La Valle d’Aosta è la culla di ben quattro prodotti che hanno ricevuto la Denominazione di Origine Protetta. Si tratta di eccellenze locali, veri e propri fiori all’occhiello di una gastronomia che trova i suoi punti di forza nella particolare localizzazione geografica, nella qualità delle materie prime e nelle antiche tecniche di produzione.
Chi non conosce la Fontina DOP, autentica regina tra i formaggi valdostani prodotta con latte crudo e intero? E chi non ha mai provato i diversi sapori del Fromadzo DOP, semidolce quando è fresco o deciso quando è più stagionato? Non possiamo dimenticare il Vallée d’Aoste Lard d’Arnad, imbattibile sul pane di segale o accompagnato da miele, e il Vallée d’Aoste Jambon de Bosses, il re dei prosciutti crudi.
Ma anche fuori dal novero delle D.O.P., la Valle d’Aosta può vantare prodotti d’eccellenza che portano con sé storie e sapori di questo territorio, insieme a tutta la loro qualità, contrassegnate dall’etichetta PAT (Prodotto Agroalimentare Tipico). Parliamo, ad esempio, del Seras, pregiata ricotta chiara documentata in Valle d’Aosta sin dal 1268. Impastando la ricotta con sale, pepe, peperoncino, ginepro, finocchio e cumino si ottiene il Salignön, prodotto e distribuito da alcuni caseifici della bassa Valle d’Aosta.
Tenace e corazzata allo sguardo, la Motzetta, carne essiccata di bovino, diventa però tenera e gustosa una volta assaporata. Mentre il Teteun, mammella bovina salmistrata, si sposa perfettamente con salse e marmellate.
E ancora: il Boudin, salume insaccato a base di patate e lardo, i cui segreti sono tramandati di generazione in generazione e la cui ricetta cambia da località a località, e le Saouseusse, carne tritata e stagionata di bovino di razza valdostana e lardo di maiale.
Tra i PAT valdostani non può mancare il Jambon alla brace di Saint-Oyen, nella valle del Gran San Bernardo, un cotto di altissima qualità contraddistinto da una salamoia a base di sale, aromi e miele, cotto prima a vapore per 24 ore e poi alla brace in un forno a legna, oltre all’innaffiatura di birra artigianale locale (senza glutine).
E da bere? Tutte le etichette vinicole valdostane sono state racchiuse sotto il marchio D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata) Valle d’Aosta – Vallée d’Aoste, che unisce nella propria insegna varietà come Torrette, Blanc de Morgex-La Salle, Pinot Noir, Chardonnay, Fumin e molte altre. La viticoltura valdostana è spesso considerata eroica, in virtù della particolare conformazione del territorio, ridisegnato con terrazzamenti e muri a secco proprio al fine di far crescere l’uva in un contesto simile.
Questo paesaggio, così profondamente plasmato dalla cultura del vino, offre scenari incantevoli da percorrere con tutta calma, ammirando il vertiginoso impennarsi dei massicci alpini in uno dei molti trekking tra i vigneti della regione. Per chi decidesse di assemblare una propria personalissima wine route in Valle d’Aosta, è possibile trovare qui tutte le aziende vitivinicole visitabili.
Più leggero del vino è l’ottimo sidro di mele locali, frizzante specialità da gustare in Valle d’Aosta.
Autunno: il tempo delle mele della Valle d’Aosta. Sapevate che la mela è il frutto più coltivato della Valle d’Aosta? In ogni morso si nascondono profumi e gusti del microclima alpino di questa terra, che è la casa di ben due specie riconosciute come PAT: la mela Renetta e la Golden Delicious. La prima, riconoscibile da una buccia giallo-ruggine e da una polpa fine e profumata, è coltivata soprattutto nelle zone di Saint-Pierre, Sarre e Villeneuve; mentre la seconda, più rosata, prospera in quegli ambienti alpini caratterizzati da un’ottima esposizione al sole.
La mela è la regina assoluta dei primi fine settimana di ottobre, con la Fita de Pomme di Gressan (domenica 6 ottobre) e la mostra mercato Mele Vallée di Antey-Saint-André (12-13 ottobre), dove assaporare, oltre alle tante varietà regionali, anche tutti i prodotti derivati da questo frutto.
La più grande rassegna enogastronomica dell’anno in Valle d’Aosta è tuttavia il Marché au Fort presso il Forte di Bard, quando l’inespugnabile fortezza sarà conquistata da ben 70 produttori provenienti da ogni angolo della regione, come pennellate in un dipinto che può essere considerato un capolavoro del gusto valdostano.
Una ricetta dai piedi del Gran Paradiso: la Seupetta di Cogne
Un piatto semplice e genuino, composto da pochi ingredienti e facile da replicare, ma che racchiude in sé tutta la magia della cucina valdostana: la seupetta di Cogne, un risotto gustoso a base di brodo di carne, burro, noce moscata e, naturalmente, fontina filante!
Per 6 persone, occorrono:
- 12 pugni di riso Carnaroli
- 1 kg di pane
- 350 g di Fontina
- 200 g di burro fuso
- brodo di carne q.b.
- noce moscata
Procedimento:
- Taglia il pane a fette e friggilo nel burro.
- Metti poco burro in una casseruola e, quando è rosolato, aggiungi il riso e, a seguire, il brodo, poi lascia cuocere.
- Prima che il riso raggiunga la piena cottura, toglilo dal fuoco.
- Disponi in una pirofila pane, riso e fontina, a strati alterni, terminando con la fontina.
- Aggiungi un po’ di brodo, del burro fuso e un profumo di noce moscata.
- Metti in forno a 180°, per 4 minuti, e servi molto caldo.
Il vino consigliato per accompagnarla è il Petit Rouge, a 18°C.