giovedì, Maggio 15, 2025
localconsulting.it
HomeNotizieProgetto 1962: la nuova visione di Lungarotti tra passato e futuro

Progetto 1962: la nuova visione di Lungarotti tra passato e futuro

Punto di riferimento del vino in Umbria, Lungarotti ha sempre custodito e trasmesso valori fondanti come il legame familiare, il rispetto per il territorio e la continuità nel tempo. Con questo nuovo slancio, l’azienda riafferma la propria identità, attualizzandola nel linguaggio e nelle forme. Al centro del racconto c’è l’Umbria, non solo come luogo geografico, ma come modo di vivere: fatto di ritmi più umani, tradizioni radicate e paesaggi intatti.

Il 2024 ha rappresentato una svolta strategica. Attraverso un lavoro approfondito di ascolto e revisione, Lungarotti ha scelto di rinnovare la propria immagine e l’offerta, mantenendo fede alla propria storia ma aprendosi a un dialogo più diretto con la contemporaneità. Non si è trattato di un semplice restyling, ma di una trasformazione che ha coinvolto pensiero, persone, produzione e comunicazione.

È in questo contesto che nasce il Progetto 1962, dal nome evocativo della prima vendemmia di due vini simbolo dell’azienda: Rubesco e Torre di Giano. Le nuove versioni, Rubesco 62 e Torre di Giano 62, si presentano con un profilo più agile, fresco e versatile, pensato per raccontare l’identità regionale attraverso una chiave moderna. Vini che hanno radici profonde, ma uno sguardo rivolto al futuro.

Tre le direttrici su cui si articola il progetto: gusto, immagine e linguaggio. I vini esprimono con chiarezza le varietà da cui nascono – Sangiovese e Trebbiano – selezionate anche per la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici. La vendemmia leggermente anticipata e un’attenta vinificazione permettono di valorizzare ogni sfumatura del territorio. Per il Rubesco 62, fermentazioni a temperature più basse contribuiscono a un’estrazione delicata, mentre il Torre di Giano 62 affina più a lungo sulle fecce fini per ottenere maggiore struttura e profondità.

Il nuovo design, essenziale ed elegante, si ispira alle etichette storiche degli anni Sessanta. Un’estetica che dialoga con il passato senza perdere di vista l’attualità, in linea con una narrazione che fonde memoria e visione, radici e apertura. Le due etichette sono pensate per il canale Horeca, con l’intento di offrire al pubblico un’esperienza coerente con la filosofia di Lungarotti: evolversi, restando fedeli a sé stessi.

“Il Progetto 1962 è solo l’inizio di un piano strategico triennale che vuole portare nel mondo l’Umbria e il suo stile di vita lento”, racconta Chiara Lungarotti, amministratore delegato dell’azienda.
“Un percorso fatto di concretezza, eleganza, autenticità e legame con il territorio. Come azienda, come famiglia, come interpreti di una regione unica, sentiamo oggi il dovere e l’orgoglio di rappresentare la nostra terra nel mondo. E lo facciamo con ciò che meglio ci racconta: un vino senza tempo, capace di parlare al presente.”

Presente da generazioni nella Media Valle del Tevere, la famiglia Lungarotti ha coltivato un legame profondo con la propria terra, dedicandosi alla produzione di vino, olio e prodotti agricoli sin dalla fine del Settecento. L’inizio del secondo ciclo aziendale arriva nel 1962 con la creazione di due etichette fondamentali: Rubesco e Torre di Giano. È in questo periodo che Giorgio Lungarotti, con una visione pionieristica, inizia a proiettare l’azienda sui mercati nazionali e internazionali.

Alla sua scomparsa, nel 1999, la guida passa alla nuova generazione. Ha così inizio una nuova fase, segnata da un ampio lavoro di reimpianto dei vigneti, rinnovamento delle cantine e apertura verso una viticoltura più responsabile. Nel 2024, la volontà di avviare un nuovo ciclo segna una tappa importante: mantenere viva l’identità storica, aggiornando al contempo l’immagine del brand e i suoi valori.

La visione è ambiziosa: “Rallentare la vita delle persone, portando l’Umbria e il suo stile di vita nel mondo”. Un obiettivo che si traduce in un impegno concreto: proporre vini classici, rispettosi delle origini e capaci di trasmettere un modo di vivere profondo, legato alla cultura locale.

Il rinnovamento in atto coinvolge ogni ambito aziendale. Nuove figure professionali sono entrate a far parte del team, affiancando la famiglia nelle diverse aree operative. L’approccio enologico evolve verso una maggiore freschezza, immediatezza e bevibilità, senza rinunciare all’equilibrio e alla riconoscibilità stilistica. Sul fronte della comunicazione, l’azienda abbraccia un linguaggio più narrativo e coinvolgente, con l’introduzione di strumenti digitali e un rafforzamento del senso di comunità interna.

Anche l’accoglienza si rinnova. L’Enoteca della Cantina, che oggi ospita un wine shop con possibilità di degustazioni e pranzi, è stata completamente ripensata. Resta parte di un’offerta più ampia che comprende l’agriturismo Poggio alle Vigne e l’Osteria del Museo, situata accanto al Museo del Vino. Tutti gli spazi raccontano, in modi diversi, un’identità fondata su valori concreti: solidità, apertura, attenzione al dettaglio.

Il Progetto 1962 diventa così la sintesi dell’essenza Lungarotti in una chiave attuale: un equilibrio tra eredità e rinnovamento, capace di proiettare l’azienda verso il futuro restando fedele a ciò che è sempre stata.

Ascolta la playlist del Progetto 62 su Spotify

Related Articles

Ultimi Articoli