L’Italia custodisce un patrimonio gastronomico spesso nascosto, lontano dai riflettori delle mete più frequentate e dai soliti consigli turistici. Questa è la filosofia di Unexpected Italy, la startup traveltech ideata da Elisabetta Faggiana e Savio Losito, che ora conquista anche le pagine del celebre quotidiano britannico The Guardian.
In occasione dei World’s 50 Best Restaurants ospitati a Torino, la giornalista Liz Boulter ha deciso di affidarsi a Unexpected Italy per realizzare una guida alternativa alla scoperta di dieci locali cittadini in cui gustare la vera Torino. Si tratta di indirizzi scelti per chi desidera vivere esperienze autentiche, tra qualità accessibile, accoglienza e identità territoriale.
Il progetto, definito dai fondatori come una “Lonely Planet 3.0”, propone un approccio diverso al viaggio: ogni itinerario è costruito a partire da realtà locali, artigiani, piccole imprese familiari e ristoranti che privilegiano etica e relazioni. L’app, disponibile gratuitamente su tutti gli store, accompagna il viaggiatore attraverso 12 territori italiani, offrendo una panoramica che spazia da Barletta a Vicenza, da Roma a Matera, senza dimenticare Genova, Milano, Venezia e, naturalmente, Torino.
Proprio il capoluogo piemontese si è guadagnato un posto di rilievo nell’articolo di The Guardian: la guida curata da Faggiana e Losito conduce tra trattorie dal carattere innovativo, bistrot di quartiere, storiche latterie, gelaterie artigianali, degustazioni di Vermouth e la tradizionale merenda sinoira, momento conviviale tipico piemontese.
“Il nostro obiettivo è rivoluzionare il modo di viaggiare: non più turismo usa-e-getta, ma esperienze che lasciano tracce positive nei territori. Ogni viaggio può diventare rigenerazione, scambio, relazione. E Torino è un esempio perfetto di come si possa fare turismo autentico anche nelle grandi città”, spiegano i fondatori.
L’attenzione internazionale per Unexpected Italy si è già manifestata in più occasioni, dal progetto “Unexpected London” in Regno Unito agli interventi all’ONU, passando per la partecipazione al Global Business Travel Association e al Forum Ambrosetti sul Turismo Sostenibile. Il problema dell’overtourism rimane centrale: secondo dati di Istat e Banca d’Italia rielaborati da The Data Appeal Company, il 70% dei turisti si concentra sull’1% del territorio nazionale, impoverendo le comunità locali. La soluzione proposta? Orientare i flussi verso destinazioni meno note e realtà capaci di offrire esperienze diverse e più profonde.
La risposta mediatica dopo la pubblicazione su The Guardian si è fatta sentire: migliaia di nuovi download dell’app e un crescente interesse per i territori spesso trascurati. Un anno fa, il focus era sul Vicentino, con risultati tangibili in termini di visibilità internazionale e valorizzazione del territorio.
La mappa torinese rappresenta una nuova tappa di questo percorso. Nell’app di Unexpected Italy, ogni luogo viene selezionato personalmente da Faggiana e Losito, garantendo esperienze caratterizzate da etica e qualità.
“Crediamo in un turismo che faccia bene al pianeta e alle persone”, sottolineano i fondatori. “Servono lentezza, consapevolezza e rispetto. Solo così il viaggio può trasformarsi in un atto politico, culturale e umano. Con l’approvazione di un’autorità come The Guardian, Unexpected Italy si conferma oggi una guida affidabile per scoprire un’Italia lontana dai cliché, capace di raccontare accoglienza e verità. Guardare il paese con occhi nuovi è possibile: basta sapere dove cercare”.
Torino fuori dagli schemi: la selezione Unexpected Italy
Durante la settimana dei “Food Oscars”, l’app di Unexpected Italy propone dieci tappe gastronomiche per esplorare la città senza spendere cifre stellari, ma senza rinunciare a qualità e personalità. L’articolo di Liz Boulter su The Guardian racconta queste esperienze, tra botteghe e tavole che custodiscono storie e sapori locali.
Si inizia da Latteria Bera: nel centro storico, Chiara Franzoso delizia con formaggi artigianali e la celebre panna montata da passeggio, accompagnata da zabaione. Nel quartiere San Salvario, Scannabue reinterpreta la cucina piemontese con piatti come plin al burro e risotto al midollo, in un’atmosfera conviviale. Le Vitel Étonné gioca con il vitello tonnato, proponendo carni cotte a bassa temperatura e antipasti classici come i fiori di zucca in pastella di riso.
Antiche Sere offre un ambiente familiare, perfetto per una cena tra tomini piccanti e coniglio in bianco. I Fratelli Bruzzone puntano su una cucina stagionale, con attenzione alle verdure e ai prodotti fermentati. Da Consorzio, la chef Valentina Chiaramonte propone piatti creativi accompagnati da vini naturali e presìdi Slow Food.
Al Caffè dell’Orologio la merenda sinoira viene servita in chiave moderna, con piccoli piatti freddi, lingua, tomini e crocchette, ideali anche per le famiglie. La Gelateria Aria, nel quartiere Vanchiglia, racconta il territorio con gusti originali: liquirizia e violetta, olio di oliva e vaniglia, yogurt e miele nomade, caramello e popcorn. In Borgo Nuovo, Toc si dedica al cioccolato artigianale, con creazioni da assaporare freschissime.
Infine, Eccetera Experience di Nicola Piazza esplora il mondo del Vermouth attraverso degustazioni e cocktail che ne richiamano la storica origine torinese.
Per chi vuole prolungare il soggiorno, Look TO è un boutique hotel affacciato su Piazza Vittorio, progettato dalla paesaggista Giuliana Marsiaj. Ogni dettaglio di design racconta una storia, rendendo l’esperienza ancora più memorabile.