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‘Territori che nutrono’: Il Piemonte ospita l’incontro nazionale dei Distretti del Cibo, dall’21 al 23 marzo 2024

Dal 21 al 23 marzo 2024, la Regione Piemonte sarà al centro di un importante confronto nazionale sul tema del sistema cibo-territorio. L’evento, organizzato dall’Assessorato Agricoltura e Cibo della Regione in collaborazione con la Consulta nazionale dei Distretti del Cibo, vedrà la partecipazione di esperti, operatori e stakeholder del settore per discutere le sfide e le opportunità legate allo sviluppo sostenibile dei territori rurali.

Territori che nutrono: questo il titolo scelto per l’incontro, che si propone di approfondire diverse tematiche chiave:

  • Politiche di aggregazione e promozione dei territori: si analizzeranno le migliori pratiche per valorizzare le specificità e le eccellenze di ciascun territorio, favorendo la collaborazione tra gli attori locali.
  • Organizzazione dei mercati: saranno discusse le strategie per migliorare l’accesso ai prodotti alimentari di qualità e per rafforzare la filiera corta.
  • Spreco alimentare: si affronterà l’urgente problema dello spreco alimentare, con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete per ridurlo drasticamente.
  • Valorizzazione dei paesaggi: si discuterà del ruolo fondamentale dei paesaggi rurali come elemento di identità e attrattiva turistica.
  • Enogastronomia e percorsi turistici: si analizzerà il potenziale dell’enogastronomia come volano per lo sviluppo turistico locale.

La tre giorni avrà inizio presso la sede della Regione Piemonte a Torino, per poi spostarsi a Pollenzo, sede dell’Università di Scienze Gastronomiche, e nei territori interessati dai Distretti del Cibo.

Un evento che ho fortemente voluto e che dà grande visibilità alla nostra Regione”, sottolinea l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa. I Distretti del Cibo sono stati creati con l’intento di favorire lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale. Si tratta di realtà che favoriscono l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, promuovono la sicurezza alimentare, la riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni e dello spreco alimentare, salvaguardano il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole, agroalimentari e l’enogastronomia. I Distretti diventano strumenti fondamentali per la sostenibilità ambientale e territoriale, per la promozione di un territorio e la divulgazione delle proprie eccellenze. 

IL PROGRAMMA 

Programma Territori Che Nutrono Distretti del Cibo

La prima giornata, giovedì 21 marzo, che avrà come sedi il Palazzo della Regione Piemonte a Torino e le sale di GreenPea sarà interamente dedicata ai Distretti stessi che, allestiti i propri stand, potranno raccontarsi e scambiarsi esperienze, soprattutto nel corso dei convegni pomeridiani che si concentreranno sulla valorizzazione dei paesaggi e sul turismo enogastronomico. Parteciperà l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa

Programma Territori Che Nutrono Distretti del Cibo

Venerdì 22 marzo ci si sposta presso l’Agenzia di Pollenzo, dove saranno affrontati i temi del contrasto allo spreco alimentare, della circolarità della filiera cibo e del rapporto tra mercati e Distretti, quali hub enogastronomici e luoghi d’incontro delle politiche distrettuali. Nel pomeriggio saranno presentante le esperienze e le best practice di tutta Italia, perché con la condivisione si possano individuare le migliori soluzioni valide per tutti i Distretti. 

Programma Territori Che Nutrono Distretti del Cibo

Sabato 23 marzo sarà dedicato alla visita dei territori sui quali si sono costituiti alcuni dei primi Distretti piemontesi. I partecipanti saranno accompagnati in un viaggio narrato, tra i paesaggi pedemontani del torinese e del cuneese, alla scoperta delle produzioni tipiche e delle bellezze storiche e culturali di queste terre. 

TRA LE TEMATICHE TRATTATE 

Giovedì 21 marzoValorizzazione dei paesaggi rurali e turismo enogastronomico. 

I paesaggi rurali rappresentano uno degli elementi più caratterizzanti del Piemonte, la cornice da valorizzare attraverso le politiche distrettuali. I paesaggi bio-culturali sono espressione delle relazioni storiche tra uomo e natura nonché il luogo in cui si intrecciano varietà e ricchezza di sistemi naturali e culturali. Per comprendere i paesaggi piemontesi è fondamentale analizzare le relazioni tra le risorse naturali e le stratificazioni storico-culturali e sociali che hanno generato il contesto ambientale attuale. 

Temi di riferimento sono: l’uso tradizionale delle acque, tra i principali fattori di formazione dei paesaggi agricoli, la straordinaria biodiversità delle risorse agricole e il rapporto tra colture e territorio (pianure e allevamento, colline e viticoltura-frutticoltura). La tutela dei paesaggi rurali, quali elementi identitari della storia dell’uomo ha portato l’UNESCO a includerne alcuni tra i Patrimoni Mondiali. Ed è proprio nella riscoperta del patrimonio rurale che va individuato il fattore trainante del rilancio del turismo enogastronomico regionale, che offre esperienze a contatto con la cultura locale, ambienti naturali e tradizioni alimentari di antica data. Il cibo, in questa ottica, assume il ruolo indiscutibile di fattore trainante dell’economia e del turismo. 
A parlarne giovedì 21 marzo,  Mauro Agnoletti, titolare della cattedra dei paesaggi UNESCO dell’Università di Firenze; Federica Larcher, docente dell’Università di Torino ed esperta di paesaggi bioculturali; Patrizia Lusi, Presidentessa dell’Associazione dei paesaggi Rurali di Interesse Storico; Michele Sonnessa, Presidente dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio; Mario Arosio, coordinatore del comitato delle Enoteche regionali e delle Strade del vino e del gusto del Piemonte; Paola Lauricella ed Enrico Rivella, ricercatori dell’ISMEA e promotori del progetto di mappatura dei paesaggi rurali; Enrico Gottero, ricercatore del Politecnico di Torino ed esperto di pianificazione del paesaggio. 

Venerdì 22 marzoMercati, luoghi d’incontro delle politiche distrettuali. 

I mercati sono l’anello di collegamento fondamentale nella catena di rifornimento agroalimentare e attorno a essi si sviluppano numerose delle politiche dei Distretti del Cibo. Il mercato va inteso per livelli e ciascuno di questi genera interazioni con il territorio, decisamente diverse se ci si rivolge a produttori o a consumatori. L’accesso ai mercati nazionali e internazionali e al circuito della grande distribuzione organizzata (GDO) ha garantito il profitto necessario perché la filiera potesse risultare competitiva. 

Negli ultimi anni si è fatta strada una diversa concezione di mercato, maggiormente legato al territorio, agli aspetti degli scambi diretti e dei circuiti brevi. La promozione delle eccellenze enogastronomiche e delle produzioni tipiche, spesso lontane dai circuiti della GDO per insufficienza di volumi o garanzie di omogeneità, hanno trovato altri luoghi in cui essere valorizzate: i mercati dei contadini, gli hub enogastronomici, le fiere e i mercati della terra non sono soltanto vetrine dei prodotti di un territorio, ma veri e proprio luoghi d’incontro e di scambio. 
Se ne parla a Pollenzo, venerdì 22 marzo con: Giaime Berti, ricercatore presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed esperto di Food Policy; Raoul Tiraboschi, Vicepresidente del Consiglio Direttivo di Slow Food Italia; Massimo Torchio, Direttore del Mercato ortofrutticolo del Roero. 

Venerdì 22 marzo – Contrasto agli sprechi alimentari e circolarità della filiera cibo. 

Lo spreco alimentare è il fenomeno che causa la perdita di circa un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano. Caratterizza ogni fase della catena di produzione e di consumo, una grandissima parte del cibo si spreca durante l’intero processo di produzione degli alimenti, mentre se nei paesi ricchi buona parte del cibo ancora buono viene sprecato direttamente dai consumatori, nei paesi in via di sviluppo lo spreco alimentare domestico è quasi nullo.  

L’impatto ambientale di tale fenomeno è enorme: lo spreco alimentare rappresenta un grandissimo sperpero di risorse usate per la produzione come energia, acqua e terra contribuendo in maniera sostanziale alle emissioni e al cambiamento climatico. Numerose sono le possibilità di riduzione dello spreco alimentare, la normativa in Italia ha fatto un grande passo in avanti con la legge 166 del 19 agosto 2016, la cosiddetta Legge Gadda, ma molto può essere ancora fatto in termini di riduzione alla fonte di sprechi e scarti.
Se ne parla a Pollenzo, venerdì 22 marzo con: l’Onorevole Maria Chiara Gadda, deputata della Camera e prima firmataria della legge contro gli sprechi alimentari e farmaceutici; Alessia Toldo ricercatrice dell’Università di Torino esperta di povertà alimentare e contrasto allo spreco; Giulietta Magagnoli, Direttrice del Centro Agroalimentare e logistica di Parma. 

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