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Isolabella della Croce: Un Anfiteatro di Vigne e Vini a Loazzolo

Tra le colline più alte dell’Alta Langa Astigiana, oltre i 500 metri di altitudine, si apre un paesaggio fatto di vigne, boschi e pendii con pendenze superiori al 50%. Siamo nel comune di Loazzolo, la DOC più piccola d’Italia, riconosciuta nel 1992. Qui nasce la Tenuta Isolabella della Croce: quindici ettari vitati in un anfiteatro naturale, esposti a sud verso la valle della Bormida e protetti dalle alture che separano il Piemonte dalla Liguria. Le brezze marine che risalgono dai crinali portano aria fresca e pulita, essenziale per la salute delle uve e la qualità del vino.

Il territorio si distingue per equilibrio ambientale e biodiversità. La scelta di coltivare qui non è casuale: nel 2001 Lodovico Isolabella della Croce, avvocato milanese, ha deciso di dedicarsi a questa terra, lasciando la carriera legale per investire su queste colline insieme al figlio Luigi. La gestione della tenuta si basa su lavorazioni interamente manuali, necessarie a causa delle pendenze estreme che rendono impossibile la meccanizzazione. Il progetto “Terra Protetta” prevede la totale assenza di prodotti chimici: la cura del vigneto è affidata solo alla forza delle braccia e alla competenza agronomica, per preservare il patrimonio naturale e la fertilità del suolo.

La gamma aziendale è ampia e comprende Pinot Nero, Chardonnay, Sauvignon, Barbera, Moscato e Riesling. Tra questi, il Pinot Nero Bricco del Falco rappresenta una sintesi delle potenzialità del territorio: nasce da tre vigneti (Vigna Vecchia, La Vela, Mongardin), ciascuno caratterizzato da cloni e suoli differenti. La vinificazione separata e gli affinamenti mirati tra legno e acciaio esaltano le differenze tra i diversi appezzamenti, restituendo un vino elegante, speziato, con tannini integrati e una notevole capacità di evoluzione. In alcune annate vengono prodotte anche piccole partite in purezza: “Fra” e “Giotto”, per raccontare la personalità dei singoli vigneti.

Lo Chardonnay Solum si distingue per freschezza, finezza e longevità. Ottenuto da basse rese e raccolta manuale, viene fermentato e affinato tra acciaio e barrique di Allier e Tronçais, con bâtonnage settimanale. Ogni annata offre sfumature diverse, ma il tratto distintivo rimane la mineralità e la capacità di raccontare il territorio anche dopo diversi anni di affinamento.

In cantina viene adottato il sistema vinooxygen, ideato dai fratelli Elegir, che consente di vinificare senza travasi, limitando la solforosa e salvaguardando la freschezza e la complessità aromatica. Questa attenzione tecnica si riflette direttamente nel calice, dove i vini conservano maggiore integrità e longevità.

La storia della famiglia Isolabella va oltre la viticoltura. Fin dal 1870 la famiglia era nota per la produzione di liquori, attività che ha reso celebre il nome Isolabella anche fuori dai confini italiani, in particolare grazie al Vermouth. Questo legame con la tradizione e con la ricerca si ritrova ancora oggi nello stemma di famiglia, la nave vichinga in mare aperto, simbolo di una lunga storia fatta di passaggi, scelte e avventure.

Oggi la produzione della Tenuta Isolabella della Croce raggiunge le 90.000 bottiglie l’anno, con una quota di export tra il 60% e il 70%, verso Stati Uniti, Europa, Asia. La proprietà si è aperta anche all’accoglienza, con un nuovo resort immerso tra vigne e boschi: un’opportunità per vivere da vicino il lavoro, il silenzio e il paesaggio di queste colline.

Isolabella della Croce si racconta così, tra storia familiare, rispetto del territorio, ricerca e attenzione quotidiana. Una realtà che non si limita a produrre vino, ma che continua a evolversi, mantenendo saldo il legame con la propria identità e le proprie radici.

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