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ANEF: la Neve Programmata, una Risorsa per la Montagna

La stagione invernale a Livigno è sinonimo di lavoro per il panificio di Mario. Grazie alla neve programmata, che garantisce piste innevate da dicembre a Pasqua, Mario può impiegare otto persone, contribuendo al sostentamento di altrettante famiglie. La sua storia non è isolata: a La Thuile, maestri di sci possono lavorare tutto l’anno grazie alla neve artificiale, permettendo loro di vivere e prosperare in montagna. A Moena, la stagione sciistica prolungata grazie alla neve programmata favorisce l’intero comparto alberghiero, con innumerevoli benefici per l’economia locale.

ANEF: la Neve Programmata, una Risorsa per la Montagna

Albergatori, ristoratori, artigiani, commercianti: sono loro i veri beneficiari della neve programmata, insieme ai turisti che ne godono per la pratica degli sport invernali. Come sottolinea Valeria Ghezzi, presidente di ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari): “L’impegno delle aziende funiviarie per innevare le piste non solo garantisce il divertimento degli sciatori, ma rappresenta una linfa vitale per le comunità montane, contrastando lo spopolamento e offrendo opportunità di lavoro e crescita.

La polemica sulla neve programmata spesso dipinge gli impiantisti come nemici della montagna. Una visione che Ghezzi definisce “amareggiante e offensiva“. “Noi non siamo un problema, ma una soluzione,” afferma. “Le terre alte soffrono lo spopolamento e noi, con la nostra attività, garantiamo la sopravvivenza di queste comunità. Inoltre, la cura e la manutenzione del territorio montano sono parte integrante del nostro lavoro.

Perché la neve programmata è necessaria? La risposta è semplice: il turista invernale vuole la neve. Lo dimostra una stagione senza precipitazioni nevose, in cui solo le località con impianti di innevamento artificiale sono riuscite a sopravvivere. “La neve programmata copre oltre il 90% delle piste attualmente esistenti,” spiega Ghezzi. “Le altre attività invernali sono residuali e non sufficienti a garantire la vita e il lavoro alle persone che abitano in montagna.

ANEF: la Neve Programmata, una Risorsa per la Montagna
Pg Visitfiemme.it Foto Orlerimages.com ALE

La neve programmata non è solo una questione di divertimento, ma di sopravvivenza. È una risorsa preziosa che permette alle comunità montane di prosperare e di preservare l’ambiente che le circonda. Le polemiche e le accuse contro gli impiantisti non tengono conto della complessità della situazione e del ruolo fondamentale che la neve programmata svolge nel contesto socio-economico delle terre alte.

Si dice che la neve programmata rappresenti un costo eccessivo a carico della collettività, uno spreco. “Noi lo vediamo come un investimento che genera ricchezza e consente di vivere alla gente nelle nostre valli, che altrimenti andrebbero ben presto deserte. Poi, per quanto riguarda la produzione di questa neve, ci tengo a precisare che si usa solo acqua ed energia elettrica; l’acqua poi viene reimmessa nell’ambiente a fine stagione, a primavera, nel momento del disgelo, nulla si disperde, tutto rientra nel ciclo naturale; gli invasi realizzati, inoltre, hanno anche una funzione di stoccaggio dell’acqua, così da contenerla ed evitare inondazioni e disastri ecologici.
I nuovi mezzi battipista sono dotati di tecnologia snowsat, in modo che è possibile misurare la profondità della neve restituendo una serie di dati che permettono di adattare la produzione e l’intensità dell’innevamento programmato, garantendo così una copertura costante ed una gestione ancor più sostenibile dell’innevamento, producendo una quantità di neve mai superiore al reale fabbisogno; e la maggior parte delle nostre società ha investito in sistemi di ammodernamento, automatizzazione ed efficienza dell’impianto di innevamento programmato per la gestione della produzione di neve in funzione delle condizioni meteo; laddove è possibile, infine, si usa energia elettrica proveniente da fonti di energia rinnovabili.”

ANEF: la Neve Programmata, una Risorsa per la Montagna

Gli impianti di risalita deturpano la bellezza della montagna? “In realtà, ad essere oggettivi, gli impianti di risalita“, commenta Valeria Ghezzi, “sono ecologici poiché usano trazione elettrica; non sono invasivi, perché se dopo qualche decennio di servizio si decide per qualsiasi ragione di chiuderli, il bosco in due o tre anni riconquista naturalmente quello spazio. Poi rappresentano un reale e concreto servizio di mobilità intervallivo, diminuendo drasticamente il traffico automobilistico, anche nella stagione estiva, per raggiungere le alte vie e programmare passeggiate, escursioni, scalate; e rappresentano per i residenti, turisti e visitatori un concreto miglioramento infrastrutturale onde limitare importanti flussi di traffico su gomma.
Come proprietari e gestori degli impianti di risalita, siamo abituati ormai da tempo ad essere oggetto delle critiche più disparate, ma desideriamo che su un tema così importante sia corretto ascoltare diversi punti di vista. E soprattutto porsi la vera domanda: ‘Chi beneficia della neve programmata?’ Nella consapevolezza data dai numeri (e non dalle opinioni) che, dal punto di vista prettamente economico, non esiste attività invernale di montagna che garantisca lo stesso fatturato e soprattutto lo stesso numero di posti di lavoro dello sci da discesa.

Rappresento una società territoriale con 250 soci – spiega un altro testimonial nel video – e ci siamo riunti proprio per sostenere gli investimenti sulla nostra area sciabile, compreso l’innevamento programmato, senza il qualche il turismo invernale morirebbe e noi saremmo costretti a lasciare le nostre valli.” “Rappresento il consorzio turismo Bardonecchia: grazie all’innevamento programmato riusciamo a garantire il lavoro continuativo per tutti i nostri soci, che sono tantissimi. Per noi è davvero essenziale.” “Grazie alla beve tecnica siamo riusciti ad aprire per tempo la stagione ed a garantire ai nostri ospiti di sciare in sicurezza e in condizioni ottimali.”

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