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Barolo en Primeur 2024: Eleganza Inaspettata da una Vendemmia Sfida

Quando la collaborazione tra vitigno, suolo e il lavoro esperto dell’uomo raggiunge un equilibrio autentico, anche le sfide climatiche più ardue possono essere superate, facendo risaltare il potenziale del terroir.

Questo è stato il filo conduttore emerso lo scorso giugno presso il Centro di Ricerca applicata all’Enologia Enosis Meraviglia di Fubine, in occasione della degustazione tecnica di Barolo en Primeur. Il progetto, nato cinque anni fa dalla sinergia tra Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione CRC Donare ETS e Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, vede la collaborazione dell’enologo Donato Lanati e del team di Enosis. L’iniziativa unisce il prestigio del Barolo a uno scopo solidale.

Per la quinta vendemmia consecutiva, le uve della Vigna Gustava—già appartenuta a Camillo Benso Conte di Cavour, figura chiave nella storia piemontese—sono diventate il fulcro di una selezione di barrique destinate alla prossima asta benefica di rilievo internazionale.

Ogni barrique racconterà le molteplici sfumature dei cru che la compongono, esaltando le differenze dovute ad altitudini, esposizioni e maturità del vigneto. Ogni lotto, battuto all’asta, contribuirà a finanziare progetti sociali, mentre le bottiglie saranno decorate da etichette firmate da artisti. Quest’anno, inoltre, un catalogo includerà 65 cantine selezionate per i lotti comunali; le bottiglie donate andranno a sostenere le attività della Scuola Enologica di Alba e di altri enti di ricerca.

Alla degustazione tecnica del 27 giugno, il critico enologico e Ceo di Vinous, Antonio Galloni, aveva già anticipato con Lanati le sue impressioni, sottolineando la finezza e la precisione raggiunte, per vini che definisce “eterei, eleganti e luminosi”. Le sue parole restituiscono il carattere di un Nebbiolo “più fragrante che potente, più floreale e agrumato che non carnoso, di viva acidità e dai tannini maturi e dolci”.

Donato Lanati conferma: “Malgrado il pessimo andamento climatico, il Nebbiolo vendemmia 2024 ha rivelato rinnovati potenziali di eleganza”. Il suo commento sottolinea come, proprio nelle annate più complicate, vigne come la Gustava riescano a offrire il meglio, grazie al continuo scambio tra natura e intervento umano, dalla cura dei filari fino alle delicate fasi di fermentazione e affinamento.

I vini emergono ed esprimono il meglio quando è garantita la stretta relazione col territorio, quella fatta di ascolto, di osservazione e di interazione”, prosegue Lanati. “In questi anni di progettualità, attraverso la ricerca analitica e oggettiva, abbiamo conquistato nuove frontiere del sapere, rispetto ad un mondo infinito e in continua evoluzione. Mai possiamo dirci arrivati, ma con la curiosità seco, possiamo dirci sempre arricchiti”.

In questo progetto, e nel mio lavoro in generale, non mi sento padre di un vino, che è invece figlio della terra, bensì, mi sento strumento e mezzo per la sua esaltazione. E’ sotto terra che avviene il miracolo più grande; poi, a noi enologi il compito di metterci testa, mano e cuore. Il carattere lo definisce il terroir”.

La Fondazione è meritevole di perspicacia e visione rispetto ad un progetto, unico in tutt’Italia, che ha coniugato la valorizzazione vitivinicola alla bellezza dell’altruismo benefico-solidale. In questo percorso, ciò che mi ha maggiormente emozionato è stato il piacere che ho potuto generare attraverso la natura. I vini migliori sono quelli che ci fanno emozionare e si fanno ricordare, evocando i momenti in cui li abbiamo degustati. Bere con consapevolezza e moderazione è fonte di sapere e viatico relazionale”, conclude Lanati, aggiungendo una riflessione personale: “è alla tavola davanti ad un buon calice di vino che, nella storia, sono state prese le decisioni più importanti. Quanta tristezza, oggi, entrare nei ristoranti e vedere il calice soppiantato dal cellulare”.

DEGUSTAZIONE TECNICA GIUGNO 2025
DEGUSTAZIONE TECNICA GIUGNO 2025

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