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A partire dal 1° settembre 2024, il Grignolino del Monferrato Casalese doc Spumante Rosé farà il suo atteso ingresso

Dal 1° settembre 2024, il Nord Italia potrà vantare una nuova bollicina Metodo Classico, proveniente dal Monferrato, che si aggiunge ad Altalanga, Franciacorta, Alto Adige e Trento.

Il Grignolino del Monferrato Casalese doc Spumante Rosé farà il suo debutto ufficiale, dopo che la domanda di modifica del Disciplinare di Produzione, presentata dal Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, è stata accolta dopo quattro anni di attesa. Il regolamento dell’Unione Europea, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 agosto scorso, entrerà in vigore proprio il 1° settembre.

Il Grignolino del Monferrato Casalese Spumante Rosé doc sarà dunque disponibile a partire dalla vendemmia 2024. I produttori locali attendevano da tempo questa modifica, richiesta per ampliare l’offerta del vino simbolo del territorio e recuperare una storica produzione. Documenti storici rinvenuti negli archivi monferrini testimoniano che la produzione di spumante con uve Grignolino risale alla fine dell’Ottocento, ripresa poi nel 2010 dagli enologi Mauro Gaudio e Donato Lanati, grazie all’intuizione di Beatrice e Gabriella Gaudio di creare uno spumante tipico del Monferrato.

La prima versione di Grignolino Spumante fu realizzata dai Conti Callori di Vignale Monferrato nel 1878, successivamente ripresa dal nonno di Beatrice, l’enologo Amilcare Gaudio (noto come “Il Re del Grignolino”), che ne realizzò una piccola produzione sperimentale. Già all’epoca, il Grignolino Spumante era apprezzato per la sua eleganza, caratterizzata da un colore unico, profumi particolari, elevata acidità, e un corpo ben bilanciato.

Studi recenti sugli affinamenti “sur lies” hanno dimostrato che il Grignolino Spumante migliora con il tempo, specialmente dopo 24 mesi e ancora di più verso i 32. Il colore rosato, con riflessi che variano dall’aranciato al giallognolo, si accompagna a profumi fragranti e complessi, con note di lieviti, crosta di pane e sentori agrumati di arancia e pompelmo. Al palato, si distingue per una fresca acidità e un gusto morbido ed equilibrato. La spuma è fine e persistente.

Per quanto riguarda la viticoltura, la resa è fissata a 8 t/ha, con un titolo alcolometrico volumico naturale minimo del 9,50%. In vinificazione, la resa uva/vino è fissata al 70%, con una produzione massima di 5600 litri per ettaro. Lo Spumante di Qualità Metodo Classico sarà esclusivamente a rifermentazione naturale in bottiglia, con un periodo minimo di 18 mesi sui lieviti. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è fissato al 12%, con un’acidità totale minima di 5,5 g/l.

La produzione è consentita nei seguenti comuni: Alfiano Natta, Altavilla Monferrato, Camagna Monferrato, Camino, Casale Monferrato (esclusa la parte sulla riva sinistra del Po), Castelletto Merli, Cella Monte, Cereseto, Cerrina Monferrato, Coniolo (esclusa la parte sulla riva sinistra del Po), Conzano, Frassinello Monferrato, Gabiano, Lu e Cuccaro Monferrato, Mombello Monferrato, Moncestino, Murisengo, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Pontestura, Ponzano Monferrato, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, San Giorgio Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Terruggia, Treville, Vignale Monferrato, Villadeati, Villamiroglio. Oltre alla zona di produzione, le operazioni di vinificazione, elaborazione e invecchiamento sono ammesse nell’intero territorio della provincia di Alessandria e nei comuni astigiani di Viarigi, Montemagno, Casorzo, Grazzano Badoglio, Moncalvo, Penango, Calliano, Tonco, Montiglio Monferrato e Robella d’Asti.

L’autorizzazione dell’Unione Europea arriva in tempo per la vendemmia 2024. Nato come prodotto di nicchia, con pochi produttori, grazie al recente riconoscimento, si prevede un aumento della produzione, destinata a collocarsi tra gli spumanti autoctoni di pregio. Sono in molti a sostenere che “gli anarchici“, da sempre, sono i profili più interessanti.

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