fenologiche. Nonostante le grandinate e la siccità in alcune aree, la produzione è stimata in leggera crescita rispetto al 2023. La vendemmia è iniziata già ai primi di agosto con i vitigni precoci, come il Pinot Grigio e lo Chardonnay, e si prevede una buona qualità delle uve.
  • Toscana (+30%): Dopo un autunno piovoso, la stagione vitivinicola ha beneficiato di un germogliamento anticipato e di temperature primaverili miti. Le piogge di maggio e giugno hanno favorito lo sviluppo delle riserve idriche, ma il caldo intenso da luglio in poi ha accelerato la maturazione delle uve. Le prime vendemmie delle varietà bianche precoci sono iniziate a fine agosto, seguite dalle varietà rosse come il Sangiovese. La qualità delle uve è ottima, con una produzione in forte crescita rispetto al 2023.
  • Umbria (+30%): Le condizioni climatiche sono state simili a quelle delle altre regioni del Centro Italia, con un germogliamento anticipato e un rallentamento dello sviluppo vegetativo dovuto a un abbassamento delle temperature in primavera. La maturazione è stata anticipata di circa dieci giorni rispetto agli anni precedenti, e la vendemmia ha confermato buone prospettive sia in termini qualitativi che quantitativi.
  • Marche (+25%): Un’estate secca e calda, con poche piogge primaverili, ha portato a ritardi nella maturazione delle varietà tardive, mentre le varietà precoci hanno visto un anticipo di circa dieci giorni. La raccolta del Verdicchio e del Sangiovese è iniziata a Ferragosto. La produzione si è mantenuta inferiore rispetto al 2022, ma con una qualità delle uve eccellente.
  • Lazio (+30%): Dopo un inverno mite, la ripresa vegetativa è stata anticipata grazie alle abbondanti piogge primaverili, che hanno consentito una buona riserva idrica. Tuttavia, le alte temperature estive e la scarsa escursione termica hanno creato stress idrico in alcune aree. La vendemmia delle basi spumanti è iniziata nella seconda metà di agosto, con uve di qualità ottimale.
  • Abruzzo (+85%): La siccità ha influito negativamente sulla produzione, ma l’assenza di malattie fungine ha favorito una buona qualità delle uve, che sono arrivate in cantina sane. La vendemmia è iniziata alla prima settimana di agosto, in anticipo di 10-15 giorni rispetto al solito. Nonostante il recupero rispetto al 2023, i volumi rimangono al di sotto della media storica.
  • Molise (+100%): La vite ha mostrato una buona capacità di adattamento alla scarsità idrica, con un anticipo medio di sette giorni nelle fasi fenologiche. La qualità delle uve è stata ottima, grazie all’assenza di malattie fungine, e la produzione è nettamente superiore a quella dell’anno precedente, anche se non ancora ai livelli medi.
  • Campania (+30%): Dopo un inverno mite e poco piovoso, le piogge di fine marzo hanno parzialmente compensato la carenza idrica. La vendemmia è stata anticipata di circa 15 giorni e le escursioni termiche hanno favorito una maturazione ottimale delle uve. La qualità è stata eccellente, specialmente per le basi spumanti raccolte già a fine agosto.
  • Puglia (+18%): La stagione 2024 si è aperta con condizioni climatiche favorevoli, con un anticipo di circa dieci giorni rispetto alla norma. La raccolta delle uve bianche, come Chardonnay e Moscato, è iniziata già nella prima metà di agosto. In Salento, la siccità ha influenzato le rese, ma l’assenza di precipitazioni ha favorito lo stato sanitario delle uve. Nel complesso, la qualità è ottima, anche se la produzione è inferiore rispetto alla media storica.
  • Basilicata (+30%): Un inverno mite e una primavera asciutta hanno anticipato di circa dieci giorni il germogliamento e la maturazione delle uve. Le uve bianche, come il Moscato, sono state raccolte già a inizio agosto, con una qualità eccellente grazie all’assenza di piogge e di malattie. La raccolta dell’Aglianico del Vulture è prevista per la fine di settembre, con prospettive qualitative molto promettenti.
  • Calabria (+10%): La crisi idrica ha caratterizzato la stagione, ma gli interventi irrigui hanno evitato danni significativi. L’assenza di malattie fungine ha permesso di mantenere un alto livello qualitativo delle uve, con una vendemmia che ha preso il via già a luglio per i vitigni internazionali, e a settembre per l’autoctono Gaglioppo. Nonostante le difficoltà, la produzione è tornata ai volumi del 2022.
  • Sicilia (-16%): Le riserve idriche ridotte, combinate con temperature estive elevate, hanno anticipato tutte le fasi fenologiche della vite, con la raccolta che è iniziata a luglio. L’assenza di malattie ha favorito la qualità delle uve, che si presentano in condizioni eccellenti, soprattutto per i vitigni come Nero D’Avola e Nerello Mascalese. Tuttavia, la resa quantitativa è stata fortemente ridotta rispetto al 2023.
  • Sardegna (-20%): L’inverno mite e la primavera poco piovosa hanno influito negativamente sulle riserve idriche, causando difficoltà nello sviluppo vegetativo delle piante, specialmente nel sud dell’isola. La vendemmia è iniziata a fine luglio con le varietà per la produzione di basi spumanti, mentre a metà agosto alcune piogge hanno dato sollievo ai vigneti. Nonostante la diminuzione della quantità, la qualità delle uve è risultata ottima, in particolare per varietà come il Vermentino e il Cannonau.

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