A Vaie, tra le montagne della Val di Susa, svetta la Sacra di San Michele, un’antica abbazia costruita tra il 983 e il 987, famosa per aver ispirato lo scrittore Umberto Eco per il suo romanzo “Il nome della rosa”. Ai piedi di questa rocca, c’è un vecchio fienile che è stato restaurato con gusto e profondo rispetto per le tradizioni locali. In questo edificio, si trova il Birrificio Soralamà e la Brasseria.
Alla Brasseria Soralamà, il menu cambia con le stagioni, offrendo piatti freschi e leggeri durante le giornate soleggiate dell’estate e portate più sostanziose e appaganti quando la neve ricopre le montagne. Naturalmente, questi piatti e taglieri possono essere accompagnati da qualsiasi birra Soralamà, che è disponibile sia alla spina sia in bottiglia. Godendosi il pasto seduti a un tavolo con vista sull’impianto di produzione, si può apprezzare il sapore delle birre, mentre si gustano panini, gofri e altri piatti.
La nostra visita al birrificio Soralamà è stata durante l’evento Soralamà Oktoberfest, che ci ha sedotto con un invitante menù e l’opportunità di gustare birra in boccali da un litro. Per quanto riguarda il cibo, abbiamo optato per il menu che includeva un Bretzel ripieno di provola e speck, uno stinco alla birra incredibilmente morbido e, per concludere, una deliziosa fetta di strudel.
Durante la cena, abbiamo assaggiato due tipi di birra. Innanzitutto, la “WOW“, una birra di tipo Bock, di medio corpo e con una buona armonia gustativa. Poi c’è stata la “Marzen“, ispirata all’omonima birra tedesca a bassa fermentazione, originariamente prodotta solo a marzo (da qui il nome). Si presenta come una birra ambrata con ricchi aromi e sapori di malto che ricordano la crosta di pane.
Il birrificio Soralamà ha scelto il comune di Vaie, nella Valle di Susa, come sede grazie alla qualità dell’acqua locale. Quest’ingrediente, che rappresenta il 95% della birra, può influenzare notevolmente il mosto e l’aroma delle materie prime, dando alle birre Soralamà un carattere leggero e di facile bevibilità. In effetti, alcune tipologie di birra sono nate proprio grazie alle caratteristiche uniche dell’acqua utilizzata nella produzione.
Oltre all’acqua, il mastro Birraio Lorenzo Turco seleziona attentamente gli altri ingredienti per le sue birre. Dall’orzo ai luppoli, passando per i cereali, le spezie e il genepy del territorio, ogni ingrediente è scelto con cura per garantire la massima qualità e un sapore unico. La blanche Genny, ad esempio, è caratterizzata dalla presenza del genepy.
Il birrificio Soralamà è un birrificio artigianale indipendente che produce solo birra cruda, viva e non pastorizzata. La differenza tra una birra artigianale e una birra industriale è simile a quella tra il pane di un fornaio artigiano, che si prende cura delle farine, dei lieviti e della cottura, e i prodotti da supermercato.
La qualità delle birre è frutto di un progetto che cresce da vent’anni. Nasce quando il movimento delle birre artigianali muoveva i primi passi, e oggi è uno dei primi 15 birrifici in Italia, con una produzione annuale di 4.000 ettolitri, equivalenti a 400.000 litri. Le birre sono disponibili in bottiglie da 33 cc e 75 cc. Inoltre, il birrificio è specializzato nella fornitura di birre alla spina e nella produzione di birre con marchi personalizzati per i propri clienti.