Ventisei produttori, tra realtà affermate e aziende a conduzione familiare, si sono uniti per dare vita a un progetto condiviso che punta a rilanciare l’immagine e il valore del Lambrusco. È così che nasce Custodi del Lambrusco, una nuova associazione che guarda oltre le divisioni geografiche e istituzionali per raccontare, in modo corale, l’identità di un vino spesso frainteso.
L’obiettivo è ambizioso: ridefinire la percezione del Lambrusco, portandolo a dialogare con il mondo dei grandi vini internazionali. Alla base, la volontà comune di esprimere al meglio le potenzialità di un prodotto che da secoli accompagna la vita e la cultura dell’Emilia-Romagna.
“In gioco non c’è solo la tutela di un patrimonio enologico, ma il suo riconoscimento come espressione autentica di un territorio ricco di storia,” afferma Fabio Altariva, Presidente dell’associazione. “Vogliamo restituire al Lambrusco il posto che gli spetta: quello di un grande vino, da raccontare con fierezza, senza compromessi”.
Il progetto dei Custodi prende forma in modo trasversale: ogni azienda coinvolta, nel rispetto del proprio stile, condivide una visione comune che mette al centro la qualità e la valorizzazione delle diverse interpretazioni del Lambrusco. Dal lavoro in vigna fino alla bottiglia, ogni scelta produttiva punta a far emergere l’identità più sincera di questo vino, con un linguaggio capace di parlare anche alle nuove generazioni.
Modena e Reggio Emilia, aree storiche nella produzione del Lambrusco, rappresentano i luoghi in cui questo nuovo approccio prende forma, grazie all’impegno quotidiano dei produttori. Con uno sguardo rivolto al futuro, i Custodi vogliono tracciare una strada nuova, fondata sulla condivisione, sulla ricerca e sulla volontà di portare il Lambrusco oltre i confini in cui spesso è stato confinato.
I Custodi del Lambrusco: un patto per riscrivere il presente e il futuro di un grande vino
Nell’estate del 2024, un gruppo di produttori ha dato il via a un progetto collettivo con un obiettivo chiaro: prendersi cura del Lambrusco, difenderne l’identità, e contribuire a un cambiamento concreto nel panorama vitivinicolo emiliano.
La domanda che ha acceso il confronto tra i fondatori è stata semplice quanto profonda: «Cosa possiamo fare per custodire l’essenza del Lambrusco?». La risposta è diventata un’azione condivisa, che ha preso forma nell’associazione Custodi del Lambrusco.
Fondata tra le province di Modena e Reggio Emilia, la rete oggi riunisce ventisei aziende accomunate da una visione precisa: riportare il Lambrusco tra le etichette più rappresentative del vino italiano, puntando sulla qualità, sulla cura della filiera e su un racconto sincero e coeso.
Il nome dell’associazione è nato da un’immagine. Una fotografia mostrata da Silvia Zucchi, in cui un grappolo di Lambrusco è tenuto tra le mani, ha ispirato immediatamente tutti. “Custodi” è stato il nome scelto senza esitazione: una parola che esprime responsabilità, visione e cura. “Tra le opzioni pensate, ci è sembrata fin da subito la più centrata, quella che ci rappresenta meglio. Quando Silvia Zucchi, una delle nostre socie, ci ha fatto vedere una foto di un grappolo di Lambrusco ‘custodito’ tra le mani, abbiamo subito pensato a ‘Custodi’. E tutti insieme lo abbiamo scelto come nome dell’associazione.“
Il progetto è fondato su una visione chiara: fare del Lambrusco un punto di riferimento nel mondo del vino di qualità. Non si tratta soltanto di una strategia di valorizzazione, ma di un percorso culturale condiviso, dove ogni scelta – dalla vigna alla bottiglia – è frutto di attenzione, competenza e passione.
“L’esigenza è quella di promuovere un territorio, le sue denominazioni, le sue peculiarità e le sue tradizioni, preservando una viticoltura di qualità nella valorizzazione dei vitigni autoctoni e comunicando un territorio, insieme.” — Fabio Altariva, Presidente dei Custodi del Lambrusco
Il manifesto dell’associazione, approvato nel febbraio 2025, definisce otto principi che guidano il lavoro di ogni socio. Un documento che racconta il senso di appartenenza, il rispetto per il territorio e la volontà di ridefinire il ruolo del Lambrusco nel presente, con uno sguardo lucido sul futuro.
Tra i valori dichiarati, vi è l’impegno a valorizzare ogni differenza, a custodire la memoria di chi ha tracciato la strada e a credere nella capacità di trasformazione continua. I Custodi, infatti, si muovono nel solco della coerenza e della sperimentazione, senza mai rinunciare a una visione precisa: dare spazio alle potenzialità di un vino che può sorprendere, se raccontato nel modo giusto.
Un mosaico di territori, uve e personalità
Nel cuore dell’Emilia, tra le terre di Modena e Reggio Emilia, il Lambrusco trova la sua forza nella varietà. Ogni zona, ogni vitigno e ogni interpretazione contribuiscono a comporre un quadro ricco e sfaccettato.
Il Sorbara, con le sue note sottili e fresche, convive con la struttura più decisa del Grasparossa e la generosità del Salamino. Accanto a queste varietà più conosciute, emergono nomi meno noti ma carichi di potenziale: Foglia Frastagliata, Montericco, Barghi, Pellegrino, solo per citarne alcuni.
Le aree produttive si estendono dalle pianure sabbiose tra il Secchia e il Panaro alle colline reggiane, dove microclimi differenti danno vita a espressioni molto diverse del vino. Il territorio è parte attiva del racconto: ogni dettaglio geologico e climatico, ogni tecnica agronomica, concorre a definire l’identità di ogni etichetta.
Un racconto collettivo che parte dalle mani
I Custodi non sono solo viticoltori: sono interpreti di un pensiero. Gestiscono direttamente ogni fase produttiva, conoscono ogni centimetro del loro terreno e ogni reazione delle uve che coltivano. Le loro aziende, piccole o grandi che siano, hanno scelto di mantenere un controllo diretto su ogni passaggio, con l’obiettivo di garantire coerenza, trasparenza e integrità.
Nel bicchiere, tutto questo diventa racconto. Un vino che parla con sincerità, che accetta la complessità e si apre a nuove possibilità, anche quando si confronta con cucine e mercati lontani. Il Lambrusco di oggi è pronto a essere ascoltato per quello che davvero è: un vino con qualcosa da dire.
Di seguito, l’elenco completo delle ventisei realtà aderenti all’associazione Custodi del Lambrusco, tutte impegnate nel ciclo produttivo completo, dalla vigna alla commercializzazione:
- Azienda Agricola Manicardi
- Azienda Agricola Messori
- Azienda Agricola Pezzuoli
- Azienda Agricola San Paolo
- Ca’ de’ Medici
- Cantina della Volta
- Cantina Divinja
- Cantina Ventiventi
- Cantina Vezzelli Francesco
- Cantina Zucchi
- Cavaliera
- Cleto Chiarli Tenute Agricole
- Fattoria Moretto
- Garuti Vini
- La Battagliola
- La Piana Winery
- Le Casette
- Lini 910
- Marchesi di Ravarino
- Opera02
- Podere il Saliceto
- Rinaldini Az. Agr. Moro
- TerraQuilia
- Venturini Baldini
- Villa di Corlo
- Zanasi Società Agricola



