Concluso il 2022 è ora di tirare le somme: l’Osservatorio Uiv-Ismea rivela nella GDO sono cresciute unicamente le vendite degli spumanti low cost. Segno negativo per le vendite online e a scaffale. Il Report a cura di Osservatorio del Vino UIV-Ismea su dati Ismea-Nielsen rileva che il saldo 2022 delle vendite in grande distribuzione chiude in passivo sia sul fronte volumico (-6%, a 7,7 milioni di ettolitri), sia su quello dei valori (-2%, a 2,9 miliardi di euro).
A livello di negozi, i più penalizzati dalla riduzione delle vendite sono stati i discount: -7%,
La spumantistica
L’anno ovviamente non è stato uguale per tutte le tipologie di bollicine: sempre ricordando il contesto, ovvero che il 2022 è rimasto nell’orbita di un 2021 record, i veri vincitori della categoria sono gli Charmat non Prosecco, stravenduti al discount (+22% annuo e +8% nel computo globale natalizio) grazie a un mix di prezzo mantenuto pressoché inalterato sulla soglia dei 4,50 euro per litro (solo +4% l’aumento per Capodanno, contro per esempio il +10% del Prosecco).
I più penalizzati restano gli spumanti dolci, gli unici fra l’altro a non aver risentito dell’onda benefica che ha sospinto la categoria dal Covid in avanti (si salva l’Asti, rimasto pressoché stabile sui valori tradizionali, con un saldo annuo di -2% contro -13% per gli altri dolci).
Metodo classico a -9%, ma anche in questo caso siamo rimasti ben sopra i valori registrati dalla categoria nel pre-Covid.
Vini fermi
I più penalizzati sono i vini rossi fermi causa dal mix calo consumi/switch verso bollicine, con saldo annuale di -8% e prezzi paradossalmente aumentati di più rispetto agli omologhi bianchi (+5% contro +4%). Bianchi che chiudono il 2022 a -5% volume.
Le principali Do-Ig
Quali sono i vini che strutturalmente perdono e quali invece stanno rientrando ai valori pre-Covid dopo fiammata 2020/21: fra i primi, vanno annoverati sicuramente i vini pugliesi a Igt (quindi soprattutto Primitivo), la Bonarda oltrepadana, il Nero d’Avola, la Barbera e i Dolcetti piemontesi, il Cannonau e il Lambrusco di Modena, oltre ai rossi da vitigni internazionali Igt del Veneto.
Quelli in fase di rientro sono invece Montepulciano d’Abruzzo, Terre Siciliane, Chianti, Salento (quindi Negroamaro), Lambrusco Emilia, Rubicone Trebbiano e Soave.
Poi ci sono anche quelli (pochi a dir la verità fra i big seller) in fase positiva, nonostante volumi negativi nell’ultimo anno: Sangiovese Rubicone, Vermentino di Sardegna, Verdicchio, Castelli Romani, Valpolicella.
L’e-commerce
Il saldo negativo a volume più pesante lo si ritrova nell’e-commerce, con -15% cumulato tra vini e spumanti (questi ultimi a -13%) e picchi maggiori per le tipologie più pregiate, come per esempio gli spumanti metodo classico (-21%). Dopo aver sperimentato un vero e proprio boom delle vendite nel 2020 (da 2,6 a 8 milioni di litri) e un’ulteriore crescita nel 2021 (9 milioni), il segmento pare destinato ad assestarsi sui livelli dell’anno pandemico, e quindi aver interrotto in qualche modo la crescita. La riduzione dei listini in un anno iperinflazionistico pare il segnale che nei magazzini giacciano ingenti stock di prodotto rimasto invenduto sulla errata convinzione che il mercato avrebbe avuto un altro anno espansivo.