L’esposizione “André Kertész. L’opera 1912-1982” è in programma presso Camera Centro Italiano per la Fotografia a Torino fino al 4 febbraio 2024 e offre un’affascinante retrospettiva sulla vita e l’opera del celebre fotografo d’origine ungherese. La mostra, realizzata in collaborazione con la Médiathèque du patrimoine et de la photographie (MPP) di Parigi, istituto del Ministero della Cultura francese, custode di oltre centomila negativi e di tutti gli archivi donati dallo stesso Kertész allo Stato nel 1984, presenta oltre centocinquanta immagini che attraversano l’intera carriera del fotografo.
André Kertész, nato a Budapest nel 1894, giunse in Francia nel 1925 e successivamente si trasferì negli Stati Uniti nel 1936, dove trascorse il resto della sua vita fino alla sua morte nel 1985. La mostra segue le tappe biografiche dell’artista, partendo dalle sue prime fotografie amatoriali nel suo paese d’origine e durante gli anni della Prima Guerra Mondiale. In questo periodo, Kertész raffinò il suo sguardo, dimostrando già la sua straordinaria capacità di trasformare la vita quotidiana in immagini sospese tra realtà e metafisica, come evidenziato nell’opera “Nuotatore” e nei primi di una lunga serie di autoritratti.
L’esposizione continua con le celebri icone create durante il periodo parigino degli anni Venti e Trenta, evidenziando le straordinarie nature morte realizzate nello studio del pittore Piet Mondrian e i ritratti di figure di spicco della cultura e del costume del Novecento. Dalla musa Kiki de Montparnasse al regista Sergej Ėjzenštejn e allo scultore Ossip Zadkine, Kertész cattura la storia e l’anima di un’epoca attraverso la sua lente.
La mostra getta luce anche sul periodo successivo della vita di Kertész, trascorso negli Stati Uniti, dove le nuove architetture, gli stili di vita e i panorami cittadini influenzarono profondamente la sua fotografia. Immagini spettacolari del porto di New York, lo skyline della Grande Mela con le ormai scomparse Twin Towers, e scatti della casa dell’architetto Philip Johnson sono solo alcuni dei punti salienti di questo periodo.
L’esposizione è curata da Matthieu Rivallin, responsabile del Dipartimento di fotografia della MPP e da Walter Guadagnini, direttore artistico di CAMERA, la mostra celebra anche il sessantesimo anniversario della partecipazione di Kertész alla Biennale di Venezia.