Michelangelo Pistoletto, l’artista italiano di fama mondiale nato nel 1933 a Biella, è stato al centro di una splendida esposizione al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea in occasione del suo novantesimo compleanno, che si è conclusa il 25 febbraio 2024. La mostra, curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria, ha trasformato gli spazi della Manica Lunga in un intricato groviglio armonioso, un’architettura urbana irregolare e libera che riflette l’intera carriera dell’artista in un monumentale autoritratto, una mappa della Città ideale del futuro.
Carolyn Christov-Bakargiev, Direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, sottolinea il ruolo poliedrico e innovativo di Pistoletto nell’arte contemporanea globale. Sin dalla seconda metà del XX secolo, l’artista ha contribuito a ridefinire il concetto di arte attraverso l’Arte povera. Il percorso artistico di Pistoletto inizia negli anni ’50 con una riflessione sulla identità personale, sviluppando l’autoritratto come espressione emblematica del suo pensiero, che vede il soggetto individuale come parte di un contesto plurale.
L’elemento chiave della mostra è “Molti di uno”, una città dell’Arte strutturata come un percorribile insieme di 29 Uffizi o stanze. Questi spazi aperti sono interconnessi e includono ambiti come l’arte, la scienza, la filosofia, il diritto e molti altri. Le porte di accesso, modellate sul Segno Arte, sono ispirate a una riflessione più ampia presente nel libro “La formula della creazione” del 2022, nel quale Pistoletto individua 31 passi fondamentali per la genesi di una nuova società.
La mostra svela un’opera-azione partecipativa nell’Uffizio Sorveglianza, proponendo una visione futura che incorpora la tecnologia, i social media e l’intelligenza artificiale. Carolyn Christov-Bakargiev solleva interrogativi su come l’invadente controllo tecnologico potrebbe influenzare la libertà individuale, incanalando la riflessione verso la responsabilità etica nell’uso degli strumenti digitali.