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Consorzio Tutela del Gavi: Tradizione, Territorio e Futuro del Vino Cortese

Nato nel 1993, il Consorzio Tutela del Gavi rappresenta un punto di riferimento per la valorizzazione e la tutela della denominazione Gavi Docg in Italia e nel mondo, sotto l’egida del Ministero dell’Agricoltura. Oggi raccoglie 190 aziende che compongono la filiera, seguendo con dedizione ogni fase produttiva. La passione e l’impegno degli associati si riflettono nei 14 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, il 92% delle quali viene esportato in oltre 100 paesi. Questo organismo agisce nell’interesse di produttori, vinificatori e imbottigliatori distribuiti su 11 comuni della provincia di Alessandria, sostenendo una crescita costante nell’ultimo decennio.

Il Gavi Docg nasce dal vitigno Cortese, una varietà a bacca bianca tipica del Piemonte. Questo vino si distingue per freschezza ed eleganza, maturando negli anni una struttura complessa e raffinata. La sua versatilità è riconosciuta e apprezzata a livello internazionale, tanto da essere considerato il bianco simbolo della regione.

Il territorio della denominazione si articola su tre tipologie di suoli: argille rosse, terre bianche e una fascia centrale caratterizzata da marne e arenarie, che si estendono sugli 11 comuni produttivi.

Dal 2013, il Consorzio affida all’Associazione Italiana Sommelier (AIS) la selezione del campione più rappresentativo della vendemmia, degustato alla cieca tra le bottiglie delle aziende associate. Questo vino assume il ruolo di “bottiglia istituzionale” per un anno.

In trent’anni di attività, il Consorzio ha segnato tappe cruciali per la crescita della denominazione, promuovendo progetti di selezione clonale con il CNR, mappature dettagliate del territorio, iniziative per la tutela del patrimonio viticolo e la salvaguardia delle api attraverso stazioni di biomonitoraggio.

Il 2024 è stato un anno significativo, con i festeggiamenti per il 50° anniversario della Doc Gavi, istituita nel 1974, e la Docg raggiunta nel 1998.


Un bianco che racconta una terra

La presenza di un grande vino bianco in una regione famosa per i rossi rivela il forte legame tra il Gavi e la Repubblica di Genova. Le famiglie genovesi, che avevano le loro dimore di campagna in queste zone, prediligevano una cucina a base di pesce, carni magre e verdure: un perfetto abbinamento con il Cortese, “nobile” vitigno autoctono.

Le colline del Gavi segnano il punto d’incontro tra mare e pianura, in una posizione strategica su antiche vie commerciali come la via Postumia, la Francigena e la Via del Sale. L’area archeologica di Libarna e il Forte di Gavi sono testimoni di un passato segnato da scambi e contatti che risalgono all’epoca romana.

Dal Medioevo, questi territori hanno ospitato importanti insediamenti feudali genovesi: castelli, vigneti, boschi e opifici hanno rappresentato la base del potere delle grandi dinastie come i Doria, gli Spinola, gli Adorno, i Malaspina, i Grimaldi. L’influenza genovese è ancora evidente nelle architetture dei borghi storici, nelle residenze nobiliari oggi sedi di aziende vinicole e soprattutto nella cucina locale, in cui il Gavi si abbina naturalmente con pesce, verdure e carni bianche.

Secondo una leggenda, il nome del vino deriva dalla principessa Gavia, che avrebbe chiamato così il borgo dove trovò rifugio durante la fuga dalle truppe francesi, scampando all’ira del padre Clodomiro, re dei Franchi.

Consorzio Tutela del Gavi: Tradizione, Territorio e Futuro del Vino Cortese
Gavi, vendemmia © Cristian Castelnuovo

Le tappe principali della denominazione

  • 972
    Un documento conservato presso l’Archivio di Stato di Genova testimonia la presenza di vigne in queste terre già dal 3 giugno 972, con l’affitto di terreni da parte dell’Arcivescovo di Genova a due cittadini di Gavi.
  • 1782
    Prime tracce della vocazione all’export dei vini del territorio, che dal porto di Genova raggiungono il Nuovo Mondo.
  • 1789
    La prima ampelografia piemontese cita il vitigno Cortese tra quelli coltivati.
  • 1856
    Primi impianti specializzati a Cortese nelle tenute dei marchesi Cambiaso, La Centuriona e La Toledana di Gavi.
  • 1869
    La Commissione ampelografica della Provincia di Alessandria, grazie al lavoro dell’enologo Luigi Oudard, descrive il Cortese come particolarmente adatto alla spumantizzazione.
  • 1924
    Arturo Marescalchi, nella guida “Vini Tipici d’Italia”, riconosce i vini ottenuti da uve Cortese come “Bianchi tipo Gavi”.
  • 1997
    Il Consorzio avvia la selezione clonale dei migliori biotipi di Cortese, per rafforzare le qualità del vitigno.
  • 1998
    Raggiungimento della Docg: il riconoscimento più prestigioso per il vino italiano di qualità. La produzione di Gavi Docg è ammessa in 11 comuni della provincia di Alessandria secondo un disciplinare rigoroso.
  • 2004
    Il Consorzio completa per primo in Italia la mappatura ampelografica e la geolocalizzazione satellitare dei vigneti, garantendo l’origine del Cortese.
  • 2007
    Analisi dettagliate del territorio tramite carte di esposizione solare, pendenza, altitudine e orientamento, per una classificazione precisa delle diverse aree.
  • 2014
    I primi 40 anni della Doc vengono celebrati con un’etichetta commemorativa.
  • 2015
    Parte il progetto di selezione dei lieviti autoctoni, per valorizzare ulteriormente la tipicità del Gavi Docg.
  • 2018
    Inizia il monitoraggio del polline delle api, per valutare la sostenibilità delle pratiche in vigneto.
  • 2022
    Il Consorzio lancia iniziative di promozione del Gavi Docg in Europa e negli Stati Uniti, con eventi a Londra, Anversa e New York. L’obiettivo è rafforzare la percezione del marchio, non solo aumentarne la diffusione.
  • 2023
    Doppio anniversario: 25 anni di Docg e 30 anni del Consorzio.
  • 2024
    Cinquant’anni dalla nascita della Doc Gavi.

I numeri del Consorzio Tutela del Gavi

Nel 2024 sono state prodotte 13 milioni di bottiglie, su una superficie di 1.600 ettari. Oggi il Consorzio riunisce 190 aziende, tra produttori, vinificatori e imbottigliatori, coinvolgendo oltre 500 famiglie nella filiera. Il fatturato complessivo raggiunge i 67 milioni di euro. Il 92% della produzione è destinato ai mercati esteri, con una presenza in più di 100 paesi. La resa massima consentita è di 95 quintali di uva per ettaro, sempre esclusivamente di Cortese, il vitigno che rende il Gavi Docg un bianco inconfondibile.

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