mercoledì, Ottobre 8, 2025
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Export vino italiano: -9% extra-UE nel primo trimestre 2025, allarme UIV

Il mercato globale del vino italiano attraversa una fase di contrazione significativa nel primo trimestre dell’anno. Come segnala l’Osservatorio di Unione Italiana Vini (UIV), il rallentamento, già da tempo visibile nelle previsioni sui consumi reali, si riflette ora anche nei dati sull’export, finora sostenuti soprattutto dalla corsa agli acquisti negli Stati Uniti in vista dei dazi. Secondo UIV, le esportazioni verso i Paesi extra-UE hanno chiuso il trimestre con una riduzione dei volumi di quasi il 9% (-0,1% il valore), nonostante la crescita del 4% negli Stati Uniti – dove però marzo segna un deciso rallentamento. Senza questo contributo, il calo nei mercati alternativi si attesterebbe intorno al 17%.

Il presidente di Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi, commenta: «Negli ultimi sei mesi abbiamo assistito a un apparente paradosso: le spedizioni italiane verso gli Stati Uniti sembravano reggere o addirittura crescere in alcuni comparti, ma i dati reali sui consumi raccontano un’altra storia, ben più preoccupante. La corsa pre-dazi ha illuso i mercati ma la situazione è diversa: i consumi finali sono in calo o nella migliore delle ipotesi stagnanti. È quindi fondamentale – ha aggiunto Frescobaldi – non confondere le uscite (export) con il consumo reale, perché la vera analisi deve concentrarsi sul comportamento del consumatore finale, non solo sui dati doganali. Il rischio è quello di una falsa percezione di solidità del mercato che può portare a decisioni errate lungo tutta la filiera».

Da marzo si osserva un progressivo riallineamento tra quantità spedite e effettivamente consumate. L’impatto dei dazi ha portato a una contrazione delle esportazioni verso il mercato americano, che registrano una diminuzione del 3,5%. Guardando al futuro, la prospettiva rimane complessa: «La fascia superpremium – da 15 euro/litro alla cantina – rappresenta solo il 2% dei volumi e l’8% dei valori del nostro vino negli Usa», afferma il segretario generale di UIV, Paolo Castelletti. «Sarebbe pericoloso aggrapparsi alla tesi dell’insostituibilità in virtù di un posizionamento alto dei nostri prodotti. L’export made in Italy si fonda su un centrato rapporto qualità prezzo. Serve quanto prima un confronto con le istituzioni per attivare una difesa reale del settore».

Sul fronte dei consumi, le analisi dell’Osservatorio UIV su dati Nielsen presso la grande distribuzione e il retail nei principali mercati mondiali (USA, Germania, UK) mostrano, nel trimestre, cali nei volumi dell’8% (-5,5% a valore). Gli Stati Uniti segnano -5,4%, la Germania -11,8% e il Regno Unito -6,4%. Quasi tutte le principali denominazioni sono in difficoltà, dal Pinot Grigio delle Venezie al Chianti, dal Lambrusco ai rossi piemontesi fino ai bianchi siciliani, con la sola eccezione del Prosecco. La situazione è complessa anche in Italia: nella GDO, i volumi scendono di circa il 4% e si prevedono ulteriori riduzioni soprattutto nella ristorazione.

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