Malta, situata nel Mediterraneo, ha sviluppato nel tempo una cucina che riflette secoli di influenze culturali e scambi commerciali. Negli ultimi anni, l’isola ha visto una crescita significativa nel panorama culinario, offrendo esperienze che spaziano dallo street food ai ristoranti di alta cucina.
Le radici della cucina maltese affondano nelle abitudini di contadini e pescatori, con piatti semplici e sostanziosi basati su ingredienti locali. Le dominazioni arabe, siciliane, spagnole e britanniche hanno lasciato un’impronta duratura, arricchendo le ricette con spezie nordafricane, pomodori secchi, capperi e pesce del Mediterraneo. Il coniglio, introdotto dai normanni, è una delle carni più diffuse, mentre il ġbejna, un piccolo formaggio di capra o pecora, è una delle specialità casearie più apprezzate. Passeggiando per Victoria, capoluogo di Gozo, si possono ancora trovare botteghe dove artigiani locali producono questo formaggio in diverse varianti: fresco, stagionato, al pepe o sott’olio.
Il clima arido dell’arcipelago ha favorito lo sviluppo di tecniche di conservazione degli alimenti, come l’essiccazione del pesce. Il lampuki (lampuga) è tra le specie più consumate, preparato in stufati o come ripieno di torte salate. Accanto ai piatti di mare, non mancano zuppe tradizionali come l’aljotta, a base di pesce, aglio e pomodoro, che ricorda la bouillabaisse francese.
Lo street food è un modo immediato per conoscere la cucina locale. I pastizzi, fagottini di pasta sfoglia ripieni di ricotta o piselli, sono tra gli snack più diffusi e si trovano facilmente nelle pastizzeriji tradizionali. Un’altra specialità è l’hobż biż-żejt, un panino preparato con la ftira, un pane rustico a ciambella, farcito con tonno, patate, pomodori, cipolla, capperi, olive e talvolta ġbejna.

La ftira maltese è così rappresentativa della cultura gastronomica dell’isola da essere stata inserita nel patrimonio immateriale dell’Unesco.Da non confondere con la ftira gozitana, che ha una consistenza simile alla pizza e si trova nei forni dell’isola. Questa specialità è perfetta per un pranzo all’aperto, magari in riva al mare o in un punto panoramico come il fiordo di Mgarr Ix Xini, una delle mete più rinomate di Gozo, caratterizzata da acque cristalline e scogliere rocciose.
Assaggiare lo street food a Malta è un’opportunità per entrare in contatto con gli abitanti del posto, sempre disponibili a scambiare due chiacchiere con i visitatori. Nei vicoli di ogni villaggio, vale la pena soffermarsi nei Band Club, i circoli delle bande musicali locali, punti di riferimento per la comunità. Qui si trovano bar frequentati dagli abitanti, dove si organizzano le vivaci feste patronali, occasione perfetta per provare specialità come gli imqaret, dolcetti di pasta frolla ripieni di frutta secca, sempre presenti durante le celebrazioni.
L’influenza britannica ha lasciato un segno profondo nella cultura maltese, compresa quella gastronomica. Uno degli esempi più emblematici è il rito dell’Afternoon Tea, che può essere gustato in lussuose sale di hotel a cinque stelle o in eleganti sale da tè. Qui, infusi pregiati vengono serviti in porcellane raffinate e accompagnati da alzatine riccamente decorate con pasticcini, scone e tramezzini.
Nei ristoranti tradizionali, il menu racconta secoli di storia. Il piatto più iconico è la fenkata, uno stufato di coniglio marinato con vino e aglio, poi cotto lentamente con erbe aromatiche. Viene servito in due portate: prima la pasta condita con il sugo della carne, poi il coniglio stesso, accompagnato da patate arrosto. Un altro piatto caratteristico sono i bragioli, involtini di manzo ripieni, chiara eredità dell’influenza siciliana. La torta tal-lampuki, invece, è un perfetto esempio di contaminazione tra culture: un pasticcio di pesce che unisce la lampuga a ingredienti arabi come menta e uvetta, italiani come pomodori e capperi, e britannici nella tipica preparazione in crosta.

Per chi desidera assaporare il pesce più fresco, Marsaxlokk è il luogo ideale. Questo villaggio di pescatori è famoso per il suo porticciolo affollato di luzzu, le tradizionali barche maltesi dai colori vivaci. Qui è facile vedere i pescatori intenti nella manutenzione delle reti o delle imbarcazioni, mentre i ristoranti lungo la riva servono piatti a base di pescato del giorno.
Negli ultimi vent’anni, Malta ha visto un’evoluzione significativa anche in ambito gastronomico. Da una cucina orientata principalmente al turismo di massa, l’isola ha sviluppato un’offerta più raffinata, capace di attrarre appassionati di alta gastronomia. Questo cambiamento è stato guidato da una nuova generazione di chef maltesi, formatisi all’estero e rientrati con tecniche innovative, e dall’apertura di ristoranti gestiti da chef internazionali che hanno riconosciuto il potenziale dell’arcipelago. Grazie a loro, gli ingredienti locali sono stati valorizzati attraverso nuove interpretazioni e contaminazioni. La scena culinaria più dinamica si trova nelle località più vivaci come St. Julian’s, dove la concentrazione di ristoranti è elevata e l’offerta varia dalle proposte più tradizionali a quelle fusion, espressione del mix culturale che caratterizza Malta.
Malta ha consolidato il proprio ruolo nel panorama gastronomico internazionale con l’assegnazione delle prime stelle Michelin nel 2020. Oggi, l’isola conta sette ristoranti stellati, tra cui lo Ion Harbour di Valletta, unico con due stelle. Situato all’interno del lussuoso hotel Iniala, questo ristorante offre un’esperienza culinaria esclusiva, ideale per occasioni speciali.
Gli ingredienti locali giocano un ruolo centrale anche nei menù dei ristoranti più rinomati. Tra questi spiccano l’olio d’oliva maltese, prodotto da varietà autoctone come la Bidnija, e il miele selvatico, ottenuto dal nettare delle piante spontanee dell’arcipelago. Quest’ultimo è particolarmente apprezzato per il suo aroma intenso e le proprietà benefiche. Un altro prodotto distintivo è il sale, ancora raccolto a mano nelle antiche saline, una tradizione che resiste nel tempo e che contribuisce all’identità culinaria dell’isola.
Per chi desidera approfondire la conoscenza dei prodotti locali, esistono gli ecotour, esperienze guidate attraverso le campagne di Malta e Gozo, dove è possibile incontrare piccoli produttori e scoprire le tecniche di lavorazione artigianali.
L’abbinamento perfetto per ogni piatto potrebbe essere un calice di vino ottenuto da vitigni autoctoni come il Ġellewża (rosso) e il Girgentina (bianco). La qualità di queste etichette è in costante crescita, ma la produzione resta limitata, rendendo Malta l’unico luogo dove poterle degustare.
Per chi preferisce la birra, la scelta ricade sulla Cisk, una lager locale leggera e rinfrescante, ideale da bere ghiacciata. Un’alternativa analcolica è il Kinnie, soft drink dal colore ambrato e dal gusto leggermente amaro, a base di arancia e aromi naturali. Prodotta dal 1952, questa bevanda è amata sia dai maltesi che dai turisti in cerca di un’alternativa alle classiche bibite gassate.
Per maggiori informazioni sulla gastronomia e le esperienze enogastronomiche a Malta, è possibile visitare il sito ufficiale Visit Malta.