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Canelli, culla del Moscato d’Asti, diventa Docg: la nuova denominazione di origine controllata e garantita

Il 6 aprile, il disciplinare di produzione del Moscato d’Asti di Canelli è stato riconosciuto come Docg, dando vita alla nuova denominazione “Canelli Docg“. Solo le uve provenienti da 17 comuni adiacenti alla sottozona di Canelli, che sono composte esclusivamente dal vitigno Moscato Bianco, potranno accedere alla nuova Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Questo annuncio è stato fatto dal Consorzio Asti Docg durante il Vinitaly.

Canelli, una città situata al confine tra Langhe e Monferrato, è stata la culla dello spumante, inventato nel 1865 da Carlo Gancia, antesignano dell’Asti Spumante, che utilizza al 100% le uve di Moscato. Da allora, la filiera della spumantizzazione si è sviluppata grazie alle tecnologie di elaborazione del vino, dando vita a due tipologie di vino: Asti Spumante e Moscato d’Asti. Il Canelli Docg Riserva sarà caratterizzato da un vino aromatico, dolce, con una leggera sovrappressione e una bassa gradazione, nonché da una maturazione e affinamento non inferiore a 30 mesi.

La coltivazione della vite, e del Moscato in particolare, è stata la coltura predominante nell’area di Canelli fin dal 1300. Federico Martinotti, nei primi anni del ‘900, perfezionò il procedimento di preparazione del vino destinato alla fermentazione.

Il Consorzio Asti Docg è tra le più antiche realtà consortili in Italia e tutela l’intera area produttiva. Il Moscato Bianco, che dà vita alla Docg piemontese nelle tipologie Asti Spumante e Moscato d’Asti, è coltivato in 51 comuni della Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo su un’estensione di circa 10mila ettari. Questo territorio fa parte del paesaggio vitivinicolo Patrimonio Mondiale dell’Umanità, il primo in Italia, riconosciuto dall’Unesco nel 2014 (“Paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato”). Lo scorso anno sono stati imbottigliati oltre 100 milioni di pezzi, il 90% dei quali esportati.

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