Il Consorzio Asti DOCG, composto da oltre mille aziende consorziate e 10 mila ettari di vitigno per una produzione di oltre 100 milioni di bottiglie in buona parte commercializzate sotto Natale, è in allarme a causa di un’imprevista complicazione legata all’etichettatura dei prodotti vitivinicoli. L’organizzazione ha sollecitato con urgenza le istituzioni italiane e dell’Unione Europea affinché intervengano tempestivamente per risolvere una situazione che rischia di mettere in ginocchio la campagna per le festività e l’economia di un intero territorio.
Il problema ha radici nelle linee guida emanate dalla Commissione UE due anni fa, che permettevano l’utilizzo dell’e-label (QR code) per fornire informazioni elettroniche sugli ingredienti e sulle dichiarazioni nutrizionali dei vini. In previsione di ciò, i produttori, in particolare quelli di spumanti, si erano organizzati stampando centinaia di milioni di etichette, pronti a rispondere alle nuove disposizioni.
Tuttavia, una settimana fa, la Commissione Ue ha improvvisamente bloccato il procedimento, inserendo nelle linee guida un dettaglio apparentemente insignificante ma cruciale: la necessità di identificare il QR code con la parola “ingredients” anziché la sola lettera “i” inizialmente ritenuta valida. Un cavillo che rischia di compromettere l’intera filiera produttiva, considerando che per apportare le necessarie modifiche e ristampare le etichette occorrono almeno due settimane di lavorazione.
La richiesta del Consorzio Asti DOCG è ora rivolta a Bruxelles, chiedendo un intervento urgente e la concessione del consenso all’utilizzo, fino all’esaurimento delle scorte attuali, delle etichette stampate prima delle nuove disposizioni. Questo, secondo il Consorzio, sarebbe fondamentale per evitare danni irreparabili alle aziende e per garantire la normale commercializzazione, specialmente in vista delle festività natalizie, quando la richiesta di prodotti vitivinicoli raggiunge il suo apice.
La situazione, se non risolta tempestivamente, potrebbe avere ripercussioni non solo sull’economia locale, ma anche sul settore vitivinicolo nel suo complesso, richiedendo un’azione immediata da parte delle autorità competenti per garantire la continuità e la stabilità del mercato.