L’edizione 2025 della Guida Cantine d’Italia edita da Go Wine Editore, presentata a Milano lo scorso 3 dicembre 2024, approfondisce un tema di grande interesse per gli appassionati di enoturismo: il costo delle visite in cantina. Dopo l’esperienza positiva della precedente edizione, questa nuova versione arricchisce i suoi contenuti con uno studio dettagliato su prezzi, scelte e orientamenti delle cantine italiane, analizzando realtà che si estendono da nord a sud del Paese.
Negli ultimi decenni, il concetto di enoturismo ha subito una significativa evoluzione. A partire dalla metà degli anni ’90, la visita in cantina era spesso un’esperienza occasionale, frutto di improvvisazione. Le cantine, raramente organizzate per accogliere visitatori, si limitavano a rispondere alle richieste degli appassionati, che erano ancora pochi ma in crescita.
Con il tempo, però, questa pratica si è trasformata. I visitatori hanno iniziato a cercare nelle cantine non solo un luogo dove acquistare vino, ma anche un’opportunità per conoscere i produttori, approfondire la loro cultura e comprendere meglio l’origine di quel vino che, magari, avevano già degustato lontano dal territorio di produzione.
Oggi, quasi tutte le cantine propongono esperienze strutturate durante le visite, con costi chiaramente indicati. Si è affermata l’idea che accedere a una cantina significhi usufruire di un servizio, abbandonando la vecchia logica della gratuità. Questo cambiamento ha permesso di offrire esperienze sempre più curate, in cui i visitatori possono apprezzare non solo i vini, ma anche l’impegno e la passione dei produttori.
La Guida Cantine d’Italia 2025, attraverso un’accurata raccolta di dati, mira a fornire uno strumento utile per gli enoturisti, aiutandoli a orientarsi tra le proposte e a scegliere le esperienze più adatte alle loro esigenze. Il costo della visita diventa così non solo un parametro economico, ma anche un indicatore della qualità e del livello di professionalità offerto dalle cantine.
Questa trasformazione riflette una più ampia maturazione del settore, che oggi risponde a un pubblico sempre più informato e consapevole. L’enoturismo non è più visto come un’attività marginale, ma come un elemento centrale per valorizzare il territorio, promuovere la cultura del vino e creare una connessione diretta tra produttori e consumatori.
Go Wine: verso un enoturismo più strutturato
Oltre 20 anni fa, Go Wine, nelle prime fasi della sua attività, sottolineava l’importanza di rendere l’enoturismo un fenomeno sempre più professionale e organizzato. In questo contesto, l’introduzione di un pagamento per le visite in cantina era vista come una condizione necessaria.
L’idea era quella di equiparare la visita in cantina a un’esperienza turistica paragonabile a quella di un museo o di un edificio storico: un’attività pianificata, con orari e condizioni ben definite, capace di offrire ai visitatori un’esperienza ordinata e appagante.
L’evoluzione dei costi delle visite
I dati raccolti quest’anno evidenziano come il prezzo delle visite in cantina abbia superato il ruolo iniziale di semplice “soglia di ingresso“. In passato, il pagamento serviva soprattutto a regolare gli accessi e a valorizzare l’impegno dei produttori nell’accoglienza. Oggi, invece, i costi sono diventati un elemento più complesso, talvolta percepito come un “secondo costo” accanto al crescente prezzo delle bottiglie di vino.
Questa tendenza, registrata nell’ultima indagine, conferma un aumento progressivo dei prezzi, accompagnato da un’evoluzione dell’offerta delle cantine. I dati permettono inoltre di confrontare le cifre attuali con quelle rilevate appena un anno fa, fornendo ulteriori spunti di riflessione.
Un’indagine su scala nazionale
Hanno partecipato alla ricerca oltre 540 cantine, un campione rappresentativo che include realtà di tutte le regioni italiane e con profili diversi. Da un lato, cantine di grandi dimensioni, spesso dotate di personale dedicato all’accoglienza; dall’altro, aziende a conduzione familiare, dove è lo stesso viticoltore a occuparsi sia della produzione sia dell’ospitalità.
L’indagine ha richiesto due tipi di informazioni:
- Costo dell’esperienza base: il prezzo minimo per accedere a una cantina e vivere un’esperienza semplice, come la degustazione di 2-3 vini;
- Costo di un’esperienza completa: una proposta più articolata, che include elementi distintivi e di maggiore qualità.
Questi dati aiutano a comprendere come le cantine italiane stiano diversificando l’offerta per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più esigente, continuando a valorizzare il rapporto diretto con i visitatori.
I costi delle esperienze in cantina nella Guida Cantine d’Italia 2025
La Guida Cantine d’Italia 2025 introduce una simbologia chiara per distinguere i costi delle esperienze offerte dalle cantine. Due simboli rappresentano le due principali tipologie:
- Un calice indica il costo dell’esperienza base;
- Un doppio calice segnala il costo dell’esperienza più completa.
Questo approccio ricorda la ristorazione di qualità, dove si differenziano i prezzi per un menù base rispetto a uno più elaborato.
Nell’analisi dei dati, emerge che il costo dell’esperienza base è il più significativo per interpretare le tendenze generali, mentre quello dell’esperienza più completa varia notevolmente tra le cantine. Per alcune, rappresenta un approfondimento della proposta base; per altre, si avvicina a un evento esclusivo, con prezzi che possono superare quelli di una cena in un ristorante di alto livello.
Il campione di oltre 540 cantine italiane indica un costo medio di 21,70 euro per l’esperienza base, segnando un aumento dell’8% rispetto ai 20,17 euro rilevati un anno fa.
- Solo il 4,5% delle cantine offre visite gratuite, un dato in lieve aumento rispetto al 4% dello scorso anno.
- Le cantine che propongono ingressi a 10 euro o meno sono scese al 12,5%, rispetto al 15% del 2023.
Differenze regionali
Approfondendo la distribuzione geografica, si osservano le seguenti medie regionali per l’esperienza base:
- Nord Italia: 21,09 euro
- Centro Italia: 23,35 euro (influenzato dal dato elevato della Toscana)
- Sud Italia: 21,23 euro
Un dato interessante è che il costo medio al sud supera, seppur di poco, quello del nord.
Nelle regioni campione si rilevano i seguenti valori:
- Piemonte: 22,18 euro
- Toscana: 26,70 euro
- Veneto: 21,03 euro
- Sicilia: 26,06 euro
La Sicilia, in particolare, emerge come una regione del sud in forte crescita nel settore, con grandi cantine che stanno investendo in accoglienza, creando un effetto positivo sul resto del territorio.
Le esperienze più complete
Il costo medio di un’esperienza più completa si attesta a 51,19 euro, rispetto ai 49,79 euro rilevati l’anno precedente. Questo tipo di proposta, caratterizzata da maggiore complessità o esclusività, può raggiungere cifre considerevoli:
- Ben 40 cantine offrono esperienze da 100 euro o più, rispetto alle 34 dell’anno precedente.
- La Toscana si conferma la regione con i costi medi più alti, pari a 61,74 euro, seguita dal Piemonte, che si attesta a 49,92 euro.
L’analisi mostra un settore in continua evoluzione, con un aumento generale dei prezzi sia per le esperienze base sia per quelle più elaborate. Questi dati evidenziano il crescente interesse delle cantine nell’offrire proposte strutturate e di qualità, adattandosi alle richieste di un pubblico sempre più esigente e alla ricerca di esperienze coinvolgenti nel mondo del vino.
Considerazioni finali
Massimo Corrado, presidente di Go Wine e curatore della Guida Cantine d’Italia, sottolinea l’importanza di comunicare in modo chiaro e trasparente il costo delle visite in cantina e le esperienze offerte:
“Comunicare da parte della cantina il costo della visita e indicare quale esperienza si pratica non può che contribuire a rendere sempre più professionale la visita e creare un legame fra il viticoltore e l’enoturista: egli è così in grado di informarsi allo stesso modo con cui legge dei vini della cantina e si informa sul loro profilo, vinificazione ecc… Tuttavia vi è da chiedersi se sia opportuno che tale prezzo sia soggetto a continui rialzi che possono in futuro scontrarsi con il potere d’acquisto di molte persone“.
La visita in cantina presenta una particolarità che la distingue da altre esperienze turistiche, come quelle offerte da musei o edifici storici: il “secondo momento” rappresentato dall’acquisto di bottiglie direttamente dal produttore. Questa pratica, inizialmente promossa per valorizzare il fenomeno dell’enoturismo, rappresenta oggi una strategia centrale per molte cantine.
Acquistare vino in loco offre vantaggi economici immediati alle cantine, eliminando i costi di intermediazione. Tuttavia, per mantenere un equilibrio, è fondamentale evitare eccessi nel determinare il costo delle visite. Un doppio aumento, che coinvolge sia il prezzo dell’ingresso sia quello delle bottiglie, potrebbe infatti creare squilibri nel lungo periodo, come già rilevato da Go Wine durante il 2024.
Nonostante alcune criticità, si evidenziano segnali positivi: molte cantine stanno affrontando con maggiore consapevolezza il tema delle esperienze enoturistiche. Un esempio significativo è l’attenzione crescente dedicata alla comunicazione sui propri siti web.
Accanto alle sezioni classiche come “chi siamo”, “territorio”, “i vini” e “gallery”, appare sempre più spesso la voce “esperienze”, dedicata alle attività proposte in cantina, con dettagli sui costi e sulle modalità di partecipazione.
Questa nuova attenzione genera una sorta di doppia offerta:
- La carta dei vini, che presenta la produzione della cantina;
- La carta delle esperienze, che illustra le attività disponibili per i visitatori, con relativi costi.
Un modello di comunicazione efficace, capace di promuovere economia e sviluppo. Tuttavia, come osservato nella redazione della Guida Cantine d’Italia 2025, è essenziale che i numeri, e quindi i prezzi, siano gestiti con equilibrio e saggezza, per garantire la sostenibilità del settore nel tempo.