Elemento Indigeno sarà tra i protagonisti della quarta edizione della Slow Wine Fair, in programma a Bologna dal 23 al 25 febbraio 2025. L’evento, ideato da Slow Food e organizzato da BolognaFiere, rappresenta un punto di riferimento internazionale per il vino “buono, pulito e giusto“, valorizzando la viticoltura sostenibile e il ruolo culturale e sociale del vino.
Elemento Indigeno, progetto di Compagnia dei Caraibi, porterà alla fiera la sua visione del vino, in cui tradizioni locali e prospettive globali si incontrano in un dialogo aperto e inclusivo. Attraverso il catalogo “WINE IS“, presenterà una selezione di produttori internazionali che incarnano la sua filosofia: la diversità come valore e il vino come espressione artigianale e culturale. Le etichette selezionate propongono un viaggio tra vini fuori dagli schemi, capaci di raccontare storie e territori.
Dalla categoria Wine is a Rockstar, dedicata a talenti emergenti con un approccio innovativo, emergono Séléné, considerato il futuro del Beaujolais nel panorama del vino naturale; Andi Weigand, vignaiolo tedesco che ha abbandonato l’università per dedicarsi alla sperimentazione e alla ricerca di uno stile sempre più preciso e distintivo; Seresin, pioniere della viticoltura biodinamica in Nuova Zelanda, la cui creatività si è affinata nel mondo del cinema; Cacique Maravilla, che coltiva varietà storiche su suoli vulcanici in Cile con metodi artigianali e senza prodotti chimici.
Nella sezione Wine is Roots, dedicata al legame con il territorio e alla valorizzazione delle tradizioni, troviamo Stefano Occhetti, giovane promessa del Roero, produttore di vini che coniugano rigore tecnico e passione; Zahel, ambasciatore della cultura enoica viennese; e Jaroslav Osicka Wines, tra i nomi più anticonformisti della Repubblica Ceca.
Non mancheranno le proposte più sperimentali della categoria Wine is Contaminations, che esplorano il processo fermentativo in tutte le sue forme. Tra queste, Pomologik, dalla Svezia, porta avanti una vera e propria rivoluzione del sidro.
Tra i vignaioli di Wine is a Rematch, sezione che racconta storie di resilienza e rinascita, troviamo Agricola Millami di Marsala, impegnata nella riscoperta dei vitigni autoctoni e delle specificità del terroir; Fattoria Albatrella, in Toscana, che dal 2015 punta sulla lavorazione con cavalli da tiro e sulla conversione biologica, completando nel 2024 il processo di vinificazione autonoma; Tenuta Il Nespolo, nel Monferrato, vincitrice del premio Giovane Vignaiolo di Slow Wine 2025, attenta alla salute del suolo e alla sostenibilità ambientale; Domaine Arsac, che coltiva sulle pendici di La Chaumette nella Valle del Rodano; e Gusbourne, nel Kent, che produce metodo classico con barbatelle di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier importate dalla Borgogna. Ognuno di loro racconta un percorso fatto di sfide e determinazione, con uno sguardo aperto all’innovazione.
Infine, la convivialità sarà protagonista con Wine is Conviviality e Krasna Hora Winery, dalla Moravia, i cui vini sono pensati per creare connessioni e momenti di condivisione.
Oltre all’esposizione, Elemento Indigeno proporrà una masterclass sulla sostenibilità nella filiera del vino. Stefano Occhetti, Andi Weigand e Pomologik guideranno un confronto sulle prospettive future, in cui la qualità del vino si intreccia con il rispetto per l’ambiente e per le persone.
La presenza di Elemento Indigeno alla Slow Wine Fair offrirà un viaggio tra luoghi, storie e sapori, trasformando BolognaFiere in un punto d’incontro per chi cerca vini capaci di raccontare il mondo con autenticà e creatività.