domenica, Settembre 8, 2024
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Il Mischiglio, antico simbolo di resilienza contadina, diventa Presidio Slow Food

Dalla Basilicata, un nuovo baluardo della biodiversità gastronomica entra a far parte della rete di Slow Food: il Mischiglio. Un mix di cereali e legumi, le cui farine, unite in proporzioni variabili, da secoli danno vita ai tradizionali rascatielli, pasta ottenuta lavorando a mano acqua e farina.

Nella valle del Serrapotamo, ai piedi del Parco Nazionale del Pollino, la storia del Mischiglio si intreccia con la tenacia dei contadini lucani. In un contesto di scarsità di grano, utilizzato come tributo al regno dei Borboni, la necessità ha acceso l’ingegno: unire al prezioso grano le farine di fave e ceci, dando vita a un impasto nutriente e saporito.

Il Mischiglio non è solo un prodotto gastronomico, ma un emblema di resilienza e di sapienza contadina. La sua riscoperta e valorizzazione da parte di Slow Food rappresenta un passo importante per la salvaguardia di un patrimonio culturale e alimentare unico.

Le diverse varietà di Mischiglio, frutto di differenti proporzioni tra le farine di grano tenero Carosella o Senatore Cappelli, avena, orzo, ceci e fave, raccontano la biodiversità del territorio e la varietà delle tradizioni locali.

Mischiglio Presidio SlowFood

I rascatielli di Mischiglio, con la loro forma allungata simile alle orecchiette, si sposano perfettamente con sughi semplici e genuini, come la “scind scind”, a base di pomodoro, aglio e basilico.

Il Presidio Slow Food del Mischiglio rappresenta un impegno concreto per la tutela di questa antica varietà, per la promozione della sua filiera produttiva e per la valorizzazione di un territorio ricco di fascino e di sapori autentici. Un invito a riscoprire la storia e le tradizioni della Basilicata attraverso un prodotto semplice eppure straordinario.

Una storia di privazione che si trasforma in memoria collettiva di una comunità.
«Il miscuglio, originatosi da una storia di privazioni e subalternità, si è trasformato in una narrazione di comunità, di valore e di riappropriazione, diventando una memoria che prende forma e si rende attiva nel suo racconto», spiega Anita Ferrari, referente Slow Food del Presidio del miscuglio. Sebbene derivi da necessità, il miscuglio è tutt’altro che una semplice farina economica: «Dal punto di vista energetico è piuttosto sostanzioso, in grado di fornire energia a coloro che lavoravano duramente nei campi per l’intera giornata», aggiunge Giuseppe Arleo, referente dei produttori del Presidio. La zona di produzione del Presidio comprende le località di Chiaromonte, Teana, Fardella e Calvera, così come i comuni limitrofi, e in ognuno di essi il miscuglio viene preparato secondo le proprie tradizioni: mentre a Teana e Fardella è composto per metà da grano Carosella (già presente da tempo sull’Arca del Gusto) e per metà da farina di fave, a Chiaromonte e Calvera si utilizza un terzo di grano duro Senatore Cappelli, un terzo di grano tenero Carosella e un terzo di legumi, orzo e, quando necessario, avena.

Ciò che accomuna tutti è la ricetta tradizionale: i rascatielli, conditi con una salsa di pomodoro, aglio e basilico, nota come scind scind. Quasi una zuppa, a cui talvolta si aggiunge del peperone crusco a scaglie, che può essere mangiata sia con il cucchiaio che con il pane.

Dal campo alla tavola, una filiera completa.
“Nella nostra zona, come in molti altri angoli d’Italia, la popolazione invecchia perché i giovani se ne vanno, a volte per lavorare e altre per studiare, ma senza poi far ritorno a casa”, prosegue Arleo. Ma chi rimane sa come fare rete: “Al Presidio Slow Food del mischiglio aderiscono cinque coltivatori, due mulini che trasformano la farina e tre pastifici: per fortuna abbiamo una filiera chiusa, intera”. Una piccola ma significativa storia di economia locale che, valorizzando “un prodotto identitario profondamente espressivo della dimensione socio-culturale ed etno-antropologica della Basilicata, con specifico riferimento all’area del Pollino”, come lo definisce Ferrari, guarda al futuro: perché il mischiglio “è un unicum, un capolavoro di biodiversità, anche culturale”.

Mischiglio Presidio SlowFood

“Abbiamo fortemente sostenuto il Presidio Slow Food del Mischiglio, prevedendo anche un contributo economico per la candidatura, poiché queste azioni ben si coniugano con l’azione di tutela e di valorizzazione delle biodiversità proprie di ogni area protetta – conclude la presidente del Parco Nazionale del Pollino, Valentina Viola –. Siamo anche certi che questo percorso sarà un’occasione di aiuto e di reale valorizzazione che coinvolgerà direttamente i territori con gli operatori del settore insieme ai Comuni dell’areale già impegnati con la Via del Miskiglio con azioni di animazione e recupero di questo antico prodotto”.

Il Presidio Slow Food del mischiglio è sostenuto dal Parco Nazionale del Pollino.

Il mischiglio è sul Geoportale della Cultura Alimentare (GeCA), il progetto promosso dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI) e finanziato dal Programma Operativo Nazionale (PON) Cultura e Sviluppo.

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