Nel cuore del Chianti Classico, terra di leggendaria bellezza e di panorami che sembrano tratteggiati dalla mano di un pittore, c’è un luogo dove il vino e l’olio si producono da 900 anni. Siamo nel comune di Castelnuovo Berardenga, esattamente a Vagliagli, ed è qui che nel 1090, secondo le testimonianze riportate in un contratto conservato nell’archivio di Stato di Siena, vennero pagati “due capponi, tre pani e sei denari lucchesi di buon argento” per l’affitto annuale di una vigna nella valle divina, a Dievole, il cui nome in latino medioevale significa “Dio vuole”. Una terra che agli occhi dei primi coloni era benedetta da Dio tanto era fertile e accogliente. Non a caso, da allora, non fu mai abbandonata.
Oggi Dievole è una tenuta di 600 ettari, di cui 157 di vigneti, che dal 2012 fa parte del gruppo ABFV Italia (Alejandro Bulgheroni Family Vineyards). Alejandro Bulgheroni è un imprenditore italo-argentino con una grande passione per la terra e il vino, proprietario di cantine nelle zone vitivinicole più importanti al mondo, che ha deciso di investire in Toscana valorizzando le proprietà acquisite e dimostrando una profonda attenzione all’ambiente, al rispetto della tradizione e del tessuto sociale ed economico. Oltre a Dievole nel Chianti Classico, il gruppo conta altre 4 tenute: Poggio Landi e Podere Brizio a Montalcino, Tenuta Le Colonne e Tenuta Meraviglia nella DOC di Bolgheri. Ma è a Dievole che è partita la prima grande avventura.
“La filosofia che ha ispirato il nostro progetto – spiega l’Executive President Abfv Italia, Stefano Capurso – è stata quella di recuperare il carattere dei vitigni storici autoctoni toscani e di trasferirlo nel bicchiere rispettando al massimo l’autenticità del terroir e l’identità della varietà, oltre a valorizzare le peculiarità di alcune piccole parcelle. Inoltre, dal 2017 siamo certificati biologici, un impegno che abbiamo intrapreso non solo nel Chianti Classico ma anche negli altri territori in cui siamo presenti“.
I VIGNETI
Nei 157 ettari vitati della tenuta, situati ad un’altitudine compresa tra i 270 e i 420 metri sul livello del mare, i suoli differiscono sensibilmente dando vita a vini che raccontano il territorio attraverso un prezioso mosaico di sfumature. Una vera e propria frattura geologica attraversa Dievole: da una parte, la Formazione del Monte Morello, con suoli di circa 60 milioni di anni fa, con molto calcare (Alberese); dall’altra il Macigno del Chianti, più giovane come formazione, con suoli profondi, drenanti, a matrice arenaria. Qui si coltivano Sangiovese, ma anche Canaiolo, Colorino, Trebbiano. Molti vigneti sono stati espiantati e reimpiantati con la nuova proprietà, valorizzando le varietà autoctone e le specificità dei suoli.
Un approccio quanto più rispettoso possibile, partendo proprio dalla salute dei suoli, ripristinandone la vitalità e la ricchezza in termini di microrganismi. Si è scelto di adottare portainnesti fittonanti in grado di spingere le radici più in profondità, ma anche di optare per pratiche agronomiche che consentono alle piante di raggiungere un perfetto equilibrio vegeto-produttivo, tale da renderle capaci di resistere in autonomia ad eventuali attacchi patogeni.
“Le nostre scelte agronomiche e la conduzione quotidiana del vigneto ci permettono di avere piante in equilibrio e suoli vitali: queste due componenti ci consentono di affrontare con maggiore serenità i cambiamenti climatici e di lavorare riducendo al minimo il nostro intervento“, spiega il Direttore Tecnico Lorenzo Bernini. “Ecco che il biologico è stata una conseguenza quasi naturale, non un obiettivo da raggiungere“.
I VINI DI DIEVOLE
Il top della produzione, che incarna alla perfezione la filosofia aziendale, è il Vigna Sessina Gran Selezione, un cru 100% Sangiovese prodotto con le migliori uve raccolte nell’omonimo vigneto di appena 4 ettari caratterizzato da un’altitudine più elevata e un suolo ricco di scheletro conosciuto come Macigno del Chianti. I tratti distintivi di questo vino sono il vigore, la freschezza, l’eleganza ed una profondità del gusto che conquista al primo sorso.
Racconta, invece, la storia millenaria di Dievole Novecento Chianti Classico Riserva, Sangiovese al 95% con una grande personalità che celebra i 900 anni dell’azienda. Nato infatti nel 1990, ha festeggiato con l’annata 2019 le trenta vendemmie. Nel calice è ampio, ricco, con una concentrazione di aromi varietali, un’intensa trama tannica, una buona acidità ed una spiccata mineralità.
Al Chianti Classico DOCG Dievole spetta, invece, il ruolo di primo ambasciatore del territorio. 90% Sangiovese, a cui si aggiunge una piccola parte di Canaiolo e Colorino, è un vino fruttato, fresco ed elegante che invita la beva con la sua semplicità, mai banale, e la sua estrema piacevolezza.
Ma il Chianti Classico non è solo terra di grandi rossi. Tra i vini di punta dell’azienda c’è infatti un bianco importante: è il Campinovi Bianco Toscana IGT, un Trebbiano Toscano in purezza, invecchiato in botti toscane di rovere e castagno, che racconta il territorio da una prospettiva diversa valorizzando un vitigno a bacca bianca da riscoprire. E poi c’è il Tocca Stelle Chianti Classico, una selezione di Sangiovese all’85% con aggiunta di Canaiolo e Colorino, nato dalla volontà di produrre un vino di qualità valorizzando un vigneto impiantato circa 40 anni fa. Si distingue per uno straordinario valore sensoriale, ricco di aromi e sapori unici, e per un’ottima beva. Il Tocca Stelle è una piccola produzione che viene venduta per lo più in azienda e tramite il D’Wine Club.
Infine, non poteva mancare il tradizionale Vin Santo, autentico tributo alla tradizione contadina, a base di Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca. Un nettare dolce e caldo, con retrogusto di mandorla, biscotto e noce ed un finale molto complesso e persistente.
I NUOVI CRU
Un attento studio dei terreni ha spinto l’azienda ad identificare due macroaree (Macigno del Chianti e Monte Morello) e una serie di vigneti con caratteristiche uniche, e diverse tra loro, per suolo ed esposizione. Da qui è partito il progetto dei Cru, prodotti in piccole quantità, che permettono di raccontare le tante sfumature del Sangiovese. I tre nuovi Cru (Petrignano, nato con la vendemmia 2019 e Rosso d’Italia per il Gambero Rosso, Casanova e Catignano nati nel 2020) sono tutti Chianti Classico Annata, scelta che nasce dalla volontà di non coprire con l’affinamento le peculiarità dell’uva, il suo genius loci.
Il Chianti Classico Casanova DOCG è un Sangiovese in purezza modernissimo che, al tempo stesso, richiama i Chianti Classico del passato (quando erano più scarichi grazie anche alla presenza di uve bianche). Realizzato con le uve di un piccolo vigneto situato a 400 m slm, coltivato su un terreno per lo più composto da rocce arenarie che donano eleganza e freschezza al vino, in bocca è scorrevole, di medio corpo, supportato da una trama tannica fitta e un finale sapido e vellutato.
Il Sangiovese del Chianti Classico Catignano DOCG, invece, si ottiene da uve raccolte su un altopiano a 370 m s.l.m. con vigneti di diverse età e una rilevante presenza di Alberese nel suolo. Ci troviamo nella zona di Catignano, sulla Formazione del Monte Morello che risale a circa 60 milioni di anni fa. La vigna guarda verso Siena tanto che si intravede lo skyline della città. L’esposizione al sole e le forti escursioni termiche favoriscono lo sviluppo aromatico delle uve. Caldo e succoso all’assaggio, nel calice rivela piacevoli note di frutta matura.
L’ultimo Cru è il Chianti Classico Petrignano DOCG che nasce da un vigneto di circa 7 ettari, impiantato nel 2014, con una pendenza importante e circondato dal bosco. Come si intuisce dal nome, il suolo è ricco di scheletro e le radici profonde raggiungono la roccia madre calcarea tipica della Formazione Geologica del Monte Morello. Un Cru 100% Sangiovese che ha una grande personalità e un sorso molto ricco, persistente e sapido in chiusura.
LA CANTINA
La cantina si trova nel cuore di Dievole, vicino alla storica Villa che accoglie il Wine Relais. L’area di vinificazione accoglie i Tulipe di cemento grezzo; l’uso di questo materiale consente al vino di evolversi in modo naturale mantenendo intatta la freschezza, così come l’armonia e l’equilibrio. Dopo la vinificazione, il vino riposa in botti grandi di rovere francese non tostate, preservando tutte le caratteristiche tipiche del Sangiovese. Nessuna barrique è presente in cantina, e non è un caso. L’intento della proprietà è infatti quello di tornare al più “classico” dei Chianti Classico.
È possibile, invece, imbattersi in botti da 15 HL di rovere e castagno realizzate con legni di foreste toscane e utilizzate per il bianco Campinovi e per qualche piccola sperimentazione. Talvolta il vino torna in cemento prima di essere imbottigliato, beneficiando della micro-ossigenazione che questo materiale garantisce. Accanto agli ambienti di lavoro della cantina si trova anche la cantina storica che custodisce la library con le vecchie annate.
IL FATTORE UMANO
La parola chiave a Dievole è “rispetto”. Rispetto per la storia passata ma anche per quella recente, per il territorio – la terra, la vite, gli ulivi – e soprattutto per tutti gli uomini e le donne che a Dievole lavorano con entusiasmo e dedizione. E proprio nel segno del “rispetto” e in perfetta sintonia con il luogo, il team di Dievole ha deciso di puntare sul Sangiovese, vitigno principe della Toscana, su altri vitigni autoctoni e sul Chianti Classico DOCG come denominazione del territorio. Ma non solo. Anche l’Olio Extravergine di Oliva è al centro della produzione dell’azienda e dei suoi valori. Infatti, in un paesaggio come quello toscano punteggiato da ulivi e scandito dai vigneti, produrre vino e olio è un modo per essere anche custodi del territorio e della sua bellezza. Dievole crede molto nel tema della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale, umana, culturale.
L’OLIO DI DIEVOLE
A Dievole la produzione di Olio Extravergine di Oliva è importante quanto quella del vino. Le piante di ulivo in produzione sono circa 3500. Le varietà coltivate sono principalmente Frantoio, Leccino e Moraiolo. Come per la parte enologica, anche per quella olearia l’azienda ha intrapreso un percorso innovativo, impiegando nuove pratiche agronomiche e di frantoio il cui obiettivo è produrre il massimo della qualità e mantenere l’olio fragrante come appena franto, il più a lungo possibile. La continua ricerca di materie prime eccellenti ha portato ad avviare collaborazioni con altri agricoltori toscani per produrre una gamma di oli extravergine di alta qualità e di forte identità.
L’olio 100% Italiano è quello per cui Dievole ha scelto di non legarsi necessariamente a disciplinari e regole di produzione, lasciandosi la libertà di scegliere di volta in volta da dove approvvigionarsi della migliore materia prima. È un olio che, rispetto agli altri, ha maggiore variabilità legata all’annata di produzione, rappresentandone le peculiarità. Nella raccolta 2023, quest’olio è un blend di diverse cultivar, come il Maurino, il Leccio del Corno, Rossellino e Morcone.
Passando agli oli a denominazione, il Chianti Classico DOP è un extravergine realizzato con olive raccolte nel territorio del Chianti Classico, delle cultivar Frantoio, Leccino e Moraiolo. Un olio fruttato al naso, pieno e deciso al palato con un amaro e un piccante intensi, ma ben dosati. La sua caratteristica principale è l’eleganza, sempre legata alla tipicità. È invece realizzato con olive locali prodotte da vecchie olivete, antecedenti alla gelata del 1985, il Tocca Stelle Chianti Classico DOP, un olio che al naso risulta fruttato e al palato robusto, con un amaro medio-intenso ed un piccante deciso. Il formato con cui viene commercializzato è 250 ml.
Infine, l’extravergine Toscano IGP proviene da olive raccolte nelle diverse aziende del gruppo ABFV Italia, a Montalcino e a Bolgheri in particolare, trasportate al frantoio con un innovativo sistema che assicura il controllo della temperatura, evitando fermentazioni e garantendo il mantenimento della massima qualità. L’olio si presenta deciso con aromi speziati e balsamici che si aprono gradualmente. In bocca è potente: l’amaro e il piccante intensi si estendono in un persistente finale di mandorle verdi.
A completare la gamma è il Primo Raccolto, disponibile solo per un periodo limitato di tempo, che rappresenta la prima frangitura delle olive. La raccolta inizia fra fine settembre e i primi di ottobre e da quel momento in poi ogni giorno viene fatto un olio diverso, unico, la cui bottiglia può essere personalizzata. Al palato, si distingue per la sua particolare intensità, espressione autentica delle olive appena frante.
L’OSPITALITÀ
Tre sono le espressioni di Dievole: i vigneti che scandiscono le colline, gli ulivi che punteggiano il paesaggio e la calda accoglienza del Wine Resort, un’elegante struttura ricavata in quella che un tempo era la fattoria e poi residenza di nobili famiglie senesi. Il cuore dell’accoglienza è la Villa Padronale, realizzata nel XVIII secolo, circondata da giardini all’italiana e alberi secolari che, insieme agli altri edifici del piccolo borgo e la chiesetta dedicata a San Giovanni Battista, rappresenta la massima espressione dell’ospitalità d’autore nel Chianti Classico. A disposizione degli ospiti, 32 camere in stile toscano, frutto di un restauro conservativo, tutte immerse nella natura incontaminata. Le camere si dividono in: 14 Classic, 11 Deluxe, 4 Suite e 3 Superior Suite.
A Dievole gli ospiti possono vivere esperienze en plein air leggendo un libro in giardino, nuotando in una delle due piscine oppure percorrendo il Natural Path che si snoda per 7 chilometri nella tenuta, ideale per praticare sport (dal trekking alla mountain bike) e ammirare scorci meravigliosi del Chianti Classico. E poi c’è il Percorso Vita, di poco meno di 2 chilometri, con tutta una serie di attrezzi per fare esercizi mirati: una sorta di palestra all’aria aperta che consente di allenarsi immersi nella natura.
IL RISTORANTE
Il ristorante Novecento si sviluppa sia al piano terra di Villa Dievole sia all’aperto, nell’Aione che si affaccia sul Giardino delle Rose dove, con la bella stagione, vengono apparecchiati i tavoli per il pranzo e la cena. I piatti preparati con passione dalla Chef Monika Filipinska sono un inno al territorio. La filosofia del menu si basa su ingredienti locali a partire dalle verdure a “km 0”, fino alle carni di Chianina e Cinta Senese e ai formaggi accuratamente selezionati dai produttori della zona. La tavola è un momento di pura accoglienza e condivisione e le pietanze servite al Ristorante Novecento sono al tempo stesso una festa di sapori e un tributo alla tradizione, un gioco di abbinamenti creativi ma anche la dimostrazione che si può lasciare il segno puntando sulla semplicità. La Chef ama, inoltre, raccogliere le erbe spontanee che crescono nei campi di Dievole che poi utilizza per creare percorsi del gusto incentrati sulla componente vegetale. Ad esaltare i piatti, naturalmente, l’uso sapiente dell’olio extra vergine di oliva di Dievole, non solo come condimento ma soprattutto come ingrediente.