Con la partecipazione di oltre cinquantadue aziende vitivinicole, Taste Alto Piemonte ha celebrato la sua sesta edizione presso il castello Sforzesco di Novara. Un evento realizzato dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte, che ha come obiettivo la tutela, valorizzazione e promozione dei vini delle province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola dal lontano 1999. Il consorzio si impegna nella diffusione della conoscenza dei vini e nella promozione di iniziative per valorizzare le storiche Denominazioni di Origine, tra cui due Docg (Gattinara e Ghemme) e otto Doc (Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Lessona, Sizzano e Valli Ossolane). Fino a qualche decennio fa, l’Alto Piemonte era un unico fittissimo vigneto, ridotto drasticamente dall’industrializzazione vissuta a partire dal Dopoguerra, che ha interessato tutta la Valsesia. Tuttavia, i piccoli produttori rimasti hanno saputo preservare un patrimonio di identità. I vini di questi luoghi sono caratterizzati da grande qualità e finezza, esenti dalla standardizzazione del gusto. L’Alto Piemonte, con la sua conformazione collinare, è da sempre votato alla viticoltura e beneficia di un microclima ideale per la coltivazione del Nebbiolo, il grande Principe dei Vitigni. I suoli del territorio sono preziosi e molto differenziati, con sedimenti marini adagiati su fondi alluvionali o porfirici, terreni poco compatti e ghiaiosi, blocchi di porfidi vulcanici ocra o bruni, depositi marini e morene con grandi concentrazioni granitiche. Tutti i terreni sono molto acidi e conferiscono ai vini complessità e grande ricchezza minerale. I venti freddi che scendono dal Monte Rosa e dalle Alpi determinano forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e favoriscono lo sviluppo di profili aromatici peculiari che spaziano dalle erbe officinali alle spezie. Quindi la combinazione di un microclima particolare con la ricchezza di suoli privilegia i grandi vini dell’Alto Piemonte.
Il banco degustazione è stato l’indiscusso protagonista dell’edizione di quest’anno, con la sua vasta scelta di vini e la partecipazione di ben 52 aziende vinicole. Grazie al grande interesse suscitato, il numero di visitatori ha superato le aspettative, attestandosi intorno ai 1.800. Tra le tante eccellenze presenti, i Gattinara riserva dell’azienda agricola Antoniolo hanno sicuramente fatto la differenza, soprattutto il 2018 San Francesco che mi ha conquistato con il suo profilo olfattivo intenso e ricco di sfumature.
Un’esperienza degustativa che ci ha portato a soffermarci a lungo presso lo stand di Rovellotti Viticoltori in Ghemme. I loro vini, tra cui spiccano Vespolina, Ghemme e il passito di Erbaluce, hanno in comune una straordinaria limpidezza, pulizia e personalità. Tra i vini assaggiati, anche un Ghemme riserva 2001, con un bouquet di frutta stramatura e note speziate di pepe nero, tabacco e bacche di ginepro.
Torraccia del Piantavigna ha presentato vini di altissima qualità, come il Treconfini 2019, Ramale 2018, Gattinara 2018 e Ghemme 2016, ciascuno con la propria forte identità.
L’azienda Franchino di Raviciotti Alberto ha invece presentato un Gattinara (2019) con uno stile rigorosamente territoriale e dal bouquet intenso.
Infine, il Bramaterra della cantina Antoniotti Odilio, un nebbiolo di una complessità davvero emozionante con un profumo ampio dalle note di pepe, tabacco, cannella e da una nota minerale che ricorda il porfido.
L’edizione di quest’anno è stata davvero un successo, con la possibilità di scoprire grandi vini e conoscere i produttori che stanno lavorando con passione e impegno per offrire sempre la migliore qualità.