Vinodoo cambia le regole del gioco per chi ama il vino raro. È nato il primo marketplace europeo che mette in contatto produttori, ristoratori, enoteche e appassionati, con l’obiettivo di rendere accessibili bottiglie che, fino a oggi, erano patrimonio quasi esclusivo di collezionisti o della ristorazione di alta fascia.
La piattaforma, sviluppata da una startup italiana, non si limita a vendere vino online. Si presenta come uno spazio costruito attorno a una selezione molto attenta, curata grazie alla collaborazione con partner specializzati. La proposta si rivolge a chi cerca qualcosa di più di una semplice etichetta da stappare: un’esperienza costruita intorno alla qualità e alla scoperta.
“Non è un e-commerce tradizionale, ma un ecosistema avanzato“, spiegano i fondatori. “Consente l’accesso a etichette altrimenti introvabili, unite a contenuti di approfondimento e a una community di esperti.“
L’architettura digitale di Vinodoo è integrata con Enoweb, un sistema gestionale che raccoglie informazioni su oltre 300.000 etichette e 18.000 produttori, garantendo aggiornamenti in tempo reale e un catalogo che riflette lo stato effettivo delle disponibilità. Attualmente la piattaforma conta circa 7.000 etichette, distribuite tra 2.000 produttori, con l’obiettivo di arrivare a quota 10.000 entro pochi mesi. In evidenza, soprattutto, vini italiani e francesi, che rappresentano il 90% dell’offerta, ma non mancano referenze da più di 30 Paesi.
Tra i nomi presenti in catalogo compaiono realtà che hanno scritto la storia dell’enologia europea: Giacomo Conterno, Bartolo Mascarello, Gaja, Biondi Santi, Ornellaia, Sassicaia, insieme a icone francesi come Château Latour, Domaine Leroy, Krug e Dom Pérignon.
La visione di lungo termine guarda a una rapida espansione nei mercati di riferimento: Francia, Svizzera, Germania, Spagna e Regno Unito sono le prossime tappe. Paesi in cui il valore del vino è già consolidato e dove cresce la domanda per bottiglie fuori dai circuiti più battuti.
Oltre all’aspetto commerciale, Vinodoo vuole diventare anche un luogo di confronto, approfondimento e divulgazione. Una piattaforma che unisce la passione alla competenza, e dove la tecnologia serve a semplificare, non a sostituire il lavoro di chi seleziona, degusta e racconta il vino con rigore.