Sono una pasta all’uovo ripiena dalla forma e dalla farcitura lievemente differenti in base alla zona di produzione. La variante piacentina, dalla forma di mezzaluna festonata, è di dimensioni leggermente più piccole di quella parmense e presenta un ripieno a base di stracotto di manzo o, talvolta, di maiale, ottenuto tritando la carne assieme alle verdure del fondo di cottura ed impastandola con altri ingredienti, tra cui il Grana Padano. Il piatto è ricco ed elaborato, come del resto molti piatti proposti nelle festività importanti, ma l’insieme degli ingredienti ne fa un piatto raffinato. La ricetta, un tempo ad uso esclusivo delle classi più abbienti, diviene con il tempo di uso comune anche per le mense delle classi più povere trasformandosi in piatto tipico della cucina popolare, alla sua diffusione contribuisce in modo importante Pellegrino Artusi. Gli anolini (latino anulus: ‘anello’) sono una tipologia di pasta all’uovo ripiena originaria delle province italiane di Piacenza e di Parma. Sono inoltre detti anvein nel Piacentino e anolen nella zona di Parma, secondo le locali varietà linguistiche emiliane. Esiste anche una variante della provincia di Cremona nota come marubini (o marubén in cremonese, nome comunemente utilizzato anche nella pianura nord-orientale piacentina). Nel Parmense sono scherzosamente soprannominati “salvagenti” o “galleggianti”.
È un piatto con radici antiche, già conosciuto e menzionato dal famoso cuoco rinascimentale Bartolomeo Scappi nel XVI secolo, tramandato di generazione in generazione nelle famiglie. È tradizione nel piacentino che durante la Vigilia di Natale la famiglia si riunisca per la preparazione degli anolini da consumarsi nel giorno seguente.
L’anolino nasce sotto forma di pasta ripiena nel XII secolo e viene citato da Salimbene de Adam nel 1284 nella Cronica, ma occorre aspettare sino al XVI secolo perché il piatto venga riproposto nei pranzi di nobili, cardinali e papi da Bartolomeo Scappi, il quale fornisce la prima ricetta scritta conosciuta degli anolini.
Gli anolini vengono nuovamente riproposti nel 1659 alla mensa del duca di Parma Ranuccio II Farnese come piatto da servire con parmigiano e cappone preparato da Carlo Nascia. A Parma con Carlo Nascia entrato al servizio (1659) del Duca Ranuccio Il Farnese li troviamo come piatto caldo a coprire con Parmigiano la carne di cappone.
Fa storia quanto tratto dal diario del principe Cosimo Meli Lupi di Soragna cortigiano alla Corte Ducale parmense nel 1793 riportava che il Duca Don Ferdinando I Borbone amante delle genuine tradizioni per la buona tavola amava “cingersi il grembiule di cuoco” per: “…formare i raviuoli detti nel dialetto nostro anolini.” Anche alla corte di Maria Luigia Duchessa di Parma e Piacenza si mangiavano Anolini e si collega ad essa la frase “Solo al re Anolino la Duchessa porge il suo inchino”.