Il 24 gennaio 2025, presso la sede dell’AIS Piemonte, si è svolta la prima edizione de “Il Vermouth di Torino… a Torino“, un evento atteso da professionisti e appassionati, che ha offerto la possibilità di degustare un’ampia selezione di Vermouth di Torino e partecipare a workshop di approfondimento sul tema.
Il termine Vermouth deriva dal nome tedesco dell’Artemisia Absinthium (Wermut) e indica un vino aromatizzato nato nella seconda metà del XVIII secolo grazie ai liquoristi torinesi. Nei primi anni dell’Ottocento, la nuova bevanda si diffuse rapidamente in Europa e, successivamente, nel resto del mondo, a partire dall’America Latina. Tuttavia, solo il 22 marzo 2017 il Vermouth di Torino è stato ufficialmente riconosciuto e classificato grazie all’approvazione del Disciplinare di Produzione.

Cosa distingue il Vermouth di Torino dagli altri vini aromatizzati? Innanzitutto, per essere definita vermouth, una bevanda deve contenere almeno il 75% di vino, fortificato e aromatizzato con infusi alcolici di piante aromatiche, tra cui deve essere presente l’Artemisia (Pontica e/o Absinthium).
Il Disciplinare del Vermouth di Torino stabilisce un forte legame tra il prodotto e il territorio. Infatti, il vino base (bianco, rosso o rosato) deve essere italiano; ancora più stringenti sono le regole per la dicitura Superiore, che richiede almeno il 50% di vino piemontese. Per quanto riguarda le botaniche, l’Artemisia deve sempre provenire dal Piemonte e, nel caso del Superiore, anche le altre erbe devono essere coltivate e raccolte nella regione. A Pancalieri, a sud di Torino, si trova la più grande coltivazione al mondo di questa pianta.
Altri aspetti tecnici riguardano la gradazione alcolica minima, fissata a 16 gradi per il base, 17 per il Superiore e 18 per Dry ed Extra Dry. La quantità di zucchero varia: almeno 130 grammi per litro nel Dolce, massimo 50 grammi per il Dry e 30 per l’Extra Dry. Per la colorazione è consentito l’uso di caramello (E 150). Un ulteriore requisito essenziale è che la produzione e il confezionamento avvengano esclusivamente in Piemonte.

Durante l’evento organizzato da AIS Piemonte, sono stati presentati dati significativi sulla crescita del Vermouth di Torino dal 2019 in poi, anno in cui il prodotto ha ottenuto il marchio IGP.
Rispetto al 2018, quando la produzione ammontava a 1.817.000 litri, nel 2024 i volumi sono saliti a 5.108.357 litri, grazie a un rinnovato interesse dei consumatori e alla fiducia dei produttori. Anche il valore del Vermouth di Torino ha registrato un incremento: il prezzo medio di vendita al litro è passato da 17,92 € (gennaio 2018) a 25,20 € (gennaio 2025), facendo crescere il giro d’affari del settore da 32,6 milioni di euro a 172,2 milioni di euro. Questo aumento è dovuto, tra gli altri fattori, al rafforzamento del controllo di filiera e alla severità del Disciplinare di Produzione.
Attualmente, il Vermouth di Torino è esportato in 82 Paesi e viene consumato sia liscio che in miscelazione. Negli ultimi anni, l’aperitivo a base di vermouth ha conosciuto una vera rinascita, soprattutto nella mixology, come dimostra il crescente numero di vermoutherie a Torino. Quella che un tempo era considerata la bevanda “che beveva mio nonno” è oggi protagonista di un’importante evoluzione, grazie all’impegno del Consorzio, delle storiche case produttrici e dei nuovi artigiani che propongono innovative interpretazioni, pur rispettando la tradizione.
Sembra dunque che il vino aromatizzato più famoso al mondo sia pronto a vivere una nuova epoca d’oro, sia in Italia che all’estero.


I migliori assaggi della giornata
L’evento ha proposto una selezione variegata di Vermouth di Torino, da quelli più aderenti alla tradizione a versioni con caratteristiche più moderne, mantenendo sempre un elevato livello qualitativo. Ecco i migliori assaggi della giornata:
- Chazalettes – Vermouth di Torino Extra Dry Secco e fresco, con aromi agrumati ed erbe alpine, ben bilanciato e con un finale persistente.
- La Canellese – Vermouth di Torino Bianco Morbido e fresco, con note floreali ed erbacee; le botaniche sono utilizzate con delicatezza per esaltare il vino di base di ottima qualità, creando un perfetto equilibrio tra dolcezza e acidità.
- Carpano – Antica Formula Rotondo e vanigliato, con sentori di caramello, zafferano, agrumi e spezie dolci. Ha un buon corpo e una complessità olfattiva che lo rendono ideale per abbinamenti gastronomici importanti; l’acidità compensa bene la morbidezza.
- Del Professore – Vermouth di Torino Classico Equilibrato e giustamente amaricante, con note fruttate e speziate. L’uso del Moscato conferisce sentori floreali e fruttati, ben armonizzati con le spezie dolci impiegate.
- Carlo Alberto – Vermouth di Torino Riserva Red Superiore Caldo e balsamico, con note chinate e di frutta rossa. L’impiego del vino Erbaluce dona acidità e sapidità, mentre il finale richiama sentori di cacao e sfumature amaricanti.


