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“Il Battito Evocato” di Francesco Bartoli al Museo Orto Botanico di Roma, 27 giugno – 31 luglio 2025

Il Museo Orto Botanico di Roma, in collaborazione con Polo Museale La Sapienza e Ipassi Studio Arti Visive, presenta “Il Battito Evocato” di Francesco Bartoli, vincitore del bando per progetti di arte contemporanea promosso dall’Orto Botanico. Un percorso artistico sviluppato negli ultimi sei mesi in uno spazio scelto all’interno del giardino romano, grazie anche al patrocinio di WWF Italia, al contributo culturale di Piano Terra e al sostegno tecnico di Pierluigi Ferro Cornici.

Il progetto si interroga su ciò che resta della vitalità di un albero secolare, una volta abbattuto. Come affrontiamo la fine di qualcosa di così imponente? È la prima personale a Roma di Francesco Bartoli dopo vent’anni di carriera internazionale. La sua indagine, profonda e articolata, prende forma da un dialogo intimo con il grande tronco del Platano Orientale, abbattuto da una tempesta nel 2011 e oggi ancora presente nel giardino.

La mostra propone un percorso fatto di carta, torba e carbone, che intreccia frottage, scultura, pittura, suono e video-performance. La ricerca si sviluppa intorno alla fase conclusiva del ciclo vitale di una specie vegetale, mettendo in luce il legame instaurato tra l’artista e l’albero.

L’esposizione si apre con una fotografia emblematica: un’immagine isolata, capace di contenere in sé i temi centrali dell’indagine di Bartoli—corpo, natura, terra, ventre, immaginazione, oscurità, luce, trasformazione. Le opere, nate da questo percorso nel tempo e nel paesaggio, evocano una relazione diversa, una sintonia tra l’artista, il platano e il contesto naturale, con la volontà di “abitare il tronco, viverlo“. Un’installazione dove ogni elemento testimonia il rapporto performativo e rituale che l’artista ha portato avanti.

Io tra gli alberi ci sono nato, e in questo particolare periodo storico, ho trovato indispensabile, quanto più rigenerante, vivere per brevi periodi nel tronco cavo di un grande e vecchio Platano Orientale. Scelta non proprio casuale.” — Francesco Bartoli

Affidarsi all’albero è stato come riscoprire un senso di ritorno a un grembo naturale, quasi un viaggio in una memoria profonda, apparentemente silenziosa. La soglia tra paesaggio interiore ed esteriore viene superata, e questa visione si riflette anche nell’allestimento, che valorizza questa caratteristica progettuale.

Il Battito
Il Battito

Il percorso espositivo prosegue con vere e proprie archeologie naturali: residui di corteccia che, assemblati, danno forma a una figura umana con un cuore di torba, tributo dichiarato ad Alighiero Boetti. Come accade per i reperti di civiltà antiche, questi resti naturali sollevano domande a cui non sempre è possibile dare risposte definitive. Il lavoro di Bartoli si muove così tra scoperta e mistero, lasciando spazio all’incertezza come elemento imprescindibile del rapporto tra uomo e natura.

I grandi frottage disposti sulle pareti nascono da una vera e propria “scrittura automatica, arricchita da un intervento personale di Francesco Bartoli. Queste opere raccontano la superficie esterna dell’albero, suggerendo la complessità della sua struttura, con segni che riflettono le trasformazioni subite nel tempo da agenti naturali e insetti. L’alternanza di pieni e vuoti trasmette la memoria fisica del legno, restituendo presenze quasi sospese, che sembrano provenire da un universo onirico.
Questi lavori verticali dialogano con i frottage scultorei delle morfologie interne dell’albero, presentati a terra, in una relazione visiva che trasporta il visitatore in una zona incerta tra realtà e immaginazione.

La connessione tra l’artista e il Platano Orientale prende una nuova forma nella video-performance, in cui il suono diventa protagonista e accompagna lo spettatore attraverso l’esposizione. Questo lavoro, che Bartoli definisce “un fotogramma onirico dell’albero“, è caratterizzato dall’uso del bianco e nero, che ne accentua l’atmosfera sospesa e indefinita. In questo modo, il platano assume il ruolo di strumento musicale arcaico, di creatura anfibia e di cassa di risonanza, capace di riflettere le vibrazioni interiori dell’artista.

“Parte della ricerca che ho sviluppato, con e su l’esemplare scelto, è nata dall’idea di costruire una nuova anatomia del tronco. Ispirandomi allo studio delle sue cellule cave – veri e propri canali di irrigazione che conformano lo xilema dell’albero – ho radicalizzato l’esperienza del Frottage nel tentativo di costruire una mappa ibrida e immaginativa del Platano e del contesto in cui risiede. Un lungo percorso creativo concepito come un grande terreno di gioco in cui anche la poesia di Gianni Rodari “Ci vuole un fiore” – musicata da Sergio Endrigo – ne è stata apice ed essenza sonora.
Attraverso il video e le registrazioni audio, ho poi sperimentato, vissuto e narrato l’albero come fosse una grande figura zoomorfa, come un organo vitale e una cassa di risonanza: organo – organismo, suono – respiro.
” — Francesco Bartoli

Alla fine del percorso emergono opere pittoriche di piccolo formato, veri e propri paesaggi interiori ed esteriori dai colori vivaci. Questi lavori, nati dal contatto diretto con la terra e il tronco, si sviluppano come un dialogo continuo con il platano. Le nuove pitture, intime e realizzate su carta, condensano in sé la lunga esperienza vissuta da Bartoli a stretto contatto con l’albero, esplorando il confine tra dimensione reale e sfera onirica, tra pigmento e carbone, ambiente naturale e urbano.

La mostra si conclude in una dimensione sospesa, in cui riaffiorano memorie infantili: tre piccoli “Platani-nuvola”, disegnati dall’artista con una gomma da cancellare quand’era bambino, evocano il senso effimero e transitorio che attraversa tutte le cose.

Ogni opera in mostra nasce dall’incontro – e dalla convivenza – con il platano orientale ed è sorta dal bisogno di fissare, e tradurre in più formati, il suo lungo processo di trasformazione; un processo silenzioso e costante a cui ho voluto dare anche un suono per evocare, come suggerisce il titolo della mostra, la vita che un tempo lo animava.” — Francesco Bartoli

Oltre all’esposizione, il progetto prevede anche un programma pubblico e attività parallele. Tra queste, una presentazione del progetto il 16 giugno all’interno della programmazione della project window di Piano Terra, nuovo spazio dedicato all’arte nel Villaggio Olimpico di Roma, e un workshop previsto in autunno nella stessa sede.

Il Battito
Il Battito

Informazioni

Il Battito Evocato
Un progetto di Francesco Bartoli
A cura di Marta Blanchietti e Francesco Bartoli
Supporto organizzativo di Juliana Fisichella
27 giugno – 31 luglio 2025
Orari: lunedì-domenica, 9 – 17.30
Inaugurazione: 26 giugno 2025, ore 18.00
Museo Orto Botanico di Roma
Largo Cristina di Svezia, 23 A – 24, 00165 Roma RM
T. (+39) 06 4991 7107
https://ortobotanico.web.uniroma1.it

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