Alta qualità, freschezza e struttura. È questo il bilancio della vendemmia 2025 tra i filari delle vigne delle colline Unesco delle Langhe, dove i nove produttori dell’associazione Deditus confermano la solidità di un territorio che sa affrontare le sfide climatiche senza rinunciare all’eccellenza. Il risultato è un Nebbiolo equilibrato, con profumi netti e un’importante ricchezza polifenolica, capace di esprimere al meglio il potenziale della denominazione.
L’annata è stata segnata da un germogliamento anticipato del Nebbiolo, rapido e regolare, che ha dato il ritmo all’intera stagione. L’inverno mite ma piovoso ha garantito riserve idriche abbondanti, fondamentali per affrontare l’estate calda del 2025. Tra fine luglio e metà agosto le temperature hanno sfiorato i 40°C: un passaggio delicato, superato grazie alle risorse d’acqua accumulate nei suoli e a pratiche agronomiche mirate come l’apporto di sostanza organica, la gestione della chioma e la copertura erbosa negli interfilari per contenere la temperatura del terreno.
Settembre, asciutto e luminoso, con notti fresche e giornate miti, ha permesso una maturazione lenta e completa del Nebbiolo. Le uve hanno raggiunto un equilibrio ideale tra zuccheri, aromi e tannini, senza eccessi alcolici, dando vita a un profilo raffinato e armonico. La produzione è leggermente inferiore alla media, ma la qualità è considerata eccellente.
«Le caratteristiche riscontrate in questa vendemmia preannunciano vini di grandissima qualità, con ottime prospettive di maturazione e affinamento – sottolinea Gianni Gagliardo, presidente di Deditus –. Le uve hanno raggiunto gradazioni alcoliche corrette e un equilibrio ideale tra freschezza e componenti polifenolici, ben estraibili e armonici. L’annata 2025 contribuirà sicuramente a rafforzare la reputazione delle Langhe come regione produttrice di vini di più alto livello al mondo».
Oggi il Barolo esprime appieno il suo potenziale di eleganza e profondità. Le famiglie storiche di Deditus – Azelia, Cordero di Montezemolo, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto e Vietti – portano avanti un modello basato su conduzione familiare, vigneti di proprietà e sostenibilità, custodendo l’identità del Barolo e valorizzando il territorio.
L’enoturismo continua a crescere: le Langhe, insieme a Roero e Monferrato, diventate siti Unesco nel 2014, attirano visitatori da tutto il mondo grazie alla combinazione di paesaggi straordinari, grandi denominazioni, ristorazione d’eccellenza e il tartufo d’Alba. Anche il mercato resta solido, in particolare verso gli Stati Uniti, con consumatori sempre più attenti a qualità, trasparenza e sostenibilità.
Come recita un antico detto piemontese, “meglio poco e buono che tanto e mediocre“: un principio che oggi guida l’approccio dei produttori delle Langhe. Ed è proprio in questa filosofia che Deditus, nata nel 2011, trova la sua forza: un luogo di confronto e coesione tra famiglie storiche che da generazioni difendono il Barolo e le sue colline.
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Voci dalla vendemmia 2025: i produttori raccontano l’annata
Dai filari delle colline Unesco arrivano valutazioni che mescolano entusiasmo, realismo e riflessioni sul futuro. I produttori di Barolo condividono le loro impressioni su un’annata che si è distinta per equilibrio climatico, uve di qualità e una crescente consapevolezza rispetto ai cambiamenti in atto.
Per Poderi Einaudi, la vendemmia 2025 si fa notare per la straordinaria sanità delle uve e per l’ottimo bilanciamento dei parametri analitici: “La vendemmia si distingue per la grande qualità delle uve che, in poche altre occasioni, sono state così sane e perfettamente mature, ma anche per la produzione più bassa. Ciò, ha garantito un elevato sviluppo di zucchero (fruttosio), ph ed acidità totale molto equilibrate.
Le fermentazioni sono al momento reattive e veloci, ed i colori intensi. Il quadro complessivo della situazione porta a pensare che otterremo vini estremamente complessi, strutturati ed adatti a durare nel tempo; ma anche ricchi di eleganza, e bevibilità immediata.“
Un giudizio positivo arriva anche da Eugenio Palumbo di Vietti, che sottolinea la maturazione uniforme riscontrata nei diversi areali vitati dell’azienda: “Come azienda abbiamo vigne in diversi territori del Piemonte, dai Colli Tortonesi, nell’astigiano, all’albese. I primi riscontri della vendemmia 2025 ci hanno fatto capire che c’è una maturazione completa in tutte queste zone e di conseguenza i vini hanno un grande equilibrio ed espressione varietale fin dai primi giorni di vita.“
Alberto Gagliardo, per Poderi Gianni Gagliardo, definisce l’annata “strepitosa” e ne spiega i motivi con precisione tecnica: “Per la Poderi Gianni Gagliardo la 2025 è stata un’annata viticola che oggi possiamo definire strepitosa. Annata che è iniziata con germogliamento anticipato su nebbiolo ma veloce e regolare, anticipo fenologico che si è poi mantenuto per tutto il corso dell’annata.
Il buon clima estivo e le ottime riserve idriche accumulate nell’inverno precedente hanno fatto sì che le piante volassero letteralmente in piena forma ed in grande equilibrio fino alla vendemmia. Il clima autunnale con tempo soleggiato e marcata escursione termica hanno permesso una maturazione fenolica pressoché perfetta con uve dal grande equilibrio e tannini di altissima qualità.
Le prospettive per il futuro sono ovviamente molto positive, le conoscenze maturate nelle annate più difficili ci permettono oggi di affrontare queste fasi di cambiamento climatico con l’obiettivo di migliorare sempre la qualità dei nostri vini.“
Uno sguardo più ampio arriva da Alberto Cordero di Cordero di Montezemolo, che affronta anche il tema dell’evoluzione del mercato e della responsabilità collettiva: “Il Mondo del Vino è in una fase evolutiva, evidente a tutti gli operatori del settore. Consumi più cauti, diete più salutari e attenzione al reale valore dei prodotti sono il fulcro di questo cambiamento. Gestione prudente del portafogli, sostenibilità, contenuti validi della narrazione sono, di conseguenza, elementi da considerare con riguardo.
La nostra zona, per fortuna, gode di unicità varietali, di forte identità del territorio con la tradizione, di paesaggi e storie che colpiscono il cuore dei consumatori. Siamo fortunati e pertanto una crisi forte e sconvolgente non la stiamo vivendo come altre zone, le vendite magari sono rallentate e la crescita si è stabilizzata, ma le bottiglie si vendono, i consumatori comprendono ciò che si offre; ma “non è tutto oro ciò che luccica”, non bisogna credere di essere indenni ai cambiamenti del mercato.
È necessaria un maggior consapevolezza dei propri mezzi e soprattutto dei propri fini. Tra istituzione e produttori ci vuole dialogo per capire che limite porsi e quale condotta adottare per evitare di farsi prendere dalla smania di crescere perennemente e senza strategia a lungo termine. Non vuol dire chiudere tutto e bloccare ogni opportunità di crescita, che sarebbero scelte dannose per le ambizioni ed i sogni di molti, soprattutto dei più giovani, ma vuol dire avere maggior consapevolezza dei tempi che questa terra, queste persone e il mercato stesso necessita ed esige, per garantire stabilità e benessere futuro: il vecchio detto “meglio poco e buono che tanto e mediocre” più che mai deve essere la fonte di ispirazione delle scelte di tutti noi produttori nei prossimi anni.
Sono molteplici gli aspetti da considerare ed è opportuno sentire più campane. Anche per questo un’associazione come Deditus è utile per creare confronto e riflessione tra i produttori.“
Per Stefano Chiarlo, il profilo della stagione è chiaro e inequivocabile: “La vendemmia 2025 dell’uva Nebbiolo da Barolo si presenta come una grande annata leggermente anticipata, scarsa in quantità ma con caratteristiche climatiche che la fanno annoverare tra le grandi annate classiche.
Questo perché dopo un inizio vegetativo precoce e una primavera piovosa vi è stata una lunga estate con periodi caldi intervallati da qualche episodio piovoso, mai estremo, che non ha mai portato la vite in stress idrico.
Negli ultimi 20/25 giorni a ridosso della vendemmia si sono verificate rare condizioni climatiche con un fine settembre con temperature diurne estive e grandi escursioni termiche notte giorno (più di 12/14 gradi di differenza) con giornate asciutte e luminose che hanno consentito una lenta e ricca maturazione dei tannini e la formazione di precursori degli aromi; fattori che solitamente concorrono per la formazione di bouquet complessi e vini di estrema longevità ed eleganza. Anche le gradazioni alcoliche ottime, mai esagerate ed in perfetto equilibrio con acidità e PH.“
L’esperienza familiare è al centro del racconto di Lorenzo Scavino di Azelia, che lega la qualità dell’annata alla storia aziendale: “La vendemmia 2025 è stata la 46esima di mio padre e la 105esima della nostra azienda. Ne siamo veramente orgogliosi. Anche perché si è rivelata eccellente. Un ritorno all’equilibrio ed alle condizioni ideali sia dal punto di vista meteorologico che da quello della maturazione dell’uva. Dopo una primavera con condizioni climatiche variabili, e pigne abbondanti, l’estate è stata molto lunga, regolare, calda con alcuni picchi, ma non eccessivamente, con notti fresche. Settembre è stato asciutto, stabile, proprio come idealmente sarebbe utile per la maturazione del Nebbiolo.
La concentrazione di zuccheri e aromi è importante, con gradazioni alcoliche mai eccessive. Abbiamo raccolto le uve con un grado di sanità massimo.
Le rese per la maggior parte delle varietà si sono rivelate leggermente più basse, ma di questo non ce ne lamentiamo siccome la concentrazione dell’uva è maggiore. L’annata 2025 contribuirà sicuramente a rafforzare la reputazione delle Langhe come regione produttrice di vini di più alto livello al mondo.
Riguardo ai mercati, la situazione è complicata e multifattoriale. Tutti i fattori di incertezza sono esterni: tensioni internazionali, guerre, dazi, frammentazione dei mercati. Ciononostante, stiamo assistendo ad un turismo in Langa sempre in crescita, con appassionati che arrivano in visita da tutto il mondo, con entusiasmo sempre più fresco.
Noi continuiamo ad investire nella nostra regione, stiamo infatti completando la costruzione dell’espansione della nostra cantina ipogea. Un progetto di quasi 10 anni siccome, essendo a Castiglione Falletto, in piena zona core UNESCO, abbiamo atteso i permessi dalla commissione per circa 4 anni, ed ora siamo quasi al quarto anno di costruzione. La nuova struttura ci permetterà di lavorare con più agilità, migliorando la nostra logistica. La produzione rimarrà invariata, non intendiamo aumentarla ma focalizzarci sempre di più sulle nostre nostre quantità di nicchia.“
Per Claudio Pirra di Pio Cesare, la chiave è stata una gestione agronomica attenta: “La vendemmia 2025 si è rivelata un’annata impegnativa dal punto di vista climatico ma affrontata con successo grazie a una gestione agronomica precisa e mirata. Dopo un inverno mite ma molto piovoso, che ha permesso al terreno di accumulare buone riserve idriche, l’estate è stata particolarmente calda, con temperature elevate e precipitazioni scarse. Questo ha sottoposto le viti a uno stress significativo, mitigato però da pratiche agronomiche avanzate come la gestione equilibrata della chioma, il mantenimento dell’erba tra i filari, l’uso di reti antigrandine e l’apporto di sostanza organica al suolo.
La maturazione delle uve è stata accelerata dalle alte temperature, portando a una vendemmia anticipata per molte varietà. Il Nebbiolo, in particolare, ha raggiunto una piena maturazione fenolica anche in vigneti ad alta quota, come quello di Cissone a 600 metri, segno che l’altitudine può rappresentare una risorsa importante per il futuro.
Nonostante la produzione sia stata ridotta, la qualità delle uve è stata eccellente, con vini bianchi dotati di struttura e freschezza e vini rossi già molto colorati, equilibrati e promettenti in termini di longevità. Il produttore parla chiaramente di “tutti gli ingredienti per una grandissima annata”.
Lo sguardo dell’azienda è rivolto anche al futuro, con l’ampliamento della cantina ad Alba per migliorare l’efficienza e un’attenzione crescente verso i vini bianchi, su cui si investe da tempo. Si prosegue inoltre con nuovi impianti in Alta Langa per adattarsi al cambiamento climatico e osservare comportamenti vegetativi più lenti, simili a quelli del passato.
L’azienda sta adottando tecnologie innovative in vigneto, come l’utilizzo di raggi UV per rinforzare le difese naturali delle piante, e portando avanti una selezione attenta di cloni, portainnesti e pratiche agronomiche più sostenibili.
Dal punto di vista commerciale, il mercato italiano sta mostrando segnali di ripresa, mentre negli Stati Uniti le vendite restano buone, anche se l’effetto dei dazi è ancora incerto. Più problematica la situazione in Asia, mentre si registra un crescente interesse da parte di mercati meno tradizionali come Francia, Sud Africa, Sud America e altri paesi europei.
L’enoturismo è in forte espansione e l’azienda punta a valorizzarlo offrendo ai visitatori l’opportunità di degustare non solo annate recenti, ma anche vecchie annate di Barolo, Barbaresco e Chardonnay, per raccontare a fondo la ricchezza e il potenziale del territorio.”
Gianluca Torrengo di Prunotto si concentra sulle caratteristiche enologiche dei vini, sottolineando la risposta della vite agli estremi climatici: “I Baroli dell’annata 2025 sono sicuramente un’ulteriore dimostrazione che la vite è una pianta estremamente robusta e forse è una di quelle che meglio si adatta agli estremi climatici degli ultimi anni. Enologicamente, si può anticipare che i Baroli 2025 hanno profumi molto interessanti, con una componente floreale evidente. Un’abbondanza di polifenoli rende il colore pieno e profondo. Corpo: la solita evidente tannicità del Barolo ma con tannini dolci, armoniosi e molto piacevoli. Si può affermare che, ad oggi, sono vini ricchissimi ma con le varie componenti in equilibrio. È sicuramente una bellissima annata ma è prematuro dire se potrà diventare una grande annata.“
Infine Luca Sandrone di Sandrone offre una prospettiva esperta, maturata in quarant’anni di vendemmie, sul rapporto tra cambiamento climatico e nuove pratiche viticole: “Un’annata in cui fioritura ed invaiatura sono avvenuti in una finestra temporale molto stretta grazie a condizioni meteo ottimali, questo ha portato ad una perfetta omogeneità in maturazione che insieme al bel tempo in vendemmia ci ha messo in condizione di spalmare raccolta e vinificazione a nostro piacimento. Tra l’altro oltre ad un perfetto equilibrio ritroviamo delle gradazioni più contenute rispetto al passato recente.
Una cosa che voglio sottolineare è che nel corso delle mie quaranta vendemmie sono cambiate tante cose, sia dal punto di vista climatico sia nel modo di lavorare e interagire con la vite, e nel caso specifico del nebbiolo quello che una volta poteva sembrare un limite, vedi il vigore e il ciclo molto lungo, oggi sono da considerare una qualità che insieme alla resilienza dimostrata rendono ancora più grande questo vitigno. Anche l’approccio agronomico è cambiato, lavorazioni mirate del terreno, ricerca nell’equilibrio della sostanza organica, inerbimenti, sovesci, l’attenzione al microbioma… tutte operazioni che unite alla disponibilità di personale specializzato per agire con interventi mirati nei momenti giusti ci consentono vendemmia dopo vendemmia di confermare la grandezza del nostro territorio. Langa, Nebbiolo, Uomo, continuano ad essere una conferma.“