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“Piemonte” entra in etichetta: primi via libera da Roero Docg e Alta Langa Docg

Roero Docg e Alta Langa Docg aprono la strada a un cambiamento che interesserà l’intero comparto vitivinicolo piemontese: sulle etichette dei vini Docg di queste due denominazioni potrà ora comparire anche la dicitura geografica “Piemonte“. L’approvazione della modifica ai disciplinari da parte delle assemblee dei soci dei rispettivi consorzi segna l’inizio di un percorso condiviso, che entro l’estate coinvolgerà le altre 58 denominazioni d’origine della regione.

Un passaggio che amplia la possibilità di identificazione territoriale, con l’obiettivo di rafforzare la riconoscibilità dei vini regionali anche sui mercati esteri. Le prossime settimane vedranno riunirsi diversi consorzi per adottare lo stesso aggiornamento normativo, con l’obiettivo di completare il processo in tempi rapidi.

Grande soddisfazione da parte dell’assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Cibo, Paolo Bongioanni, che ha dichiarato: «Poter inserire sulle bottiglie dei grandi vini piemontesi l’indicazione geografica più ampia “Piemonte” è una conquista alla quale ho lavorato fin dall’inizio del mio mandato, raccogliendo un desiderio espresso dai nostri produttori e che abbiamo messo a punto sul piano normativo grazie al lavoro della struttura dell’Assessorato con il direttore Paolo Balocco, il dirigente di settore Gianfranco Latino e la funzionaria Elena Piva».

L’indicazione “Piemonte”, che si potrà aggiungere alle denominazioni Doc e Docg, sarà facoltativa e regolamentata: potrà essere riportata in etichetta sotto la denominazione d’origine, accanto all’eventuale nome del cru, e con un carattere non più grande di quello utilizzato per la denominazione stessa.

Il via libera dei primi consorzi è stato accolto con favore anche da Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine, organismo che riunisce tutte le 60 denominazioni piemontesi: «È un progetto per dare forza a 360° al brand Piemonte che avevamo iniziato a discutere all’interno di Piemonte Land e al quale l’assessore Bongioanni ha dato un’accelerata decisiva. Il voto all’unanimità dei primi due consorzi è espressione di uno spirito di gruppo molto sentito e che sta raccogliendo via via sempre nuove adesioni».

Dopo Roero e Alta Langa, sarà il turno del consorzio del Barbera, che riunisce undici denominazioni, seguito da Barolo e Barbaresco, già favorevoli alla modifica e pronti a portarla in assemblea a inizio giugno. L’intento è di chiudere il cerchio entro l’estate, ottenendo l’adesione di tutti i consorzi e la modifica dei rispettivi disciplinari.

Una volta completato il processo, la parola passerà al Comitato Nazionale Vini del Masaf, l’ente competente per la validazione delle modifiche. Se l’iter proseguirà senza intoppi, il decreto ministeriale potrebbe arrivare già in autunno, aprendo la strada alla comparsa del nome “Piemonte” sulle bottiglie a partire dalla vendemmia 2026.

Si valuta inoltre la possibilità di rendere retroattiva la nuova regola per i vini ancora in affinamento, come Barolo, Barbaresco e altre tipologie con disciplinari che prevedono lunghi tempi di invecchiamento.

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