La mostra “Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro” rappresenta un’opportunità per immergersi nella straordinaria carriera di Dorothea Lange, una fotografa che ha saputo coniugare l’osservazione sociale con l’arte in maniera impeccabile. Curata dal direttore artistico di CAMERA, Walter Guadagnini, e dalla curatrice Monica Poggi, la mostra si compone di 200 immagini che coprono vari periodi della vita dell’autrice, ma concentrandosi soprattutto sugli anni Trenta e Quaranta, il momento culminante della sua attività. La mostra, aperta dal 19 luglio all’8 ottobre è allestita presso CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia a Torino.
In quegli anni, gli Stati Uniti attraversarono un periodo di grandi cambiamenti economici e sociali, e Dorothea Lange si trovò al centro degli eventi, documentando la devastazione causata dalla grave siccità e dalle tempeste di sabbia che colpirono il Sud del paese. La sua sensibilità e la sua empatia le permisero di catturare con la macchina fotografica le storie e i volti dei lavoratori agricoli costretti a migrare in cerca di lavoro nelle grandi piantagioni della Central Valley. I suoi scatti sono diventati testimonianza di un’epoca cruciale, e le dettagliate didascalie che accompagnano le immagini arricchiscono il loro significato, offrendo una prospettiva ancora più completa sulle condizioni di vita di quei tempi.
Tra le tante opere di rilievo, spicca il celebre ritratto intitolato “Migrant Mother“, che ritrae una giovane madre e i suoi sette figli, privi di risorse e costretti a vivere in un accampamento di tende e auto abbandonate. Questa immagine è diventata un’icona della maternità e della dignità del XX secolo, ancora oggi carica di un potente messaggio sociale ed emotivo.
La mostra, offre un’opportunità di riflessione profonda sui temi universali che Dorothea Lange ha affrontato nelle sue fotografie: dalla crisi climatica alle migrazioni, dalle discriminazioni alle difficoltà socioeconomiche. Pur trattando di eventi accaduti diversi decenni fa, le tematiche affrontate sono tutt’ora di attualità, aprendo il dialogo sulle sfide che la società moderna continua ad affrontare.
L’autrice, nel corso della sua carriera, ha continuato a dedicarsi alla fotografia con passione e impegno, spostando il suo interesse verso temi sociali e gli effetti devastanti della Grande Depressione. Le sue fotografie sono testimonianze intime e potenti, capaci di raccontare una storia, ma anche di scuotere le coscienze.
Dopo CAMERA, la mostra avrà una seconda tappa al Museo Civico di Bassano del Grappa a partire dal 21 ottobre.