Dai terreni montuosi dell’America Latina alle dolci colline dell’Australia meridionale, passando per le rinomate regioni vinicole d’Europa e le emergenti produzioni di Turchia e Cina: la terza edizione di Slow Wine Fair, in programma dal 25 al 27 febbraio, riunirà a BolognaFiere oltre 950 espositori selezionati dal panel di degustazione di Slow Food. Tra questi, più di 200 cantine provenienti da 25 Paesi, tra cui 39 dalla Francia, 17 dalla Spagna, 18 dall’Austria e 7 dalla Germania, offriranno un assortimento di oltre 5000 vini da degustare. Quest’anno vedremo per la prima volta la partecipazione di Australia, Giappone, Messico, Sudafrica e Svezia. Questi numeri fanno di Slow Wine Fair un evento di riferimento nel panorama vinicolo internazionale, arricchendo il dibattito tra i produttori della Slow Wine Coalition, una rete globale che comprende tutti gli attori della filiera vinicola impegnati quotidianamente nel rispetto dei principi del Manifesto del vino buono, pulito e giusto, preservando l’ambiente e le sue risorse e mantenendo viva la loro comunità di appartenenza. Scopriamo insieme alcuni dei loro progetti.
Francia e Germania insieme: i Vignerons de Lantignié incontrano Die Glugg
Il lavoro della Slow Wine Coalition mira a promuovere collaborazioni tra vignaiole e vignaioli al di là della manifestazione. È il caso dei Vignerons & Terroirs Lantignié, un collettivo costituito da 14 vignaioli slow della regione francese del Beaujolais, e Die Glugg, che rappresenta 7 vignaioli della regione tedesca del Rheingau. Dopo essersi conosciuti a Slow Wine Fair nel 2023, hanno deciso di incontrarsi anche sul campo, nelle rispettive vigne e cantine, per condividere princìpi, strategie e sfide comuni, ma soprattutto per instaurare un dialogo duraturo che li porti a fronteggiare le rispettive problematiche e a sperimentare nuove pratiche sostenibili capaci di ristabilire e conservare la fertilità del suolo. Scopri qui i frutti del loro incontro.
E ancora… Aumentano gli espositori provenienti dalla Spagna, con la presenza di sette viticoltori galiziani, tra cui la Bodega Pentecostés, che custodisce l’unico vigneto inserito nella Doc Rias Baixas, ubicata nella regione della Valle Miñor, e Adega do Ricón, cantina che valorizza le varietà native del territorio apportando il minor numero di interventi possibile in vigna e in cantina. Dal Giappone, partecipano per la prima volta a Slow Wine Fair, Grape Republic, che nella prefettura di Yamagatalavora fa viticoltura senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti, antiossidanti e impiegando esclusivamente con lieviti naturali, per produrre vini che rispecchino al massimo il terroir locale, e Coco Farm & Winery, realtà che ad Ashikaga, nella prefettura di Tochigi, da oltre 30 anni impegna ragazzi con disabilità nel lavoro in vigna e nella produzione di vino.
Dal nord dell’Argentina, i vini ad alta quota di Gastón Cruz
Nonostante l’immagine popolare della viticoltura Argentina sia dominata dalla regione di Mendoza, dove la produzione è tendenzialmente di larga scala, ci sono viticoltori che sfidano gli aridi pendii di Jujuy, la provincia più settentrionale del Paese. Uno di questi è Gastón Cruz della Bodega Don Milagro, che coltiva varietà native nel paese di Purmamarca, immerso nella valle della Quebrada de Humahuaca. Insieme alla moglie, l’enologa Carolina Ruiz, Gastón continua a valorizzare i vigneti piantati dal nonno 80 anni fa, producendo Malbec, Cabernet Franc e Torrontés, emblematica uva bianca di questa zona che veniva utilizzata per le prime vinificazioni in anfore di terracotta. Scopri qui la sua storia.
La Turchia e gli antichi vigneti delle montagne del Tauro
La Turchia è tra i primi cinque Paesi al mondo per superficie vitata, davanti a Stati Uniti e Argentina, e seconda solo a Spagna, Francia, Cina e Italia. Tuttavia, produce una quantità relativamente bassa di vino, poiché la maggior parte delle uve viene utilizzata per uva da tavola, succhi e uva passa. Un dato che riduce la biodiversità vitivinicola del territorio a poche cantine di piccole dimensioni. Ne sono un esempio 7 Bilgeler di Selçuk, Heraki Wines di Denizli, e Yaban Kolektif di Bayramiç, che a Slow Wine Fair presentano il progetto Heritage Vines of Turkey, guidato da Sabiha Apaydn e realizzato in collaborazione con Slow Wine e la Fondazione Hans Wilsdorf nel 2023. Uno studio che intende documentare e mappare i vigneti dei distretti di Mut e Silifke, situati ai piedi delle montagne del Tauro centrale, e richiamare così l’attenzione sull’importanza delle aree vitivinicole profondamente radicate nel Paese, oggi a rischio di estinzione. Leggi qui il racconto del progetto.
Per ottenere alcuni consigli su come muoversi durante la fiera, leggi il nostro articolo qui.
La Slow Wine Fair 2024 ha il patrocinio del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del Comune di Bologna ed è realizzata con il supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, FederBio, Fipe e Confcommercio Ascom Bologna. La fiera gode della collaborazione di Amaroteca e ANADI – Associazione Nazionale Amaro d’Italia, Demeter e Tannico. Main partner dell’evento sono Luigi Bormioli, Reale Mutua, WinterHalter e Liebherr. In kind partner sono Acqua S.Bernardo, Gruppo Saida, Pulltex e Grand Soleil. Media partner sono Affaritaliani.it, Agricoltura.it, Bar.it, Green Retail, Horecanews.it, I Grandi Vini, Italy Export, Luxury Food & Beverage Magazine, Premiata Salumeria Italiana, Radio Wellness, TecnAlimentaria Beverage Industry, tabUi e Terra Nuova. Mobility partner è Moreno.